L’intervista di oggi ha per me un sapore particolare, perchè oggi intervisto Giovanna Zoboli, autrice e cofondatrice insieme a Paolo Canton della casa editrice Topipittori. I loro libri, soprattutto gli albi illustrati sono tra i miei preferiti: ho sempre pensato che ci fosse qualcosa di più in questi libri ma non riuscivo a capire cosa fosse, finché non ho parlato con lei e non mi ha raccontato la sua idea di libro per l’infanzia e come sono nati molti dei miei amati albi illustrati firmati Topipittori…
Ne La vera storia dei Topipittori che è un po’ il manifesto della casa editrice, tu dici che esistono molti pregiudizi nei confronti della Letteratura per l’infanzia. Ci spieghi il tuo concetto di letteratura per l’infanzia?
Testi e immagini di grande levatura, nati da talento, competenza, intelligenza, cultura.
Romanzi, albi, fumetti o raccolte poetiche interessanti e densi, esattamente come lo sono quelli “per grandi”.
Il che non significa noiosi o difficili o per pochi, come spesso si sente equivocare, quando si parla di libri di qualità.
Un esempio per tutti? Le avventure di Pinocchio. Storia di un burattino è uno dei libri più grandi della storia della letteratura mondiale.
E se pensiamo a numerosi capolavori che sono stati creati per ragazzi – da Alice nel paese delle meraviglie a Il piccolo principe a Peter Pan nei Giardini di Kensington a Pippi Calzelunghe – non si può equivocare, perché si tratta di libri e di personaggi popolarissimi.
Ma forse, oggi, tutto quello che si distacca da contenuti e linguaggi rassicuranti, conosciuti e prevedibili, fa più paura.
In un albo illustrato la reciproca dipendenza tra testo e immagini è fondamentale; tutti i libri pubblicati da Topipittori sono prodotti da una vicinanza molto stretta tra il creatore di testi e quello di immagini?
L’interdipendenza narrativa di testo e immagini, è specifica del picture book. E non tutti i nostri libri lo sono.
Le fiabe, le filastrocche e le raccolte di poesia, per esempio, non lo sono. O, quanto meno, in questi libri l’interdipendenza non è così importante come nel picture book.
Detto questo, in molti casi questo rapporto fra autore e illustratore c’è stato. Senza contare che per diversi nostri albi illustrati autore e illustratore sono la medesima persona.
In ogni modo, a sovraintendere alla relazione fra testo e immagini c’è sempre una terza figura, che è quella dell’editor, che segue i progetti fin dal loro nascere e li accompagna fino alla stampa.
L’editor ha un rapporto molto intenso sia con chi crea le immagini sia con chi scrive i testi (i quali, fra l’altro, in alcuni casi nascono dopo le immagini, o in concomitanza con le immagini).
Fra i nostri autori e i nostri illustratori spesso si sono creati rapporti di amicizia. E direi che comunque fra loro c’è sempre molta curiosità reciproca, rispetto e collaborazione.
Un libro illustrato non è una fiaba e non è un libro della “Buonanotte”, ci spieghi cos’è?
In realtà, un “libro illustrato” è, molto semplicemente, un libro dotato di illustrazioni oltre che di testi, e può essere sia per adulti sia per bambini. Tu ti stai riferendo in verità, con questa domanda, a quello che io definisco, con espressione anglosassone, picture book, e che i francesi chiamano album. E in Italia indichiamo, per analogia, con il termine “albo illustrato”.
In questo tipologia di libro, parole e immagini hanno lo stesso peso nello sviluppo del racconto.
Per capire se un libro è o no un picture book, basta fare una semplice operazione: immaginate di eliminare o le parole o le immagini, e valutate se la narrazione, priva delle une o delle altre, è ancora leggibile, comprensibile. Diciamo che in questi libri il racconto nasce e procede grazie alla compresenza di codici sia visivi sia verbali.
3 caratteristiche che un libro che ti viene proposto deve avere per non essere cestinato alla prima lettura?
Un progetto per convincere non deve essere stupido, noioso, banale.
Il che significa che deve essere costruito intorno a un’idea forte e ben realizzato.
Il che significa che deve saper raccontare quel che si prefigge in modo irresistibile: vale a dire, la tensione narrativa ti deve costringere ad arrivare all’ultima pagina senza che tu nemmeno te ne accorga.
