Ho iniziato a leggere Intelligenza Emotiva per un figlio (vedi la pagina e gli altri post sul tema qui) perché vorrei imparare come aiutare mio figlio a gestire le emozioni negative. La pretesa è ardua, soprattutto per una come me che sa di avere gravi lacune in questo campo,ma so che devo affrontarle prima o poi. Come si può pretendere di insegnare qualcosa che non si conosce?
Come mamma mi sono sempre fatta guidare dall’empatia. Quando capisco che mio figlio sta esprimendo un disagio, cerco di mettermi nei suoi panni, di vedere la situazione dal suo punto di vista per capire cosa lo fa stare male, gli offro la mia comprensione, cerco di offrirgli una via d’uscita se la vedo, cerco di essere paziente quando assisto alle sue esplosioni.
Ma la verità è che tutto questo funziona soprattutto quando parliamo di tristezza, non sempre quando si parla di rabbia, perché riconosco di avere una grande difficoltà a gestire la sua rabbia. Come la mia del resto.
Io sono una persona molto sanguigna, i sentimenti in me esplodono e anche quando li gestisco esteriormente, interiormente spesso c’è un tumulto.
Il libro sembra suggerire che l’errore sta proprio in questo tentativo di apparire diversi da come ci si sente, di nascondere le proprio emozioni ai figli.
Se si vuole diventare una guida emotiva per i propri figli occorre che i genitori per primi imparino ad esprimere e a padroneggiare i sentimenti negativi “è come seguire le istruzioni di salvataggio che danno sugli aerei, devi essere tu per primo a mettere la maschera di ossigeno se vuoi aiutare i tuoi figli”.
E allora ben venga esprimere la collera se il figlio fa qualcosa che la provoca, ma non in modo distruttivo per il rapporto.
Cosa non fare:
Non picchiare
Non fare del sarcasmo
Niente minacce
Niente affermazioni umilianti
Niente espressioni di disprezzo
Niente commenti offensivi nei confronti del bambino
Se vi sentite a tal punto inferociti da non riuscire a parlare con chiarezza, staccatevi dalla situazione e tornateci sopra quando avrete recuperato la calma.
Se invece vi accorgete di essere infuriati, ma nonostante ciò riuscite a parlare razionalmente con vostro figlio allora state facendo un primo passo per costruire un rapporto maturo con vostro figlio.
Cosa fare:
Ditegli cosa vi passa per la testa e ascoltate le sue risposte
Concentrate l’attenzione sulle azioni piuttosto che sul carattere dei ragazzi
Esprimete commenti specifici e dite a vostro figlio in che modo le sue azioni influiscono su di voi.
Potete utilizzare la vostra collera per dimostrare passione e sincerità finché continuate a comunicare nel rispetto reciproco.
Per poter sentire quel che i figli sentono, i genitori devono essere consapevoli in primo luogo delle loro stesse emozioni.
La scoperta è che si può essere emotivamente consapevoli anche senza indulgere in manifestazioni emotive eccessive, senza avere l’impressione di perdere il controllo.
Consapevolezza emotiva significa riconoscere il fatto di provare un’emozione, saper identificare i sentimenti ed essere sensibili alla presenza di emozioni nelle altre persone.
La strada è in salita, io a piccoli passi cerco di percorrerla.
Voi che dite? Pensate di aver raggiunto un equilibrio e una maturità in tal senso?
passa da me per un caffè… c’è anche un premio da ritirare!
ciao 😀
http://mammainpausacaffe.blogspot.com/2011/04/versatile-blogger.html
@trimamma: un premio per il mio blog per la sezione “Intelligenza Emotiva”? Ma grazieeee!!!
Ed io che pensavo che questi miei post servissero e piacessero solo a me, che mi fisso le idee e i concetti man mano che li apprendo. Invece a qualcuno interessano. Che bella sorpresa!!
Complimenti per il tuo blog!Ti seguo con interesse!
Se passi sul mio blog ho qualcosa per te!
Ale
http://ale-ilmondodiale.blogspot.com/2011/04/versatile-blogger.html
@Ale:Grazie!
La tua motivazione mi colpisce molto. Che responsabilità! Grazie davvero!!! E quando passi sul mio blog, lascia commenti, così ci conosciamo meglio e ci confrontiamo.
