La paura del buio è una delle paure più comuni nei bambini e anche delle più difficili da sconfiggere. Per noi genitori è complicato farci i conti, perché la paura del buio si manifesta come paura di essere lasciati soli in una stanza, in un ambiente poco illuminato, paura di attraversare un corridoio poco illuminato, paura di addormentarsi da soli, pianto al risveglio nel cuore della notte.
Ecco io tutte queste cose non le avevo mai sperimentate con il mio primogenito. E nemmeno col secondo che non aveva paura di nulla, che gioca con animali feroci da quando è nato e si è sempre addormentato da solo, nel suo lettino, dopo la lettura della buonanotte.
Tutto questo prima. Poi a scuola gli hanno letto questo libro: Quando avevo paura del buio e lui che paura non l’aveva, ha iniziato ad averla.
Le maestre dicono di aver avviato un percorso sulle emozioni e gli hanno proposto i due libri cult su questi temi, quelli di Mireille d’Allancé: Che rabbia! e Quando avevo paura del buio.
Io sono molto favorevole all’uso di libri per bambini per esorcizzare paure, analizzare sentimenti e situazioni, razionalizzare sensazioni, tutto questo, unito alla presenza di un genitore empatico, educa l’intelligenza emotiva dei nostri figli: li aiuta a riconoscere, esternare e gestire le emozioni. Anche quelle negative.
Il libro Che rabbia! che io ho proposto a Filippo a suo tempo, svolge un ottimo lavoro soprattutto se usato e richiamato nei momenti opportuni. Con Filippo avevamo anche realizzato una nostra scatola della rabbia, una scatola dipinta da lui di rosso, in cui al bisogno urlare la nostra rabbia.
Questo genere di libri secondo me andrebbe proposto, magari anche elaborato con disegni, artefatti, giochi, ma solo nel momento in cui il bambino ne ha bisogno, perché ha manifestato un disagio, una paura, una difficoltà ad affrontare una qualche situazione.
Tornando al mio piccoletto, di 2 anni, si è sempre addormentato da solo, senza bisogno di essere mai cullato, senza bisogno che gli tenessi la manina, ad un anno e mezzo, se capitava che si svegliava, anche al buio, scendeva dal suo letto e veniva in camera mia.
Da quando dorme in cameretta col fratello, una volta letto il libro della buonanotte, io mi limitavo a dare loro un bacino, spegnere la luce e i bimbi si addormentavano serenamente da soli.
Questo fino a qualche mese fa.
Poi le maestre del nido, gli hanno proposto Quando avevo paura del buio e mio figlio ha iniziato a conoscere la paura, a nominarla, ad avere paura del buio. A nulla vale il nostro rituale sempre uguale a se stesso, a nulla vale che il fratellone gli tenga la mano, lui piange… e piange anche di notte: se si sveglia e si ritrova al buio, piange.
La maestra dice che non è colpa del libro, dice che molti bambini a questa età sviluppano la paura del buio, è fisiologico. Io non lo so, Filippo non l’ha mai avuta! A 3 anni e mezzo si svegliava di notte per far pipì e andava in bagno da solo. Senza chiamarmi e senza paura alcuna.
Io non intendo colpevolizzare il libro, effettivamente l’editore lo indica per bambini dai 4 anni in su, ma la mia personale opinione è che non debba essere proposto ai bambini di questa età, ma soprattutto che non debba essere proposto ai bambini che la paura del buio non ce l’anno.
Perché è vero che il protagonista alla fine si tranquillizza e abbracciato al suo orsetto, tutte le paure svaniscono, ma le illustrazioni son talmente forti che inevitabilmente creano pensieri negativi e innescano meccanismi che poi la paura la fanno nascere.
Armadi che diventano mostri
sedie che diventano lupi
Serpenti che spuntano da sotto una tenda,
in un crescendo in cui… tutto sembra così reale, così vero, così possibile… che d’improvviso non ci si può fidare più di nessuno!
