Oggi la mia rubrica dedicata alle mamme che amano leggere ai bambini aggiunge un tassello speciale, aggiunge il contributo di una mamma che ama tantissimo leggere e leggere a suo figlio, che scrive come poche e che è una persona bellissima, che non conosco ancora quanto vorrei, ma che da quel poco che leggo mi piace tantissimo: si tratta di Grazia Lodigiani, per chi non la conosce, la sua casa in rete si chiama To Write Down e lì potete scoprire quanto sia brava a scrivere, quanto sia coinvolgente la lettura delle sue pagine e mettervi in fila come me ad aspettare che si decida a scrivere un libro! 😉
Mettetevi comodi e gustatevi questa bellissima intervista.
Benvenuta Grazia, quali sono le occasioni di lettura con tuo figlio?
Lavorando a tempo pieno, dal lunedì al venerdì, il tempo che trascorro con mio figlio potrebbe non sembrare tanto, un’ora e mezza circa ogni mattina, qualche ora in più alla sera, ma cerchiamo di farci stare un po’ di tutto, dalle chiacchiere ai libri sfogliati insieme.
La lettura è un’attività a parte. Non è un gioco, non lo è mai stato: ho sempre prestato molta attenzione a tenere i libri (anche quelli di stoffa, più assimilabili a giochi) separati dal resto degli oggetti a disposizione di mio figlio, proprio per differenziarne l’identità, l’uso specifico, per dare a loro il valore che hanno e che conservano con il tempo.
La sera considerata l’organizzazione della nostra giornata, diventa il momento più adatto per leggere: c’è un momento preciso in cui il divano prima, e il letto dopo, si può riempire di libri illustrati, quelli che leggiamo insieme da oramai quattro anni e mezzo – inizia quindi il nostro rito della #letturadellabuonanotte
Nei giorni non segnati dai ritmi del lavoro per me e della scuola per Pietro lo spazio per la lettura in senso stretto è decisamente più ampio (e per fortuna!): abbiamo un appuntamento quindicinale con la biblioteca, dove andiamo a pescare storie nuove, dove andiamo a sperimentare, mentre nella pigrizia domenicale riusciamo sempre a infilarci un libro nuovo, da leggere insieme, magari coinvolgendo anche il papà.
Raccontaci del vostro rituale della #letturadellabuonanotte?
Divano pieno di libri, letto pieno di libri: il rito comincia così. Pietro fa due o tre giri, dalla sua libreria (un mobile Ikea aperto, credo sia il modello Expedit, tanti cubotti dove infilare i libri in modo ordinato) al divano, poi dal divano al letto: è il suo modo di impossessarsi del momento, riempire lo spazio di libri dalle copertine colorate, guardando le quali scegliere cosa leggere.
Infine si estrapolano un paio di volumi, a scelta di Pietro: talvolta sono io a insistere per proporre qualcosa di nuovo, per capire la reazione, per saggiare un cambiamento di gusto. E infilo di soppiatto un libro nuovo tra quelli sparsi, per vedere se verrà estratto, con curiosità, con una domanda, o solo con un grazie mamma – e si inizia la lettura.
Solitamente ogni libro scelto viene letto due volte. La prima con molta attenzione, cercando di ottenere una sorta di drammaturgia della storia (sempre che non sia una sera in cui sono troppo stanca, in questi casi ci si limita ad una lettura semplice), la seconda alternando la mia voce a quella di Pietro, soffermandoci a commentare e a descrivere insieme le illustrazioni.
E poi subito a nanna: ché si tratta proprio di un rito pre-nanna, di una #letturadellabuonanotte
A che età hai iniziato a leggere libri a tuo figlio?
Ho iniziato utilizzando della piccole immagini in bianco e nero, che stampavo e ritagliavo e che mostravo a Pietro ancora in culla. Lui aveva un paio di mesi. Inventavo piccole storie usando queste figure: un bambino e una palla, una bambina e una barchetta, cose così. L’idea mi era venuta dalla lettura del libro di Tracy Hogg, Il linguaggio segreto dei neonati, che per tutto il primo anno di vita di Pietro è stata la mia bibbia, insieme a L’arte dell’allattamento materno della Leche League. I miei inizi con Pietro sono stati molto difficili: lui è stato un bambino amplificato, uno di quelli che non dormono facilmente e che faticano a rilassarsi, che non si vogliono perdere nulla. Avere buoni compagni di viaggio, buoni libri a cui fare affidamento, è stato di aiuto.
L’idea delle figurine in bianco e nero, dicevo, derivano da Tracy Hogg che le propone come stimolo per bambini molto piccoli (attratti dal forte contrasto tra bianco e nero delle immagini): trasformarle in piccole storie mi è venuto naturale e Pietro si è abituato in questo modo ad ascoltarmi raccontare storie guardando immagini. Non si trattava di veri e propri libri, ma di immagini, di figure a cui aggiungevo la mia voce. I libri veri sono arrivati qualche mese dopo: verso i sei mesi siamo passati ai libri di stoffa e poi anche a quelli di legno, anche se non erano facilmente maneggevoli. E poi, verso i dieci mesi è arrivato il primo libro, Guarda che faccia!, un cartonato bello robusto, edito da Giunti Kids e consigliato da Nati per leggere che ovviamente conserviamo ancora!
