Ho scorperto Ikea prima di avere bambini, la mia sezione preferita era l’oggettistica per la casa, ma anche tutto quello che riguarda l’organizzazione della casa e l’archiviazione di documenti, abiti, e quant’altro.
E poi, lo Smaland, dove lasciare i bambini più grandicelli per evitare che si annoino in giro con mamma e papà: uno spazio in cui i bambini vengono intrattenuti con ogni sorta di attività, dal disegno, alle attività creative, ai tuffi tra le palline, ai peluche, agli arredi per il gioco simbolico.
Per non parlare del ristorante, con i menù biologicici certificati per i bambini e i seggioloni, che ce ne son sempre tantissimi e gli scaldabiberon per i più piccoli…
E così l’ho vissuto fino ad una settimana fa, poi la storia delle polpette con carne equina… e già lì sono entrata in crisi e non mi consola che ne abbiano trovato tracce anche nei nostri italianissimi ragù pronti e nelle lasagne alla bolognese. Perché se tu sei un negozio per famiglie, allora le famiglie si fidano di te e di quello che proponi e non è giusto che tu le prenda in giro proponendo una schifezza solo perché ti costa meno… Perché allora toglilo il ristorante se non ti conviene averlo e pace, ce ne faremo una ragione, torneremo a casa a farci due spaghetti aglio e olio o al massimo ci fermeremo a prendere un po’ di pizza al taglio.
Condivido pienamente le tue parole, sia quando dici che hai sempre apprezzato i prodotti Ikea (anch’io sono una loro fan da tanto)sia quando dici che sei rimasta veramente delusa!
Hai ragione, con la salute non si scherza, soprattutto con quella dei bambini e dover catalogare Ikea come tutti gli altri, mi pesa molto, perchè sono sempre stata la prima ad elogiare tante loro iniziative e il loro modo di vedere le cose, così diverso dagli standard.
Non so come finirà questa brutta faccenda, ma so di sicuro che niente sarà più come prima!
Ciao e complimenti per il tuo bellissimo blog!
Purtroppo hai ragione, niente sarà più come prima!
Grazie Stefania per i tuoi complimenti e per aver commentato!
ciao, condivido la tua delusione, ma riguardo il cibo purtroppo ormai non ci si può fidare proprio di nessuno. Già da tempo ho imparato a leggere per filo e per segno che cosa c’è scritto nelle etichette e ti assicuro che sono anni che non compro più nè le polpette ikea nè altri prodotti confezionati delle grandi marche perchè c’è veramente di tutto. Ovviamente il fatto che scrivano che c’è manzo e poi è cavallo è sicuramente una truffa ma il fatto che oltre alla carne ci sia un’altra decina di ingredienti, tra cui tantissimi conservanti, che non dovrebbero esserci, ti fa capire che se si può è meglio evitare. La storia della torta è ancora peggio… niente, è meglio farsi le cose in casa!!!
MammaMicia, condivido in pieno! Infatti raramente mangio nei fast-food e non compro mai sughi pronti e e quasi mai piatti pronti in generale, ma di Ikea mi fidavo… mi son fatta fregare!
E’ vero, è un gran peccato e una delusione per tutte noi.
L’unico fast food di cui mi fidavo… mi son fatta fregare!
E’ quasi meglio Mc!
MAI!
io penso che invece ci siano delle cose che possono sfuggire, nella grande distribuzione e il fatto che vengano fuori è indice di sicurezza e trasparenza dell’azienda, oltre che dell’efficienza dei controlli. come quando chiedono di restituire dei giocattoli perchè a posteriori si sono accorti che avevano un difetto (è successo, diverse volte). non è che c’è un signor Ikea che si occupa di tutto e controlla tutto personalmente, ci sono dei processi produttivi che vengono affidati a terzi, i quali a loro volta si affideranno a dei fornitori per le materie prime. ecco perchè ci sono istituzioni che si occupano di controlli e come possiamo vedere questi controlli funzionano. non è l’unica azienda colpita e danneggiata da questa storia della carne di cavallo, o dai batteri fecali nelle torte. sinceramente ho sempre trovato l’ikea un ottimo posto dove fare acquisti, l’attenzione per le famiglie è in realtà nella media rispetto alle attività commerciali svedesi (ho vissuto 2 mesi a Stoccolma prima di avere figli, e ho potuto notare come lì tutto è “come l’ikea”), appare fantascientifica da noi dove anche trovare il fasciatoio o il seggiolone al ristorante è pura utopia. sono molto intelligenti, nel marketing e nella presentazione e questo li rende vincenti (e per questo non sopporto chi mi dice che per colpa loro gli altri mobilifici falliscono, anzi sono convinta che abbiano alzato di molto lo standard del mobilificio medio italiano, dimostrando che la concorrenza è spesso un bene), ma non ho mai pensato il loro ristorante come un posto sano dove mangiare. è sano come lo è il McDonald, quindi niente di male se ci si mangia una volta tanto ma certo non mi aspetto una cucina “genuina”. ovviamente la carne di cavallo e i batteri fecali sono un’altra cosa, che non riguarda la genuinità del cibo ma l’infrazione di una normativa.
CosmicMummy anche io mangio in questi posti con una certa diffidenza, ma il ristorante ikea offre un menù biologico per bambini, come fai a non fidarti!?!?
io infatti non mi fido affatto della parola “biologico”, è solo marketing!!! con questo non voglio dire che chissà che danno hai fatto a tuo figlio, anzi secondo me va benissimo. fra l’altro ricordate qualche tempo fa i casi di escherichia coli in Germania? alla fine si è scoperto che erano verdure (o germogli di soia, non ricordo) biologiche. e del resto, se concimi con la cacca…
cosmicmummy, concordo con te. anche io non mi sono mai fidata dei prodotti definiti “biologici”, anche se per onor di cronaca gli yogurt venduti all’ikea sono di varese ligure, comune italiano definito appunto biologico, dove x i prodotti caseari ci sono maggiori accortezze. per quanto riguarda i fast food o il MC io non demonizzerei, credo che una volta ogni tanto siano un diversivo per i bambini e certamente non li uccidono.