Voi che ne pensate? Voglio dire, sono in crisi perché so che questo libro è molto venduto, so che è letto in molti nidi, allora come si spiega quello che mi è capitato e la mia impressione? Voi che esperienza avete in merito?
E soprattutto a questo punto, mi aiutate ad affrontare la paura del buio di Edo?
Aspetto le vostre proposte, libri, idee, suggerimenti.
Ciao Federica, non sai quanto ti capisco…. Nel pomeriggio o stasera ti rispondo con calma… intanto ti incollo un post che avevo scritto sul nascere della paura del buio nella mia bambina.
P.S. la frase finale “ho cercato un libro ma non è adatto” si riferiva esattamente a questo libro qui 😉
http://www.mammadicuori.com/2013/03/la-paura-del-buio.html#more
Grazie corro a leggere!
Eccomi quindi, che posso dirti? Soprattutto che ti capisco con tutto il cuore, perché mi sono trovata spesso a sentire ciò che stai provando tu ora.
E spesso mi sono sentita un “brutto anatroccolo”, perché non trovavo adatte alcune letture (e sai, secondo me anche “cappuccetto rosso” non è adatto a bambini piccoli) e vedevo altri bambini che non subivano la frustrazione emotiva che capita a mia figlia, e mi dicevo, “ma, forse il problema siamo noi?”.
Si, ok, lei è particolarmente sensibile, ma alla fine ho capito che anche per i bambini che non manifestano una reazione così immediata, questo tipo di sollecitazioni non sono utili, perché comunque li nutrono emotivamente.
Insomma, è come quando noi vediamo un film dell’orrore, l’effetto non è di certo lo svago o il divertimento, no?
Penso che ci voglia davvero tanta sensibilità e protezione verso i nostri bimbi, e spesso il mondo, che è ormai così assuefatto ad immagini di ogni tipo, se ne dimentica.
Poi però sto imparando anche, grazie alle sue paure, che ogni volta questo tipo di dolore è parte di un importante processo di crescita ed elaborazione e che io non posso fare altro che esserci ed aiutarla a comprendere.. e a volte ci vuole tempo, tanto tempo.
Mi spiace davvero tanto ogni volta, ma indietro non si torna, si può solo cercare di andare avanti.
In generale però io insisterei con le educatrici e con la pedagogista del nido: ultimamente ci siamo trovati ad affrontare una nuova difficoltà con la mia bimba e loro mi sono state di aiuto e non l’hanno mai forzata (non voleva più sentire musica, aveva degli attacchi di terrore davvero impressionanti, e loro metteva spesso su gli “indistruttilibri”, che fino ad allora lei adorava).
Cerca di farglielo capire, forse capiranno… almeno cerca di fargli comprendere che c’è anche bisogno di una pausa per elaborare, un periodo in cui creare e strutturare i propri strumenti di risposta, e che una continua sollecitazione, senza sensibilità ed attenzione, può creare dei terrori troppo grandi per poter essere gestiti.
Avranno pure altri libri per parlare loro di emozioni, no?
Fammi sapere come va,
ciao
Grazie Isabella per il tuo lungo commento. Mi hai fatto sentire capita.
Molte mamme della stessa classe mi fanno sentire una marziana quando ne parlo. Forse non si accorgono. Forse ignorano il contenuto del libro e quali ne possano essere gli effetti su bambini così piccoli.
Io avrei voluto solidarietà da parte loro, ma non l’ho trovata.
E non l’ho trovata nemmeno nelle educatrici, le quali non sapendo che io “mi intendo di libri per bambini” pensano che salendo in cattedra con la voce della loro competenza io possa fare marcia indietro.
Ma si sbagliano.
Per prima cosa cercherò io stessa e proporrò loro della alternative.
E poi se non dovessero ascoltarmi, andrò dalla coordinatrice. Mi dispiace arrivare a tanto, ma non mi lasciano scelta. O no?
