Il primo albo è di una piccola casa editrice italiana, che pubblica 10 novità all’anno e le stampa in Italia, con carta certificata proveniente da foreste protette (per ogni albero che viene distrutto se ne piantano due), che fa contratti agli autori e agli illustratori vantaggiosi, anche con anticipi importanti, che cura ogni libro come se fosse contemporaneamente il primo e l’ultimo della sua vita, che mette in ogni libro una cura e un amore per il proprio lavoro eccezionale. La piccola casa editrice stampa solo 1000 copie di ogni libro, perché non è molto conosciuta, i suoi libri vengono venduti solo nelle librerie indipendenti, non si trovano nei supermercati e nelle edicole, non sono pubblicizzati in tv.
Il costo della stampa per ogni copia, pubblicandone solo in 1000 pezzi, si aggira intorno ai 2 euro; a questi si aggiungono 0,75 centesimi di euro per ogni copia che va all’autore e 0,75 centesimi che va all’illustratore per i diritti di ogni copia venduta. Poi, dato che un editore, per come è fatto il mercato italiano, ha bisogno di un distributore, darà al distributore per ogni copia venduta 8,5 euro. A sua volta il distributore darà al libraio, per ogni copia venduta, 4,5 euro. I restanti 3 euro per ogni copia venduta servono all’editore per pagare il lavoro della redazione, dell’ufficio stampa e della grafica, dell’ufficio commerciale, etc. Per ogni copia venduta! Perché poi a volte le librerie non riescono a vendere il libro e rendono la copia al distributore che le rende a sua volta all’editore.
Se il libro è davvero bello e vince qualche premio viene ristampato e con la ristampa qualche guadagno si ottiene.
Il secondo libro invece è di una grossa casa editrice, che si fa meno scrupoli a proporre libri non proprio così curati, godendo del fatto che i suoi libri sfruttano i programmi televisivi, sono venduti ovunque, sono arcinoti. I libri vengono stampati in Cina in diecimila copie e ogni copia costa, compreso il viaggio e la dogana, 0,10 centesimi di euro. La carta non è certificata e nemmeno di qualità. La distribuzione solitamente è interna alla grossa casa editrice e il giro economico è immenso. Gli autori e gli illustratori, per quanto possa essere paradossale, vengono pagati con diritti pari all’1% quando va bene e la libreria NON può rendere il libro comprato, del quale solitamente ha uno sconto leggermente superiore rispetto al libro illustrato della piccola casa editrice, ma costando la metà anche il guadagno si riduce della metà.
E adesso veniamo agli sconti. Per la Legge Levi è fatto divieto offrire più del 25% di sconto, presumendo che se fosse possibile praticare uno sconto maggiore, automaticamente il prezzo del libro dovrebbe essere più basso! Tutto vero e dunque perché certe librerie offrono degli sconti? Le librerie indipendenti li fanno sul loro guadagno, invece di guadagnare per ogni libro il 30%, ne guadagnano il 20% cedendo il 10% del loro guadagno al cliente abituale. Dato che parliamo di “oggetti” che costano dai 5 ai 20 euro, puoi immaginare quanti libri dovrà vendere un libraio per portare a casa la cena. Le librerie di catena invece ragionano sul fatto che lo sconto, che a loro non costa nulla perché arriva dalla casa editrice, attira le persone e dunque porta più introiti tra cancelleria e altre cose che con i libri poco c’entrano. (Perché la casa editrice offre lo sconto solo alle librerie di catena? Perché queste chiedono 1000 copie per un solo titolo, ottenendo così dal distributore e dunque anche dall’editore sconti ben più alti – per Harry Potter le librerie di catena sono arrivate a chiedere 500 copie per punto vendita!!!!)
Inoltre, e questo è l’aspetto più interessante, le librerie di catena non comprano i libri ma sono tutti in conto deposito, il che vuol dire che non li compri per poi rivenderli, ma guadagni solo sul venduto. Dunque non c’è di fatto rischio di impresa sul prodotto stesso!
Questo interessantissimo articolo è stato scritto da Angela Catrani. Qualche sera fa nell’ambito di una discussione nel gruppo facebook La Biblioteca di Filippo, su dove si comprano i libri per bambini, l’ ho sentita molto coinvolta e ho ritenuto interessante per me e per chi mi legge, il suo punto di vista. Spero lo sia stato. Chiunque avesse qualcosa da obiettare o commentare può farlo liberamente e naturalmente potrà avere lo stesso spazio di replica rispetto a quanto detto da Angela.
