Mio figlio ha quasi 6 anni e frequenta un corso di basket per bambini dai 6 agli 8 anni. Lui era tra i più piccoli ad inizio corso, ha faticato ad inserirsi, ma ora son contenta di vedere che ci va volentieri, che ha imparato tanto, che ha superato la frustrazione iniziale di non riuscire, in uno sport che facile non è.
Nel gruppo del basket ci sono dei ragazzini, più grandi di lui, che ora hanno quasi 9 anni, che non brillano per educazione: sono poco gentili nei confronti dei più piccoli, si divertono a fare scherzi ai più piccoli, a prendersi gioco di loro quando non riescono.
Non voglio definirli bulli, perché a volte mi pare che mettere questa etichetta sia un po’ come chiudere l’argomento. Sono bulli punto. Lasciali stare, sono bulli.
E no, troppo facile. E invece parliamone. Non li chiamerò bulli, dirò che sono maleducati perché non solo hanno atteggiamenti scorretti nei confronti dei più piccoli, ma anche mancano di rispetto anche a genitori e nonni degli altri bambini e questa io la chiamo maleducazione.
Ieri si è toccato il fondo: ieri uno di loro ha mollato un calcio nelle parti intime al nonno di un altro bambino che era in procinto di entrare nello spogliatoio e questo, per reazione, gli ha mollato un ceffone.
Era mortificato, un attimo dopo, era pentito. Lui, il nonno.
Era mortificato per aver agito d’istinto e aver alzato le mani su quel bambino maleducato.
Quando sono andata a prendere mio figlio all’uscita, la mamma del bambino maleducato era arrivata e urlava.
“Lei il figlio non lo tocca mai. Nessuno lo può toccare.” E dice bene! Ci mancherebbe.
“Lei lo sta educando alla non violenza.”
“Suo figlio ha solo 7 anni.”
Non so cosa avrei fatto io, forse avrei urlato anche io, anzi no, forse no. Mio figlio non si tocca, nessuno lo può toccare, ci mancherebbe.
Ma in parte, solo in parte, posso giustificare il nonno che si è trovato colto di sorpresa da un calcione e ha agito d’istinto.
Forse un istinto che nasconde una facilità nell’uso di certi mezzi, quello si.
Gli avrei detto che mio figlio non si tocca.
Ma, prima sarei andata da mio figlio e gli avrei mollato io un bel ceffone davanti a tutti perché ricordasse per sempre che alle persone più grandi si porta rispetto. Sempre.
E mai lo avrei giustificato dicendo ha solo 7 anni. Solo? Signora mamma, quando credi di iniziare ad educarlo? 7 anni è presto? e 15? 15 è tardi, ma anche 12! Ma anche 7!
E mi sarei messa in discussione, avrei subito pensato al fallimento come mamma… me la sarei presa più di tutti con me stessa!
Credo si sia perso il un po’ il senso delle cose. Credo che qui più che schierarsi a favore dell’uno o dell’altro, dovremmo fare una riflessione, sul fatto che in questa storia, perdono tutti!
Francesca… non sono molto daccordo.
Verissimo che chiamare “maleducati” questi bambini è il termine più adatto e in quella parola c’è tutto. La mancanza di una guida e di NO decisi è quello che fa crescere bambini maleducati.
Arrivare alle mani? NO! un genitore per me non deve MAI farlo. E’ una sconfitta per TUTTI. Non credo si possa insegnare la non violenza CON la violenza.
Cosa avrei fatto io? Intanto penso che educando mio figlio già ora (che ha 2 anni e non SOLO 2 anni) sto lavorando perchè un episodio così non accada.
Ma se dovesse accadere… sicuramente avrei detto al signore di non farlo MAI più… non solo con mio figlio ma con qualsiasi bambino (sarebbe bastato sgridarlo e parlare col genitore). Gli avrei chiesto scusa per il comportamento di mio figlio e poi… avrei messo in seria discussione il modo di crescere mio figlio. Qualcosa non ha evidentemente funzionato!