@federica, cosa farai quando tuo figlio ti chiederà di andare o sarà invitato ad una festa di compleanno in uno di questi posti?
Anch’io come te sono rimasta delusa, adoro Ikea per tutte le cose che hai scritto, spero solo che questa faccenda di un input per controllare meglio tutto così da poterci andare e essere più sicuri.
Della serie proviamo a guardare il bicchiere mezzo pieno?
Si speriamo che dopo questa, facciamo veramente più controlli.
Speriamo
In effetti hai ragione, l’Ikea è un luogo a misura di bambino ma per quanto riguarda il cibo credo in tutta sincerità che forse non dovremmo mangiare veramente più niente. Lo schifo è ovunque. Proprio questa mattina si diceva che tortellini non ne compreremo per un bel pò almeno fino a quando non avremo digerito la storia della carne di cavallo 🙁
Ben detto Anto!
Pienamente d’accordo su tutto quel che leggo in questo post. Purtroppo anch’io faccio parte delle mamme deluse da Ikea. Hanno saputo lavorare bene sull’immagine, mi auguro che sapranno lavorare meglio anche sui controlli della qualità dei prodotti da qui in avanti.
Lo spero anche io! Perché dovranno sudarsela la nostra fiducia stavolta!
condivido tutto.
Una vera delusione.
Io adoro l’Ikea.
Ho sempre pensato che avesse un’attenzione particolare per le “famiglie” e per i bimbi.
Ora non so.
Anche se credo che i maggiori controlli di qualità porteranno a prodotti migliori. (spero!!)
Spero anche io Imma… ma fidarsi ora è dura!
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Spezzo una lancia in favore di Ikea.
Ikea è un mobilificio: fa i mobili. Li fa anche bene, con un buon rapporto qualità prezzo e senza standardizzare ogni ambiente (camerette ikea/camerette moretti compact -tanto per dirne una- 10 a 0). Nel suo mobilificio offre anche servizi accessori: tra cui il ristorante. Ma Ikea non è un ristorante, non controlla direttamente le materie prime e la lavorazione dei prodotti, perchè non è il suo ambito: si fida dei fornitori, come tu (o io, o chiunque altro) si fida, chessò, del ragù star per preparare le lasagne. A volte i fornitori deludono le aspettative, e Ikea non ha insabbiato molto italiamente le cose, ma lo ha subito pubblicato sul proprio sito: “Alcuni risultati dei test effettuati sulle nostre polpette hanno individuato tracce di carne di cavallo tra quelle prodotte da uno specifico fornitore svedese. Naturalmente la presenza di un ingrediente non indicato nelle ricette o nelle specifiche di un prodotto è per noi assolutamente inaccettabile…”. Gridare che Ikea ti ha deluso mi sembra, perdonami, un po’ ridicolo: se porto mio figlio a mangiare fuori, in un mobilificio per giunta, in cui so (perchè lo posso leggere papale papale sulle etichette) che vendono cibi fatti con olio di colza, grassi idrogenati, conservanti e coloranti posso dispiacermi che qualcosa che non è scritta nella lista ingredienti (tanto più se potenzialmente dannosa) è invece presente, ma non posso incolparne il mobilificio. Diverso sarebbe se scoprissi che il supermercato bio vende insalate ogm o il mercato equo solidale usa bambini del terzo mondo per produrre il caffè. Sara
Sara, tu hai ragione, è tutto verissimo, ma non credi che la grande attenzione che dedicano ai bambini e alle famiglie, di cui non a caso ho descritto sopra, ispiri attenzione anche nel cibo?
E poi scusa, hanno il menù Bio per i bambini!
Il problema è alla fonte: ikea si è fidata di fornitori affidabili che l’hanno delusa o ha scelto di commerciare con fornitori scadenti per guardagnarci sopra? Non te lo so dire. So che l’attenzione per il cibo deve essere garantita, è ovvio, ma che ikea non è infallibile (tanto più in un ambito che non gli compete): mi basta già che lo abbiano subito dichiarato sul loro sito, e non in una piccola nota a fondo pagina, ma ben in evidenza sulla home page, e che si siano scusati e detti disposti a risarcire i consumatori. Francamente mi sembra sintomo di trasparenza e cortesia: e questo si, lo esigo da una buona azienda. Sara
Sara, io non chiedo la perfezione e l’infallibilità, solo dei controlli per garantire quello che si mette in tavola.
Sul come hanno gestito la cosa, chapeau, come sempre! Su questo li valuto benissimo, quando sbagliano qualcosa non esitano a gridarlo ai quattro venti!
Capisci che è proprio per tutti questi motivi che son rimasta delusa?!
Comunque quell’articolo è scritto sull’onda emozionale… se ho usato parole forti è per questo…
Federica, condivido quanto hai scritto. Tempo fa avevo pensato di scrivere un post dedicato ad Ikea e ad una certa delusione che mi aveva provocato, ma non era ancora per la storia della carne. Infatti avevo letto un articolo riportato su Internazionale che riportava un’inchiesta – mi pare dello Spiegel – proprio su Ikea. Se lo trovo anche on line (io l’ho letto sul cartaceo), ti mando il link.
Un caro saluto!
Ok. A presto.