Angela si occupa di libri da quando aveva sei anni e alla classica domanda sul lavoro da grande rispose che avrebbe lavorato con i libri. Tutti pensarono al mestiere (meraviglioso) di libraia, solo sua madre pensò al mestiere di editor (in realtà lei pensò al mestiere di editore perché ha una grande stima delle sue figlie) e in un qualche modo, con qualche parentesi per mettere al mondo due figli, a fare l’editor Angela ci è arrivata. Lavora per la Cooperativa sociale Il Mosaico che produce libri per conto di Bacchilega editore di Imola.
il problema è che costando 15 euro la maggioranza di questi libri non arriva nelle case italiane che invece sono invase da “fenomeni commercali” spesso di scarsa qualità. Premesso che dovrebbe essere proibito per legge produrre qualcosa senza avere scrupoli nè ambientali nè sotto il profilo della tutela dei lavoratori addetti, non mi sono mai spiegata perché le grandi catene non stipulino accordi con le piccole case editrici per acquistare testi e illustrazioni di qualità e arrivare almeno a un prezzo medio accessibile a tutti.
Lorella immagino per una questione di indipendenza e libertà di scelta.
Riguardo il fatto che i libri di qualità non arrivino nelle case, io cerco di fare il possibile per divulgarli e incuriosire potenziali acquirenti per fare in modo che sempre più persone ne parlino , ne conoscano e ne comprino. Io non ci guadagno nulla. I loro bambini tantissimo.
Sono convinta che grazie all’impegno che ci metto io e tutte le altre mamme che ogni giorno raccontano di libri per bambini, qualcosa si muoverà!
Articolo molto interessante. Capisco benissimo la difficoltà, e la passione, di chi si dedica ai libri non “di massa”. Resta tuttavia la difficoltà per molte famiglie, a spendere 15-16 anche 18 euro per un libro, seppur bellissimo. Non perché non li valga o, appunto, perché ci sono libri meno cari, ma semplicemente perché, a fine settimana, è più facile avere 5 euro “in più” da destinare a uno sfizio dei bambini, che averne 15.
Hermione capisco il tuo discorso, ma preferisco aspettare la settimana successiva o quella dopo, mettere insieme un budget e arrivare a comprare un regalo che abbia la dignità di essere tale. Anche perché credo che i bambini non abbiano poi così tanto bisogno degli sfizi da 5 euro, che magari poi archiviano dopo 10 min di gioco. Un libro, se bello, è per sempre!!
Hermione, ma ci sei ancora? Non ho più letto nulla sul tuo blog…
Federica il tuo articolo è interessantissimo e credo che Tu abbia ragione su tutto.
Io di solito gli albi da 15 euro li cerco in biblioteca, che per fortuna è molto fornita ed aggiornata.
E’ vero che un libro è per la vita ed è meglio averne uno bello che dieci di scarsa qualità, un pò come gli abiti e molti altri oggetti meno importanti.
E’ anche vero, però, che si tratta di libri per bambini che loro leggono e rileggono magari per anni ma poi abbandoneranno per molti più anni, fino a quando diventeranno genitori (si spera che poi li leggano ai loro figli!) e quindi a volte è un “investimento” un pò esoso, in quest’ottica.
Non ho mai pensato alla cosa con questa prospettiva.
Ti voglio provocare con una domanda: che ne dici di non comprare più le scarpe ai bambini dato che le portano solo per pochi mesi?!
Esagerato!? Si, certo, ma per me è quasi calzante come paragone!
E scusa il gioco di parole!
basta comprarle usate, visto che usate poco significa che sono quasi nuove. E se per le scarpe ti puoi porre il problema, ci sono mille altre cose di cui un bambino ha bisogno che si possono comprare a una frazione del prezzo originale.
Che bel post!
Io sono stata la proprietaria di una piccola (piccolissima) libreria indipendente nella mia città e sono d’accordo su tutto a parte il fatto che le piccole librerie non possano rendere i libri, questo non è vero, per fortuna tutte le librerie hanno questa possibilità che però è poca cosa rispetto ai guadagni esigui.
Lo si fa con grande passione ma pochissime riescono a sopravvivere se il guadagno che arriva dai libri è quello che serve per mangiare e pagare le bollette, purtroppo le piccole librerie, quelle con un libraio che ti sa consigliare come succedeva un volta, sono destinate irrimediabilmente a scomparire, anch’io ho dovuto cedere dopo oltre 10 anni…
Per contro capisco benissimo anche la difficoltà delle famiglie che devono cercare i libri scontati e non possono comprarli al prezzo intero, e capisco anche i grossi problemi del piccolo editore che cura nel dettaglio ogni pubblicazione.