Sai io con i nanetti mi metto molto sul loro piano…nel senso che mi sento sul loro piano 😉 ! Quindi se qualcosa non mi va bene glielo dico chiaramente, come la direi a qualcun’altro…poi per il resto forse sono aiutata dal carattere (non che chissà che carattere spettacolare io abbia, anzi ad esempio cambio umore facilmente il che non è proprio una bella cosa) perchè non sono affatto collerica e tento di seguire la via della spiegazione più che dell’urlo, questo in tutti i campi, anche con il maritino ad esempio da quando ci siamo messi insieme (8 anni compreso il matrimonio) dire che abbiamo mai urlato o litigato per davvero è difficile, cerco sempre il confronto.Insomma anche con i nanetti cerco sempre di confrontarmi…adesso ti dico una cosa che mi sono sempre sentita dire che è sbagliata: io voglio essere una mamma amica…questo non vuol dire che io non dia dei limiti ma vorrei che i miei figli si sentissero liberi di dirmi tutto, anche quello che sanno che secondo me non va bene, voglio cercare di trasmettergli l’idea che con me e anche con il papà possono tranquillamente confrontarsi anche su queste cose senza ostruzione a priori da parte nostra! Mmmm…mi sa che sono andata fuori tema?! 😉 !
@Tra le foglie del mio giardino: “se qualcosa non mi va bene glielo dico chiaramente, come la direi a qualcun’altro” non è per niente scontato. Molte persone trattano i bambini non come persone, ma come esserini “inferiori” a cui non servono troppe spiegazioni..
beati voi, io e mio marito siamo due che prendono fuoco molto facilmente. Per fortuna come ci accendiamo ci spegniamo: io sono incapace di portare rancore!
“vorrei che i miei figli si sentissero liberi di dirmi tutto” anche iooooo!!! Cerco fin da ora di fargli capire che la mamma non si arrabbia se mi racconta una cosa che “non mi piace”, che lo comprendo e lo accetto sempre e comunque anche se ribadisco il perché quella cosa “non mi piace”.
Io sono molto istintiva in tutto ciò che faccio e quindi, gestire la mia rabbia mi riesce non solo difficile. Per me è una vera impresa…spesse volte mi scappa lo scappellotto per poi pentirmene immediatamente e mi accorgo che altrettante volte non spiego la mia rabbia ma la scaravento addosso disorientando chi mi ascolta. Ho letto anche io il libro e al corso che ho seguito hanno detto anche a noi la regola della mascherina dell’ossigeno prima a noi che ai bambini…certo che la salita da percorrere è veramente ripida… E’ il discorso che facevo nel mio post sul lavorare su noi stessi….io continuo ad arrancare ma ci provo, ogni singolo giorno ci provo e per me, è già una grandissima conquista!
Ti abbraccio forte
@LAMAMMAèSEMPRELAMAMMA : hai scelto di frequentare un corso? Mi piacerebbe approfondire questa cosa. Ti ha aiutato? In cosa?
La domanda vera per me è: riuscirò mai a cambiare la mia indole? questo mio accendermi? A volte non urlo, ma certo perdo la calma… ripidissima per me!
@LAMAMMAèSEMPRELAMAMMA: Grazie per i tuoi commenti e la vivacità e sincerità dei tuoi interventi! 😉
Il libro uscirà fuori prima o poi e lo leggerò. Nel frattempo devo dire che a volte è molto difficile, per un’istintiva come me riuscire a mantenere la calma e non urlare o minacciare, ma ci sto lavorando e ultimamente le occasioni per mettersi alla prova non mancano…
devo dire che rispetto a quando era piccola la mia prima figlia, qualche progresso l’ho fatto. forse gli altri due hanno un carattere diverso, ed è anche più facile comunicare con loro. non saprei! è proprio un percorso in salita che serve come base per periodi (l’adolescenza) ben più difficili per entrambi!
@serena: effettivamente le minacce funzionano bene anche da queste parti.. uffa ma quando non funziona nient’altro, si possono usare, no?? SCHERZO!
@tri mamma: E’ esattamente il motivo per cui cerco di impegnarmi e di studiare e di lavorare su me stessa perché vorrei avere una base solida per quanto i tempi si faranno duri!
premio per te …passa…!