Io per contro cercherò di convivere con la rabbia che provo quando si verificano episodi collegati al libro e di cercare dentro di me la forza e l’amore che solo noi mamme sappiano trovare per accoglierlo e stargli vicino con pazienza.
Ma che palle!
Noi quel libro l’abbiamo preso un anno fa per mio figlio grande (che ora ha cinque anni) per esorcizzare la sua paura del buio. Purtroppo non ha cambiato le cose: intanto non lo legge volentieri, e poi manifesta ancora un disagio quando si tratta di andare a letto, disagio che si acutizza in periodi di particolare stress.
La piccola (quasi tre anni) ha sempre sfogliato il libretto incuriosita, l’ultima volta l’ho trovata un po’ turbata “Mamma chi sono questi?” (indicando i mobili che prendono vita) “Perché fanno così?”. Tuttavia continua a dormire tranquilla e, al contrario del fratello che vuole lucine, porte aperte e ogni altro genere di conforto, lei vuole dormire completamente al buio e con la porta della camera chiusa.
Nel tuo caso non so cosa dire: può succedere che un bambino che non aveva paura del buio, crescendo manifesti questa paura (il mio grande ha cominciato intorno ai due anni) perché crescendo aumentano anche le consapevolezze e cambia la percezione della realtà. Se Edo abbia risentito del libro non so dire, è possibile. Con mio figlio, per esempio, devo stare molto attenta ai film (a cartoni) che gli propongo, perché si turba facilmente (per dire. quando Capitan Uncino cattura Wendy e gli altri bimbi lui si va a nascondere) e poi queste angosce si ripropongono puntualmente al momento di dormire.
Tuttavia consigli per far passare la paura non ne ho, se non di essere comprensiva e aspettare. Noi dopo cinque anni siamo ancora qui…
Hermione credo che la paura del buio una volta che ce l’hai non passa.
La paura del buio è la paura dell’ignoto, la paura dell’abbandono… Ci credo che siete ancora lì…
E forse essendo così sensibile, mio figlio l’avrebbe sperimentata comunque… ma che rabbia!
Anche io conosco il libro di cui parli. Qualcuno l’ha regalato alla mia secondogenita qualche anno fa… Non so, a me non piace per niente. Gliel’ho letto una volta, diventando scettica man mano che giravo le pagine e abbandonandolo a metà perché non mi convinceva per niente. Mia figlia non l’ha mai ripreso in mano.
La paura del buio… ce l’ha la mia bimba più grande, non ce l’ha mai avuta la piccola, quella alla quale ho letto il famoso libro.
Anche io mi sono sempre chiesta come aiutare mia figlia a superare questa paura… In fondo cosa è il buio?? La paura di essere giudicati, di non essere all’altezza, il timore che ci sia qualcosa che noi non conosciamo che ci voglia fare del male… Probabilmente se noi mamme riconoscessimo e risolvessimo tutte questi timori dentro di noi, e cominciassimo a ridimensionarli e forse anche a riderci sopra anche la nostra bimba imparerà a farlo con se stessa e il timore del buio via via diminuirà…
Nel frattempo io ho insegnato alla mia bimba – quando va a letto – a fantasticare e a creare nella sua mente un futuro grandioso. A qualcosa serve:) A colazione non finisce più di descrivermi le sue idee;)
Un abbraccio,
Simona
Che bella idea Simona! Fantasticare sulle cose belle prima di dormire! Mi piace!
