Avete presente il film Sliding Doors? Quello in cui viene raccontata la storia di una donna in due possibili versioni: in un caso prende il treno, arriva a casa e trova il suo ragazzo a letto con un’altra, nell’altro caso perde il treno e non lo scopre.
Ecco io ho un episodio simile, anche se non sono coinvolti tradimenti e partner fedigrafi, almeno spero, cioè spero di non aver perso il treno come la protagonista..!
No, vi racconto del mio sliding doors lavorativo.
Ero una neoalaureata con 110 e lode a 25 anni, quando ancora c’era la laurea di 5 anni e quando ancora la laurea contava qualcosa e quando ancora mandavi curriculum e venivi chiamata per un colloquio.
Ebbene mando il curriculum e mi chiamano due aziende meravigliose e ambitissime: una è una società di informatica lanciatissima in diversi settori, l’altra una delle società di consulenza più solide e fiorenti a livello mondiale Accenture.
Il primo colloquio è molto simile: in entrambi i casi una tavola rotonda in cui ci si presenta e si fanno una serie di test psico-attitudinali e una serie di giochi di ruolo volti a verificare capacità di problem solving e di lavoro di gruppo.
Divertentissimi entrambi!
Vengo richiamata da entrambe le società al colloquio successivo, che diventa un colloquio personale diciamo tecnico anche se in realtà è più volto a testare l’intelligenza intuitiva, l’approccio ai problemi…
Nella prima società un solo colloquio “tecnico”, in Accenture due colloqui tecnici con due manager che lavorano in Telecom, mi diverto tantissimo a rispondere ai loro quesiti, mi sento lanciatissima.. penso che ce la farò a fare questa meravigliosa esperienza…
Supero i colloqui tecnici (in tutto sono 3 da una parte e 4 dall’altra) e vengo convocata dal Manager Supremo di Accenture per il colloquio finale, che poi a detta di tutti, era una pura formalità perché se hai passato i precedenti, lui fa solo la proposta economica.
Arrivo tutta convinta e lui si scusa e mi dice che non ha avuto tempo di guardare la mia pratica e che una urgenza richiede la sua attenzione, mi richiamerà appena letto la pratica.
Accenture non era il sogno della mia vita, non mi vedevo lì tutta la vita, ma da neolaureata, col massimo dei voti, volevo provare a conquistare il mondo e sapevo che una esperienza in Accenture mi avrebbe fatto benissimo, che mi sarei fatta le ossa, come si dice e che da lì poi avrei potuto decidere dopo qualche anno che piega dare alla mia vita.
Nel mio futuro allora vedevo una famiglia, c’è sempre stata nei miei desideri, ma non la vedevo a breve, come infatti è stato e sentivo di volermi misurare con una realtà competitiva e sfidante.Dall’altro lato una società apparentemente solida e versatile con situazioni sfidanti, ottima posizione (nel mio stesso quartiere) retribuzione sulla carta allo stesso livello.
Da Accenture non ho mai più saputo nulla. Nel frattempo ho avuto la proposta dall’altra società, l’ho accettata e son qui ancora adesso.
Dopo anni ho conosciuto un manager Accenture cui ho raccontato la mia storia che mi ha spiegato come la prassi Accenure fosse quella di comunicare sempre l’esito di un colloquio, qualunque esso fosse, tramite una lettera, la classica lettera in cui scrivevano che venivi inserito nella banca dati per eventuali future posizioni.
Io non ho mai avuto quella lettera, le mie amiche, segate al primo colloquio l’avevano avuta, ma non mi son posta il problema non sapevo di poter pretendere una risposta.
Conclusione: secondo il mio amico manager, la mia pratica era rimasta sepolta da altre carte su quella scrivania e solo il caso aveva deciso che io non fossi assunta in Accenture.
E io ringrazio che sia rimasta sepolta là sotto la tua carta…
a meno che poi, il seguito della storia fosse che in Accenture ci sarei finita pure io in qualche modo…
che tenera..!
Come si dice..i casi imperscrutabili dell’esistenza.. vai a sapere 🙂 Buon inizio settimana!