Ecco. I bambini sono quello che vedono. Quello che noi gli mostriamo come esempio. Quello che gli abbiamo trasmesso. Non hanno colpe e le umiliazioni gli causano solo profonde ferite.
Spesso sono l’alibi per noi adulti di non metterci in discussione… quante mamme dicono: “sai, è tremendo!”
Essere genitori è durissima ma lo si sceglie e la responsabilità ce la dobbiamo prendere tutta!
Esatto Federica! Concordo con te, infatti quello che è mancato secondo me è stata l’assunzione di responsabilità da parte della mamma.
Io avrei pianto, mi sarei messa in discussione. Come mamma mi sarei sentita un fallimento.
Lei se l’è presa anche con l’istruttore che non vigilava, ma insomma?! E’ colpa di tutti, tranne tua?!?!!?
Un post bellissimo. Intelligente. E che senz’altro fa molto riflettere. Ci sarebbero mille cose da dire sull’argomento… A mio malgrado vedo sempre più bimbi maleducati. E persone che in fin dei conti lo trovano normale giustificando la cosa con un “i tempo sono cambiati”. Poveri noi.
Poveri noi, si se le mamme fanno riflessioni così superficiali!
I tempi son cambiati? In peggio, però!
E l’evoluzione della specie, che fine fa?
No, io non ci sto!
io ti dico solo una cosa i miei genitori si sanno difendere da persone del genere ma se fosse stato mio padre in quella situazione, la signora in questione non l’avrebbe passata liscia al prossimo allenamento a costo di prendere un permesso dall’ufficio…il bimbo non si tocca è vero ma neanche il nonno ….di maleducazione delle mamme ne ho fin sopra i capelli…in questo modo il figlio si sente autorizzato a continuare con il suo comportamento scorretto anche nei confronti dei più piccoli.
Esatto Barbara! Il tema è proprio quello: che messaggio ha mandato a suo figlio e agli altri bambini che hanno assistito alla sua sfuriata?
Il nonno era davvero mortificato. Il bambino? Boh!
Io in verità spero che quello che è successo sia servito un po’ a tutti, grandi e bambini, per capire che la misura è colma!
Sono d’accordo sul fatto che nessuno deve toccare mio figlio, ma sono anche d’accordo sul fatto che lui non deve toccare nessuno, se alza le mani su qualcuno, sia bambino sia adulto viene punito, e non con punizioni corporali. Il punto, a mio parere, non è che il nonno gli ha mollato un ceffone e non doveva permettersi, avere una certa età comporta avere una diversa mentalità riguardo all’educazione, sarà stato l’istinto, però io come madre del bambino che ha tirato il calcio al nonno mi sarei un attimo sotterrata, la maleducazione in questo caso era del bambino e non del nonno, anche perché suppongo che il calcio gliel’avesse dato gratuitamente.
Assolutamente si. Il nonno era appena entrato in stanza…
Io forse esco un pò fuori dal coro ma mi sento di dire che, se a tirare il calcio e prendersi il ceffone del nonn o fosse stato mio figlio (ma mi auguro che non succederà mai, visto che cerco di insegnargli il rispetto a tutti i costi e la non violenza anche se SOLO due anni e mezzo) , avrei detto al nonno che forse sarebbe stato meglio riferirlo all’allenatore e/o dopo a me, anzichè dargli uan sberla, ma in fondo aveva fatto bene.
La non violenza è cosa buona e giusta ma il bambino non sarà certo traumatizzato per quel ceffone che io non gli avrei dato e che, proprio perchè più unico che raro, comunque si ricorderebbe per sempre.
E poi lo avrei messo in castigo: senza basket per una/due settimane o qualche cosa di simile.
Guarda, forse neanche in castigo, ma il ceffone proprio per la sua rarità se lo sarebbe ricordato!
Ok, mettiamoci in discussione, non ho mai alzato una mano su mio figlio per insegnargli la non violenza ecc. Poi succede che il bambino inizia a picchiare, dare sberle e calci. Significa che l’ha visto da me? No, semplicemente va a scuola, al parco, a casa di amici e assorbe quello che vede. Quindi come regolarsi?
