I bambini sono dai nonni, partiti stamattina e io domani parto di nuovo per un viaggio di lavoro di 2gg. E pensare che ho cambiato lavoro per evitare di dover attraversare la città in macchina tutti i giorni e mi ritrovo a solcare i cieli italiani in aereo! Quando si dice cambiare prospettiva, eh?!
E’ che ci sto provando, provo a seguire questa nuova strada e a far quadrare tutto nonostante il tempo si sia ridotto.
Mi ritrovo ad essere responsabile di un progetto, grosso, complicato, gioco a fare la manager e se da una parte può essere sfidante mettersi in gioco e provare a realizzarsi professionalmente, dall’altra mi domando se lo voglio davvero. Ho sempre pensato che le donne che fanno carriera in questo ingiusto mondo italiano, sono donne che per un verso o per l’altro hanno rinunciato o comunque messo in secondo piano la famiglia. Ho sempre pensato che io non ero disposta ad un simile sacrificio e quindi destinata a non far carriera. E mi stava anche bene.
Poi questa occasione, colta soprattutto per opportunismo logistico, ovvero non dovermi trasferire con il mio precedente gruppo di lavoro dall’altra parte della città, ma anche per il gusto di sfidarmi su un terreno prettamente maschilista e dimostrare a me stessa e a loro che invece anche con un famiglia puoi fare carriera. Ma sarà davvero così? E soprattutto è davvero questo quello che io voglio? Questo nuovo lavoro mi sta dando l’occasione per una realizzazione professionale, ma io la volevo? Stavo così bene nelle mie sei ore di part time, perfettamente in equilibrio tra famiglia e lavoro, tra tempo libero e lavoro…
E ora? Ora forse potrò anche riuscire a trovare un nuovo equilibrio che mi consenta di dividermi in due ed efficentare il più possibile il tutto, ma a che prezzo?
Ammesso anche che non ci rimetta nessuno, né il lavoro, né la famiglia, io? io ci rimetto di certo!
Lo vedo già ora, che ancora non son costretta a fare full time, ma ho i tempi che si allungano e il cervello che frulla come una trottola da una cosa all’altra tanto da non riuscire a volte a fare una pausa caffè degna di questo nome.
Sono giorni in cui sono a mille, il cervello non riposa mai, mail, telefonate, riunioni, e poi daccapo mail, telefonate, riunioni. Torno a casa e ho solo voglia di tuffarmi sul divano o rotolarmi su un tappeto con i miei bimbi. E lo faccio, eccome.
Solo che poi tutto resta indietro, le cose della casa, il blog, tutto…
E io mi innervosisco pensando alle cose ancora da fare …
Un circolo vizioso che non so come interrompere.
E intanto domani riparto di nuovo.
E oggi sto così.
A volte penso che, per una donna, l’ideale sarebbe poter contare su un part time per gli anni in cui i figli sono più piccoli (che poi, diciamocelo, è un attimo) così da poterli crescere, nel senso di vederli e seguirli nella loro crescita. E’ un vantaggio per tutti, per la famiglia, per i figli che sapranno di poter contare sulla presenza della madre e per la società, perché per quanto esistano tate e asili di ottimo livello, l’amore di un genitore è il “fertilizzante” migliore. Questo, ovviamente, è un po’ il libro dei sogni, la realtà è molto diversa e porta a riflessioni come la tua, che comprendo appieno. Che dire? Forse dovremmo combattere di più, far sentire la nostra voce, per costruire un mondo del lavoro che tenga conto anche di queste esigenze.
Hermione, io non posso dire di non aver combattuto, ma questo mondo del lavoro così maschilista e ottuso e pieno di pregiudizi non crede che una persona in part time possa gestire un progetto. Lasciate che siano i fatti a dimostrarlo, dico io, no!?
Datemi modo di provare! E invece no, il punto per loro è che non può essere scritto sulla carta: non sta bene e basta! Ecco.
Condivido tutto quello che hai scritto, odio l’assurdità di dover pagare una persona per passare tempo con i miei figli! Odio! Farò di tutto per ritagliarmi più spazio possibile da passare con loro, mi alzerò all’alba se necessario, ma non rinuncerò al nostro tempo! Non possono obbligarmi e io non lo permetterò!
Hai ragione, il mondo del lavoro è ritagliato sui maschi. Ho passato alcuni anni in un ufficio dove il metro della tua bravura era il tempo che passavi lì, a prescindere da quanto lavoro avessi effettivamente da fare. Più facevi tardi, più festivi passavi alla scrivania, più eri apprezzato. Il tutto era assurdo, perché il lavoro in sé non lo richiedeva, c’erano, per carità, giornate frenetiche, ma anche lunghissimi tempi morti. Eppure all’epoca, pur non avendo né marito né figli, mi chiedevo come un sistema del genere fosse compatibile con una famiglia o semplicemente con una vita privata. Il problema, però, era a monte, in una progettazione del lavoro, fatta da un capo maschio, che sembrava non aver altri piaceri al di fuori dell’ufficio, e per il quale più lavoravi, o meglio più tempo passavi alla scrivania, più eri bravo. Forse bisognerebbe andare oltre i vecchi schemi, soprattutto quando si tratta di donne che, si sa, hanno mille risorse e capacità
Il dilemma di tutte! Sono arrivata alla conclusione che l’equilibrio non esiste ma si cerca di stare in piedi comunque
Silvia io non voglio solo stare in piedi, voglio essere felice e voglio che lo siano i miei figli!
Chiedo troppo?