Buona settimana anche a te!
scusa sai…che sfiga!!!!!
…per la lettera intendo!!! 😛
già…
il destino esiste in ogni momento!
cmq male non ti è andata 🙂
non mi è andata male?! Non lo so… Non posso sapere come sarebbe stata altrimenti la mia vita, ma son sicura che sarebbe stata mooolto diversa..
sì, proprio uno di quei casi in cui “come sarebbe se..” ha tutte le ragioni di esistere!
vero! 😉
e alla fine credo che ci troviamo nel posto che era dedicato a noi…..
probabilmente-
Antonella, ti quoto appieno!!!
Beh, complimenti per la laurea e per il colloquio, comunque sia andata a finire. E soprattutto complimenti per il modo “easy” con cui hai affrontato la cosa.
beh, mi hanno assunto subito con contratto a tempo indeterminato e la mia società era una bellissima realtà.. prima che Finmeccanica ci mettesse le mani.. ma questa è un’altra storia!
Oddio.. davvero una sliding door questa! Però per fortuna se stai bene dove sei almeno non ti rodi il fegato.
No, ma rimpiango di non aver chiamato per sapere… chissà cosa ne sarebbe stato di me..
Bè, se non è una sliding door la tua!!!! Alla fine però mi sembra di intuire che quell’essere lanciata e farti le ossa non ti manchi poi così tanto 🙂 bel post!
non lo so CeciliaKi… forse invece si!
Caspita, a me è capitata la stessa cosa con IBM!
Ciao
Norma
davvero!?
Quando ripenso alle porte scorrevoli della vita in ambito lavorativo una sensazione di irrequietezza mi assale…
In questi giorni piu’ che mai…
Ma se tu ti trovi bene e l’azienda per cui alla fine sei finita a lavorare e’ una realta’ che ti piace e che ti fa crescere direi che la porta si e’ chiusa al momento giusto… o no?;)
che mi piace e mi fa crescere?!
Mi piaceva! Prometteva di farmi crescere!
Ma da quando siamo sotto Finmeccanica… la morte!
infatti se il lavoro di adesso è quello giusto, il destino ha avuto un ruolo determinante nel bene e nel male, giusto?
chi può dire che sia quello giusto!?
…magari è stata colpa delle Poste, la lettera ti arriverà fra decine di anni come quel vecchio reduce di guerra che aveva scritto alla moglie e che si è visto recapitare la lettera dopo 20 anni! Comunque sia, credo che niente accada per caso…evidentemente il destino voleva così! 😉
Ilaria
^_^ chissà…!
chissà come sarebbe andata se….è proprio il caso di dirlo in questo caso!!
già…
i casi della vita, eh?!?!?
quando si dice che esiste il fato …
già..
Se penso alle mie occasioni lavorative mancate un pò mi viene l’ansia visto gli anni passati sui libri ed il foglio di carta che li attesta chiuso non si sa in quale armadio…però in cambio ho avuto i miei 2 bellissimi cuccioli ed un blog sempre più impegnativo !
mmmm, Accenture!
Mio marito ci ha lavorato per circa 5 anni e sai che a lui è successa la stessa cosa?Stessi colloqui e stesso silenzio dopo l’ultimo colloquio. Lui telefonò chiedendo come mai ancora non si fossero fatti risentire e gli risposero proprio “ops! Ecco la sua pratica, sepolta qui sotto! Venga, venga è stato assunto!” Si vede che ce l’hanno per vizio. Però se posso dirti una cosa lui dopo un po’ ha deciso di andare via perchè la vita accenture è poco compatibile con la vita familiare e soprattutto perchè “il gioco non valeva la candela”. Insomma, dai ti è andata bene!
non ci credo! Adesso rosico davvero!!
La mia intenzione era proprio quella di stare in Accenture per qualche anno a farmi le ossa per poi cambiare.
Se non avessi avuto in ballo l’altra cosa, sicuramente avrei chiamato anche io.. ma ormai basta recriminare. E’ andata così…
Dici sul serio? Dici perché lo sai?
Mi pare strano anche per loro! ^_^