Il meccanismo narrativo che ti porta a voltare le pagine deve funzionare senza intoppi, in modo perfetto, dando l’impressione di un percorso del tutto spontaneo e naturale.
Ci vuole molto lavoro, in verità, per ottenere questo risultato. Il che significa molta competenza, padronanza dei mezzi espressivi e nessun dilettantismo.
Cosa faranno da grandi i Topipittori?
Esistiamo dal 2004. Abbiamo quindi undici anni, ma in questo breve tempo ci siamo sviluppati in modo organico, arrivando a toccare ambiti molto diversi.
Partendo dagli albi illustrati, via via abbiamo pubblicato fiabe, poesie, narrativa (la collana Anni in tasca di narrazioni autobiografiche) e fumetti (la collana Anni in tasca graphic).
L’ultima nuova nata è stata la collana dedicata all’arte Piccola Pinacoteca Portatile che ha vinto una menzione d’onore alla Fiera di Bologna nel 2013.
Molti dei nostri libri sono opere prime, il che significa realizzati da illustratori/autori nuovi, spesso molto giovani, che hanno cominciato a lavorare con noi e oggi sono conosciuti a livello internazionale, dove hanno spesso ottenuto riconoscimenti importanti.
Questo perché ben oltre la metà del nostro catalogo è pubblicato all’estero: dagli Stati Uniti alla Corea, alla Cina, a gran parte dell’Europa, all’America Latina (di questo aspetto della casa editrice si occupano Paolo Canton e Lisa Topi).
Per noi la vendita dei diritti di edizione, infatti, è fondamentale, dal punto di vista economico, dato che quello italiano è un mercato ristretto.
Dal 2007, abbiamo editato una pubblicazione diffusa gratuitamente e destinata a insegnanti, genitori, librai, bibliotecari, educatori, atelieristi, studiosi, o anche semplici lettori e appassionati, che raccoglie e propone letture critiche approfondite di albi e libri illustrati: diciamo che in Italia è stata la prima pubblicazione che si è occupata specificamente del rapporto fra parola e immagine nell’albo illustrato.
Siamo partiti da soli, a realizzarla, e nel tempo abbiamo coinvolto in questa pubblicazione altri cinque editori. Si intitola il Catalogone ed è stata curata da Giulia Mirandola, che ha esordito proprio con questa pubblicazione nell’ambito della critica e dello studio dell’albo illustrato, dove oggi è una voce di tutto rispetto.
Insieme a Giulia hanno lavorato Marcella Terrusi, Ilaria Tontardini Elisabetta Cremaschi, che sono fra gli studiosi oggi più interessanti di letteratura illustrata per piccoli.
Da quest’anno Il Catalogone non esce più, per diverse ragioni, alcune logistiche. Svolgiamo sui temi della cultura del libro illustrato, delle parole e delle immagini, incontri e corsi di formazione per adulti.
Abbiamo insegnato all’Accademia Drosselmeier, al Master Ars in Fabula di Macerata, a Sàrmede e alla Scuola di illustrazione del Castello di Milano.
Nel 2010, abbiamo aperto un blog sul tema della cultura rivolta ai bambini e ai ragazzi o che ha al centro i bambini e i ragazzi, negli ambiti più diversi: teatro, cinema, letteratura, illustrazione, scuola, biblioteche, librerie eccetera. Abbiamo un centinaio di collaboratori, e fra i 25 e i 30 mila visitatori unici mensili.
Infine, ricordo che nel 2011, Paolo Canton, cofondatore con me, della casa editrice, è stato insignito dalla Repubblica Francese del titolo di Cavaliere delle Arti e delle Lettere per meriti nell’innovazione editoriale.
Quindi diciamo che non guardiamo alla maturità della casa editrice come a un evento futuro, ma come a un presente in corso di realizzazione!
Molto interessante. Che dire, il loro lavoro si contraddistingue per estrema coerenza e serietà. Bravi!
Silvia, si anche li ammiro moltissimo!
complimenti per l’intervista! Sono affezionata lettrice del blog dei Topipittori, le loro pubblicazioni sono quelle che preferisco 🙂
Mummyinprogress sono irresistibili! ^_^