Non so se ne possiamo uscire da questo gorgo, forse solo se il governo comincerà a pensare che la cultura del libro è importantissima e che bisogna incentivarla in tutti i modi a partire da chi questo lavoro lo fa privilegiando la passione al guadagno anche se ha figli da mantenere come tutti gli altri.
Grazie per aver fatto un po’ di luce al “dietro le quinte” 🙂
Grazie Alessia per la tua testimonianza, in realtà da quello che so è una scelta di alcune case editrici quella di non dare in conto vendita. Evidentemente non ce la fanno più loro ad assumersi il rischio. Ovviamente parlo sempre di case editrici piccole e indipendenti, che sono le realtà con cui spesso fortunatamente per noi, si confrontano le librerie indipendenti come la tua.
Mi spiace per questa tua esperienza negativa… peccato!
Articolo molto interessante, se devo essere sincera non ci avevo mai pensato prima, ho sempre e solo comprato i libri che mi ispiravano sia per me che per la mia bimba 🙂
Bellissimo post, grazie! Certo 15 – 20 euro non sono pochi di questi tempi, ma magari evitando di comprare altre cose di cui i bimbi non hanno bisogno ci si riesce aspettando di raggiungere il budget…. e poi ci sono sempre le biblioteche che di solito acquistano questi libri 🙂 A mia figlia piace molto l’idea di leggere un libro che poi andrà nella casa di un altro bimbo…
La biblioteca è un ottimo compromesso! ^_^
Dolce tua figlia!
io mi sono un po’ bloccata nell’acquisto dei libri sia per motivi economici sia per motivi di spazio! Utilizziamo la biblioteca per leggere tanti e tanti libri, anche costosi e chiediamo spesso libri per i regali di compleanno/Natale ecc.
d accordo con te mamma orsa curiosona. noi da quando abbiamo scoperto l efficientissima biblioteca di cologno “divoriamo” centinaia di libri l anno. purtroppo c e da sottolineare che anche le biblioteche arrancano contro i tagli selvaggi dei comuni. nessuno riesce a capire che i tagli a sanita e cultura dovrebbero essere gli ultimi e non I primi. sob sob. cmq sia non smettiamo di leggere ai nostri figli.
mai mai!!
E’ un ottimo modo di procedere! Ci sono tanti modi per non rinunciare alla qualità, questo è uno! 😉
Non sono una “ricca” ma sinceramente non mi va di risparmiare sui libri, non sono ancora una convertita al l’ebook ed avere in mano qualcosa di qualità, lo considero un dono e un tesoro.
E io come te Maria Elena!!!
Mi chiedo, se la distribuzione prende metà del prezzo di un libro, perché gli editori non vendono anche tramite internet un libro che costa 15€ a 10€?
Orecchio Acerbo ad esempio mette a disposizione i suoi libri gratuitamente su internet in formato PDF
Da libraia vorrei condividere parte della mia esperienza: quando di fronte ad una richiesta di un adulto mostro un albo di quelli belli, la risposta non è: “bello ma costa troppo”. Troppo spesso vedo genitori storcere il naso perché sono incapaci di capire la bellezza delle illustrazioni e del testo. Molti adulti non sono sensibilizzati al bello e non sanno distinguere i libri di qualità da quelli brutti, e la cosa peggiore è che credono di conoscere i gusti dei bambini! Pur avendo un budget elevato, preferiscono optare per un libro di cui già conoscono la trama (le solite fiabe) o per il giochino di turno, credendo che questo possa essere più apprezzato dai bambini. Inutile sgolarsi! Gli albi di Orecchio Acerbo (un nome tra i tanti) non si riescono a vendere non perché siano troppo costosi, ma perché la gente è troppo ignorante e superficiale per apprezzarli e rendersi conto che hanno tra le mani dei piccoli capolavori! E cosa sono 20 euro per un’opera d’arte???
Stefania capisco perfettamente quello che dici, ma spero che anche grazie alla diffusione che facciamo io e tante altre mamme che invece apprezzano, questa mentalità possa cambiare.
mi sembra che la maggioranza di voi qui non abbia problemi ad arrivare alla fine del mese: buon per voi, non sapete quanto siete fortunati! Vi lancio però io una provocazione 🙂 perdonatemela: non è un assunto incontrovertibile che un libro più costa-più vale, questo tenetelo in mente altrimenti credo si diventi superficiali nella scelta di un libro …
Lorella hai perfettamente ragione, non è un assunto incontrovertibile, ci sono libri belli che non valgono quello che costano, ma anche libri belli che puoi comprare con meno, qualche tempo fa ci ho scritto un post http://mammamogliedonna.it/2014/01/libri-per-bambini-a-meno-di-10-euro.html
Però a volte è inevitabile spendere qualcosa in più se vuoi avere dei piccoli capolavori in casa.