Federica facciamo autocritica prima di tutto, perché se un figlio prende a calci un anziano, qualcosa hai sbagliato! O no?
Si certo, intendo questo: da parte nostra, di genitori, facciamo autocritica, prevenzione e quello che vuoi. Se però questi atteggiamenti li imparano dalla comunità? La mia domanda è: come andare oltre l’esempio, per insegnare ai bambini cosa è bene e cosa è male? A me fa più effetto il bambino di 7 anni, che il nonno..
io sono mamma e insegnante di scuola primaria e la mia esperienza è che purtroppo i bambini di oggi sono sempre più maleducati, non hanno limiti e fanno molta fatica a rispettare le regole .La colpa non è loro ma di noi adulti che li proteggiamo troppo e li difendiamo anche quando hanno torto! Ma così non li facciamo crescere e diventeranno degli adulti immaturi e irresponsabili e faranno fatica ad affrontare le inevitabili difficoltà della vita. Certo, il nonno ha sbagliato ma è stata una reazione istintiva di cui si è pentito subito ed era mortificato ma il bambino meritava una punizione esemplare perché non si può tollerare che si possano dare calci senza motivo, a nessuno!!! Altrimenti il bambino si sentirà in diritto di sfogare su chiunque la propria aggressività invece di imparare ad incanalarla in modo positivo.
Io come insegnante sono molto in crisi perché ho alunni che mi vogliono bene ma non mi rispettano perché sono troppo materna e gentile con loro e se ne approfittano mentre con i miei figli adolescenti per ora non ho problemi perché sanno di avere una mamma dolce e comprensiva ma ferma e che non tollera la maleducazione , la prepotenza e i capricci.
scusate lo sfogo ma è un argomento che mi sta molto a cuore! rosy
Rosy dal tuo commento si capisce bene quanto la cosa ti stia a cuore.
Che dirti? Anche il mio quasi sei-enne sa che sono dolce e comprensiva, ma anche ferma e decisa. Questo garantisce che episodi del genere non succedano mai? No, ma io ci spero fortemente!
Capisco che essere insegnante oggi sia complicatissimo, a volte vorrei tornare al “si, signora maestra”…! Perché cosa ci abbiamo guadagnato con il nuovo modo di fare? cosa ci guadagnano i bambini?
Anche a me sta a cuorissimo!
Federica quest’anno un bambino in classe di mio figlio ha buttato a terra la maestra e le ha tirato calci e pugni. Evidentemente a 5 anni oltre che maleducato ha anche qualche problema di disagio. La maestra si è presa calci e pugni e ha chiamato in suo aiuto la coordinatrice didattica. I bambini sono rimasti tutti scioccati dall’accaduto. La madre, no. Lei se l’è presa con alcune mamme (e in mezzo ci sono anche io) che quando accompagnano i bambini a scuola si fermano 5 minuti a parlare con la maestra e si dimostrano disponibili ad aiutarla (anche per andare a comprare il materiale per le attività). La madre di questo bambino maleducato si è andata a lamentare con la coordinatrice dicendo che la nostra presenza crea disagio al bambino, disagio che è sfociato in percosse alla maestra.
Secondo me c’è da parte di alcuni genitori mancanza di senso critico. Non riesco a spiegare questi atteggiamenti in mono differente.
Accidenti Barbara!
Che miopia!!! Non posso giustificare in alcun modo questo tipo di mamma, non ce la faccio!
Mi fa stare male il male che fa a suo figlio!
Temo che il bambino in questione abbia ben più di un disagio. La maestra sarà costretta a denunciare l’episodio e la cosa non finirà lì. Ci saranno segnalazioni e controlli. A volte i genitori fanno moltissima fatica a riconoscere i problemi dei figli. Molto più facile dare la colpa agli altri.
Che brutti episodi. 🙁
Si, temo sia più facile, ma assolutamente deleterio per i bambini!
Che brutto episodio, da parte di entrambi. Ho assistito ad una cosa simile ed il nonno in questione non ha reagito ma era veramente perplesso ed anche preoccupato. La madre non ha visto ma messa a conoscenza dell’accaduto ha sorriso e fatto spallucce anche se imbarazzata.