Ma aspetta mi sono persa. Ma quanti anni ha il piccolo? Se ha due anni come mi è parso di capire ovviamente ol libro non è indicato. Che poi sto libro, mette ansia anche a me. A me pare che non tutti i libri vadano bene per tutti e direi che proporre libri così”forti” in una relazione che non può essere 1:1 è controproducente. Ben venga che consiglino queste letrure alla famiglia, ma è ovvio che in jn gruppo non potranmo spiegare e accompagnare “al” libro come si deve.
riguardo a come affrontare questa paura… “aspetto” con timore che sia il momento qui, per ol momento ancora tutto ok (Pisti -2anni- conosce la parola e l concetto di buio e ci gioca pure: chiude gli occhi e dice buio, li apre e dice luce). Penso cje proverei a spiegare con parole semplici a cosa serve il buio. Che è necessario al nostro corpi pwr riposare, infatti solo al buio riusciamo a produrre la melatonina (parola dal suono magico) che è necessario per rilassarci profondamente. Assocerei aquesto dei tentativi di meditazione leggera e rilassamento guidato. La butterei sul un gioco rilassante. Ovviamente potenzierei il rituale, mi pare di aver capito che anche ti credi molto. Lo costruirei con altri elementi oltre alla lettura… soprattutto poi se davvero quel libro lo avesse shoccato..
scrivo da cellulare, spero sia chiaro:D
Grazie carissima… Ovviamente condivido con te le perplessità sul libro… ne ho parlato con le maestre ma non si son mostrate molto ricettive purtroppo. Se continueranno a leggerlo con insistenza, temo che dovrò smettere di essere cortese.
Riguardo la meditazione, effettivamente è da un po’ che ci penso… devo studiare però perché non son ferrata sul tema e non so come proporla ai bambini. Tu hai suggerimenti? Libri su cui studiare? Post?
Ciao a tutte.
Vorrei entrare nella discussione anche se non sono mamma.
Mi occupo di libri per bambini e ragazzi da molti anni, faccio la libraia, vado nelle scuole a leggere libri e fare progetti lettura (anche con i piccolissimi del nido).
La vostra discussione la trovo illuminante. Ho sempre pensato (e lo penso anche oggi) che i libri non insegnino la paura o la rabbia o altro, ma che diano e ci diano “le parole per dirlo” e ci aiutino a riconoscere le nostre emozioni e i nostri sentimenti. In altre occasioni avrei detto a MammaMoglieDonna che i libro aveva aiutato il bambino a riconoscere un’emozione che già provava, ma leggendo i vostri interventi ho cambiato idea e non mi sembra questo il caso ( e quindi sono tornata a riflettere sull’argomento).
Io credo che quel libro non sia assolutamente adatto a bambini sotto i 4-5 anni e contemporaneamente però mi chiedo come sia possibile che un bambino che non aveva paura del buio, dopo aver letto questa storia (le cui immagini, concordo, sono inquietanti!) abbai sviluppato che questa paura così grande… non so io cercherei di capire
Grazie per lo spazio concesso. Mi sarebbe piaciuto trattenermi ancora, ma sono terribilmente in ritardo.
Carla
Carla,
il tuo commento è veramente stupendo!
Anch’io come te penso che attraverso la lettura i bambini riescano a dare voce alle loro emozioni. E li uso a tal fine e li propongo ai miei figli e li suggerisco ad altre mamme.
Condivido con te la riflessione sul fatto che in questo caso sia difficile capire quanto il libro, seppur non indicato per l’età di mio figlio abbia potuto influire, sicuramente ha attecchito su un malessere che di fondo c’era già. Ma ti giuro che non ne avevo mai colto i sintomi, altrimenti non me la sarei mai presa con il libro.
Ci rifletterò Grazie tante e spero tu possa tornare a portare il tuo prezioso contributo in questo mio spazio, che ha senso solo se condiviso con i miei lettori!
Ciao,
ti rispondo qui…visto che twitter e i suoi 140 caratteri non lo permettono:)
Ho acquistato questo libro “a sentimento”, senza farmi consigliare da nessuno e senza aver letto nessuna recensione prima. E’ quello che faccio per i libri che scelgo anche per me. Mi catturano il titolo, la copertina, il flusso di emozioni che il libro mi trasmette in quel momento e procedo con un click impulsivo su Amazon;-)
Mia figlia non ha mai mostrato particolarmente paura del buio o dei mostri. Vuole stare spesso con noi nel lettone e quando io le chiedo perché mi risponde: “Perché qui sono sola, tu invece sei in compagnia del babbo”. Fondamentalmente lei non vuole stare sola e non mi ha mai nominato paure strane, non ha mai fatto incubi fino ad ora quindi forse anche per questo ho acquistato il libro sulla paura del buio con molta tranquillità.