Che età ha ora e qual è il suo libro preferito?
Pietro compirà a breve 5 anni e devo dire che non ha mai avuto un libro preferito per più di una decina di giorni, finora. E per fortuna! Perché sono io la lettrice che lo accompagna in questa avventura e piace anche a me esplorare i libri per l’infanzia, cambiare spesso, trovare storie nuove. I libri del cuore vengono fuori in momenti particolari, durante una malattia o in un momento di cambiamento. Allora tra i titoli richiesti (dovrei dire tra le copertine richieste) si torna indietro di un po’ di tempo, a libri che abbiamo da tanto e che raccontano storie delicate, un pochino più infantili, forse. Torniamo quindi a sfogliare A volte di Emma Dodd, Solo per amore pubblicato da Carthusia, i volumi di Gabrielle Vincent che narrano le vicende dell’orso Ernest e della topolina Celestine, Tutti in coda di Tomoko Ohmura.
Il libro preferito del momento è un bellissimo illustrato edito da franco Panini ragazzi dal poetico titolo Una volta, un giorno.
[Tweet “I libri del cuore vengono fuori in momenti particolari, durante una malattia o in un momento di cambiamento”]
Quali sono le caratteristiche che un libro per bambini deve avere perché tu lo definisca un bel libro?
Deve essere capace di fare sognare. Potrei riassumere così le mille caratteristiche che, a volte in modo poco consapevole, a volte in modo molto ragionato, cerco in un buon libro per bambini.
A dicembre ho scritto una lunga riflessione su questo tema, titolandola Un libro illustrato è una cosa seria : a questa riflessione mi faccio ora per riassumere cosa intendo per libro di qualità.
Un libro per bambini è di qualità quando è un oggetto armonico, con buone illustrazioni che corredano un altrettanto buona storia.
[Tweet “Un libro per bambini è di qualità quando è un oggetto armonico, con buone illustrazioni che corredano un altrettanto buona storia.”]
E, a proposito della storia: un libro di qualità non racconta mai una sola incontrovertibile storia: è un contenitore di emozioni e racconta tante storie quante sono le sensazioni che genera. Non è una storia: sono tante storie, storie che cambiano e assumono significati diversi a seconda del momento in cui si leggono.
[Tweet “un libro di qualità racconta tante storie quante sono le sensazioni che genera”]
Ecco perché per poter essere un buon libro questo non deve mai contenere stereotipi, modelli preconfezionati: deve poter permettere a chi lo legge di trovarci significati differenziati, non univoci.
[Tweet “un buon libro deve poter permettere a chi lo legge di trovarci significati differenziati”]
Infine, la qualità deve permeare tutto, le illustrazioni, le parole e anche l’oggetto fisico vero e proprio: deve trattarsi di un oggetto adatto per l’età del bambino a cui lo si propone, robusto, maneggevole e bello da vedere.
Quali sono secondo te i benefici della lettura ad alta voce?
Leggere ad alta voce fa bene a tutti, non solo ai bambini!
[Tweet “Leggere ad alta voce fa bene a tutti, non solo ai bambini!”]
Fa bene anche agli adulti: sentirsi narrare storie è un piacere da provare: ci si convincerà di non poterne fare a meno. Aiuta a entrare nella storia, a capire le sensazioni dei personaggi messi in scena, a sintonizzarsi sulle loro vite e sulle loro emozioni: assomiglia, la semplice lettura ad alta voce, a una narrazione teatrale.
Per i bambini, ovviamente, sentire a leggere ad alta voce, anche quando sono già in grado di leggere da soli, arricchisce di contenuti e di emozioni il testo: e rafforza il legame con l’adulto lettore, sia esso un genitore o un insegnate.
[Tweet “sentir leggere ad alta voce arricchisce di contenuti e di emozioni il testo rafforza il legame con l’adulto lettore”]
La tua ricetta per trasmettere ai bambini l’amore per la lettura?
Quando parlo di qualità dei libri, non dimentico mai di dire che una delle qualità fondamentali è la qualità del lettore. Questo, a mio parere, è l’ingrediente segreto.
Perché se un adulto legge con entusiasmo e amore e passione e pazienza e costanza non potrà che lavorare in una sola, fantastica direzione: quella di collaborare, pagina dopo pagina, alla formazione di un piccolo, nuovo, curioso lettore.
[Tweet “Perché se un adulto legge con entusiasmo,amore e pazienza formerà un piccolo,curioso lettore.”]
Spero che questa intervista vi sia piaciuta, a me tantissimo! Vi aspetto la prossima settimana con le mamme che AmoLeggerti.
Se anche voi siete mamme che amano leggere ai bambini potete candidarvi per essere protagonisti della rubrica AmoLeggerti, scrivendomi all’indirizzo mammamogliedonna@hotmail.it e se volete potete prelevare il banner ed esporlo sul vostro blog linkando il post che spiega chi sono le mamme che AmoLeggerti
Leave Your Comments