Spallucce? bene!
io non permetterei mai ad un adulto di alzare le mani su uno dei miei figli. mi fossi trovata nella situazione del nonno a rei sgridato il bambino e poi ne avrei detto quattro alla mamma. io insegno e ne vedo tante, dalla prima elementare alla quinta superiore. I genitori sono li in prima linea per difendere I propri “angioletti”. dove andremo a finire veramente.
Angela, vedo continuamente genitori che prendono le difese dei figli contro il parere degli insegnanti.
Forse di fondo non conoscono bene i loro figli, o forse si fidano dell’immagine che i figli offrono loro e che non necessariamente, anzi quasi mai è la stessa che mostrano a scuola, per esempio. No?
a volte si, ma il piu delle volte si tratta di comportamenti che anche a casa sono normali ed accettati. e questo che mi preoccupa:-((
Ciao, vorrei fare due considerazioni:
1) penso che portare rispetto alle persone più grandi, sempre non sia una necessità, né possa essere una regola assoluta. Esistono delle persone grandi orribili. Penso piuttosto che si possa veicolare il concetto del portare rispetto a tutti gli altri, indipendentemente dal fatto che sono grandi o piccoli.
2) Penso anch’io che insegnare la non violenza, con la violenza sia infattibile, soprattutto se il rapporto di forza è adulto-bambino. Diverso è tra due coetanei/e che si scontrano. Non è bello da vedere né da incoraggiare, ma se uno della mia età attacca, io mi difendo. Diverso è se si parla di un bambino che nell’adulto vede cosa si può fare da grandi.
Sono d’accordo che le etichette sono profezie auto-avveranti.
Ci rifletto spesso sul ceffone. E alla fine lo considero sempre negativamente. Però certamente quel bambino aveva bisogno (già da un po’) di chiarimenti su cosa si fa e cosa no, se si vuole vivere in armonia con se stessi e con gli altri.
Grazie per aver riportato questo episodio e aver innescato una riflessione così proficua.
Veronica, rispetto non significa sudditanza o obbedienza. Significa che ci si rivolge alle persone in un modo adeguato. Poi certo, il concetto va esteso a tutte le età, ma alle persone più grandi prima secondo me. (Sono una educata all’antica! Mia nonna sarebbe orgogliosa di me!)
Per il resto, anche io penso che il ceffone sia diseducativo, sempre.
Io sono stufa di sentirmi dire:”ma i tuoi figli sono buoni!”. Vuoi vedere che sono solo educati e che se i genitori si prendessero un po’ di più le loro responsabilità, in giro ci sarebbero più bambini “buoni”?
Certo: mio figlio non si tocca, ma mio figlio non si deve permettere di comportarsi così. MA che vergogna… ma come può saltare in mente a un bambino di comportarsi così? Anche il nonno ha sbagliato, ovvio, una brutta reazione, si è messo al suo livello. Ma che brutta immagine. E poi lo sport non dovrebbe essere educativo?
Sono il bambino
Sono il bambino che sferra calci. Evidentemente da un punto di vista educativo (ex-ducere, tirare fuori), qualcosa mi sta mancando. Se uso mani e piedi per comunicare a 7 anni, c’è qualcosa che non sta funzionando come dovrebbe funzionare, c’è qualcosa che mi impedisce di aprire la bocca e parlare e che mi fa scegliere la via meno faticosa e più di “impatto”. Forse mi parlano poco. Forse qualcuno non mi sta rispettando.
Sono il nonno
No excuses. Non solo non puoi toccare i figli degli altri, ma nemmeno i tuoi, nemmeno i tuoi nipoti, nemmeno i cani. Insomma, come la penso io sulla violenza sui bambini, lo sai.
“Cosa sarà mai un ceffone! Ne abbiamo presi tanti noi!”. Appunto per questo, appunto perché ne abbiamo presi tanti, abbiamo capito che non servono. I bambini hanno bisogno di ascolto, non di sberle.
Sono la mamma
Mi farei qualche domanda.