Effettivamente quando abbiamo iniziato a leggerlo, ho avuto IO paura che le si innescasse qualche strano meccanismo e che mi iniziasse a dire che non vuole stare nel suo letto per le stesse paure descritte sul libro. Ma non è successo.
Lo vive, per fortuna, con molta serenità… Io le ho solo detto che i mostri nascosti che Roberto vede nella sua cameretta sono frutto della sua immaginazione e che non esistono davvero…
Probabilmente è come dici tu: conta anche l’età in cui viene letta una storia di questo tipo. I bambini inoltre vivono diverse fasi e sentimenti, che cambiano anche in un minuto. Mi dispiace se effettivamente ha creato un problema al tuo piccoletto. Sono però sicura che, come gli si è scatenato, gli andrà via altrettanto in fretta…
Ho in programma di scriverne una recensione….quindi probabilmente citerò anche la tua esperienza;-) Grazie per avermela segnalata.
Bacio
Viviana KVF
Se la scrivi, posta il tuo link nei commenti che la leggo volentieri.
Sarà certamente un problema di età!
Cara MammaMoglieDonna, Anche a me, come a Viviana, mentre leggevo questo libro mi veniva il dubbio di innescare qualche paura e, dopo la prima lettura, ho nascosto il libro. Poi ho comprato un bellissimo libro Pop-Up “Chi ha paura del Buio” (ed. White Star) dove i mostri sono occupati tutta la notte tra feste, balli ecc. e dunque troppo impegnati per disturbare i nostri sogni…. Con questo mi sono trovata decisamente meglio. La paura del buio è diminuita… Poi, come sempre, dipende come si fa la lettura…. Per il primo, quando ho visto che i mobili diventavano mostri ecc. ho cominciato a prenderlo un po’ sul ridere e a dire “guarda che buffo” “guarda quanto è coraggioso l’orsacchiotto” per togliere un po’ della tensione che sentivo crescere nei miei figli. Ma se non eri tu a leggerlo ma le maestre…. Insomma, non credo sia una lettura adatta alla scuola….
Ana, non credo sia adatto a bambini così piccoli che non son capaci di distinguere ciò che è vero da ciò che non lo è.
Noi ci stiamo lavorando, presto scrivo un bel post su come… ma funziona e son felice!
Buongiorno, ho letto con attenzione le problematiche riscontrate con questo libro ed avrei piacere di proporvi, un nuovo libro illustrato che è uscito da pochi giorni e di cui sono curatrice: “Papà ho paura!”, dell’autrice emergente Marzia Gianotti.
Mi sento di consigliarvelo poiché ritengo che il metodo proposto all’interno di questa piccola avventura contro i buffi mostri notturni ed il ruolo centrale che il padre del piccolo protagonista assume all’interno della storia possa fornire nuovi ed interessanti spunti per aiutare voi ed i vostri bambini ad affrontare, con una forte carica emotiva ed un grande coinvolgimento, la paura del buio. Mi auguro che possa esservi utile.
Grazie del consiglio Silvia.
Arrivo solo ora su questo post e a questo punto visto che è passato un bel pò di tempo mi piacerebbe sapere se al tuo piccolo è poi passata la paura del buio?
Ho il mio primogenito, di 3 anni, in piena fase acuta e stiamo facendo fatica a fargliela passare.
Parto svantaggiata perché io da piccola (ma a dirla tutta pure adesso) avevo il terrore di rimanere al buio, ma ho fatto in modo di non trasmettergliela. Non so quindi da dove è iniziata la sua ma lo capisco molto e cerco di stargli vicino rassicurandolo, ma non basta.