Sulle difficoltà di arrivare a fine mese, non posso giudicare quello che succede nelle altre famiglie. Dico solo che io scelgo come investire una parte di quello che ho. I libri sono ai primi posti. Poi non è necessario comprarne tanti o spesso. Credimi.
I libri per me sono sacri e irrinunciabili. Se vedo un libro che mi piace li prendo e basta! I BEI libri per bambini non vanno fatti mancare…è il loro cibo per la mente!
Ben detto!!
Vorrei rispondere, sempre secondo la mia esperienza, a chi chiedeva come mai gli editori sul loro sito non possano vendere i libri con sconti più alti: esistono dei contratti con i distributori che impediscono di fatto di fare sconti elevati sulle piattaforme on line. Non dico che sia giusto o meno, ma la realtà è questa. E d’altra parte non è facile nè conveniente per un editore distribuirsi da solo: ve lo garantisco, è una faticaccia! Le librerie non possono conoscere tutti gli editori (siamo in 26.000 in Italia) e spesso ti guardano storto se non ti conoscono, non rispondono alle email, non rispondono al telefono etc. Li capisco e li comprendo in pieno e dunque l’unico modo è affidarsi ai distributori e ai loro canali di promozione e vendita.
Quanto ai libri meravigliosi che non vengono capiti dai genitori: è veramente un problema e il lavoro culturale che stanno facendo Federica e altre fantastiche donne come lei stanno sortendo il loro effetto, questo ve lo garantisco!
Fare cultura in Italia parte soprattutto dall’infanzia.
Ciao
Angela Catrani
Grazie Angela per il tuo commento e per le preziose informazioni che divulghi.
Riguardo il nostro impegno nel diffondere la cultura del libro qualità, io cerco con passione di far passare il messaggio che leggere ai bambini è un investimento sul loro futuro. Ci credo e non smetterò di dirlo!!!
Ultimamente, investo in alcuni libricini (i classicini e una fiaba in tasca delle edizioni EL ) per i testi più noti rivisitati e nei libri ben illustrati dei “topi pittori”. Ci vuole un capitale per comprare dei buoni libri ogni mese ma preferisco questo ai soliti libri coloratissimi stampati in Cina.
Bravissima Luciana! Ben detto!!Se ti va, iscriviti al gruppo facebook https://www.facebook.com/groups/LaBibliotecaDiFilippo/
Interessante articolo. Vorrei aggiungere alcune considerazioni. Io sono una libraia per bambini da poco, ho una piccola libreria indipendente, ma da sempre appassionata lettrice. Non vengo da una famiglia ricca, ma ricordo che mia madre diceva sempre che per un libro i soldi li spendeva volentieri e questa è una cosa che mi è rimasta dentro. Tutto giusto riguardo i motivi del costo così alto di un albo illustrato di qualità, ma quand’anche non ci fossero tutti i motivi perfettamente spiegati, a volte vedo genitori sostenere che il libro sia troppo costoso, mentre magari il figlio di 10 anni ha in mano il telefonino più alla moda, l’ultimo modello da 500€. Quindi, fondamentalmente, secondo me è un problema di priorità. Triste constatare quali siano le priorità in questo paese, ma tant’è. Altra considerazione: molto spesso gli adulti che acquistano il libro non sono educati al bello, non distinguono un buon prodotto da uno mediocre. Ti chiedono la cosa più semplice, quella che hanno sentito pubblicizzare in TV, semplicemente perché non conoscono altro, nè si sforzano di conoscerlo, “tanto a mio figlio piace quello”. Preferiscono andare sul sicuro, forse rimarrebbero stupiti se solo osassero un po’ di più. Ultima cosa: sapevo che la legge Levi vieta sconti superiori al 15% (non al 25%, come si dice nell’articolo) quindi noi librai indipendenti arranchiamo dietro alle grandi catene che praticano sconti per noi impensabili e, a volte, proprio fuori legge. Il libro ci costa, e tanto, i margini sono ridottissimi, eppure continuiamo imperterriti a credere in questa crociata. Per passione e perché conserviamo un pizzico di follia. Grazie e scusate la lunghezza del commento
Grazie mille per il tuo bellissimo commento. Hai perfettamente ragione, manca l’educazione al bello.
Io ne ho fatto la mia ragione di vita con i miei figli: i libri per bambini di qualità,le mostre d’arte, i viaggi, il cibo sano, quello che voglio è trasmettere loro la voglia di ricercare il bello.
E ti dirò di più, il mio blog, così come il gruppo Facebook di letture per bambini, sono nati per far conoscere i libri per bambini di qualità a sempre più genitori.