Cito una strofa di una canzone bellissima: “E’ tutto un equilibrio sopra la follia” …
Diventare madre è diventato un lusso per una donna… penalizzata sul mondo del lavoro e stretta tra sensi di colpa verso il figlio… E’ una follia!
Chiaraaaaa è troppo vero!! Mannaggia!
Mi spiace dirlo ma non è’ un paese per mamme,mogli e donne…che lavorano!
che rabbia!
io penso che se il lavoro dà la possibilità di avere un part time perchè tanto più di così non si cresce allora bisogna prenderlo al volo….naturalmente se ciò non maschera un ridimensionamento e futuro licenziamento (perchè con questa crisi nulla è più certo)…. se invece si ha possibilità di crescere bisogna afferrare questa opportunità…si cambia stile di vita è vero ma io dico sempre alla mia famiglia che dò il massimo qualitativamente parlando,,,, la quantità rimane poca ma ci si organizza…e poi se nel blog latiti mica ti abbandoniamo…ed esistono i social twitter e instagram che ci sostengono comunque… anzi io mi diverto di più lì che sul blog… 😛
Barbaraaaaa. io e te dobbiamo fare una lunga chiacchierata prima o poi…! <3
e abitiamo pure nella stessa città…scandaloso che ancora non siamo riuscite ad incontrarci..prima o poi ce la faremo..intanto tengo d’occhio gli appuntamenti su lenuovemamme…
E non solo… ^_^
FORZA FEDERICA!
Comincia subito a riorganizzarti: ricalcola le priorità, prendi una donna delle pulizie, compra un libro di yoga e parti per il tuo viaggio verso la realizzazione!
Un bacio affettuoso
😉
Fabi… tu lo sai che più che la realizzazione qui è in gioco il mio equilibrio psicofisico! ^_^
Cara, credo il tuo sia il dilemma di tutte le donne (mamme e non) che cercano con tutte le loro forze di mantenere il proprio lavoro.
Ho letto anche il post sull’occasione che ti è stata offerta e che a quanto pare hai accettato.
Hai fatto sicuramente bene.
Noi donne non dobbiamo rinunciare ai nostri sogni e alla nostra passione solo perché il sistema oggi ci mette i bastoni tra le ruote.
E’ difficile, lo so.
Io viaggio due ore al giorno per raggiungere un posto di lavoro che amo e in cui sto da circa 10 anni. Mi sacrifico e perdo due ore della mia giornata sui mezzi e che potrei invece dedicare a mia figlia.
Non demordo e sono anche felice.
Vedo che la bambina e’ comunque serena, per fortuna ho l’appoggio dei nonni vicini.
Nonostante il mio sacrificio da pendolare mi sento molto fortunata, perché innanzitutto so che non solo la sola e ci sono donne e mamme come me (che alla fine fanno i miei stessi orari); e poi perché oggi credo sia davvero difficile trovare un lavoro che piaccia veramente e che dia delle vere soddisfazioni.
Non ho mai pensato di cambiare ma mai dire mai. Non lo escludo a priori ma una cosa è certa: il dilemma resta lo stesso, un po’ di sensi di colpa pure (li ho espressi qui: http://chevitafarelamamma.blogspot.it/2014/02/mamma-ho-bisogno-di-te-mi-abbracci.html?m=1 ) ma alla fine di una giornata almeno posso dire di essere completa perché non mi manca nulla. Forse solo un po’ di tempo in più, quello si.
Sono sicura che sei bravissima e che la tua famiglia non può che apprezzare di avere una mamma, moglie donna come te;)
Ma è legittimo sfogarsi: troverai molta comprensione ma soprattutto capirai che non sei sola in questo tuo dilemma.
Vivy
P. S. Non ci crederai ma ho pronto un post che racconta un po’ questo status. Appena è online te lo segnalo;) e penso che ti citerò…
Viviana, le nostre strade si incontrano spesso a quanto pare… E’bello trovare la solidarietà di altre mamme che come me si sentono donne e vogliono mantenere la loro indipendenza economica e la loro professionalità. Ma devo dire è anche triste constatare quanto sia dura per tutte…! Ce la faremo perché noi donne possiamo tutto quello che vogliamo, io di questo sono sicurissima! Grazie del sostegno. Aspetto il tuo post
Ciao Federica, mi dispiace sentirci così’ triste.
Trovare un nuovo equilibrio non è facile. La vita spesso ci impone dei cambiamenti, che all’inizio possono sembrare negativi, ma poi si rilevano una manna.
Io Sono un po’ fatalista. Penso che le cose non accadano per caso e che se ti è’ capitata questa opportunità , e l’hai colta, significa che in fondo la volevi.
Nella mia vita lavorativa, pur avendo sempre desiderato fare carriera, ho scelto di trovare una situazione lavorativa che mi consentisse di stare con le mie bimbe, visto che mio marito e’ sempre fuori per lavoro. Ma diciamo che le cose sono andate così…probabilmente se il papà avesse avuto modo di essere più a casa, avrei continuato la mia carriera in azienda.
Sicuramente e’ un momento molto stressante, ma Cerca di affrontare con positività il cambiamento e vedrai che ti sentirai più sollevata, meno oppressa da tanti dubbi.
Keep calm!
In bocca al lupo
Francesca
Grazie Francy!!!
Grazieee… <3
Tieni duro. Almeno per qualche tempo ancora. E poi fai le tue riflessioni. Io non lavoro e mi manca moltissimo. Credo che bisogna lavorare anche per i propri bambini. L’altro giorno tornando dalla lezione di yoga pensavo:” E’ proprio vero, il lavoro da dignità. In molti sensi”.
Raffaella non è il lavoro a dare dignità ma il modo in cui si fa quello che si fa! Se sei mamma a tempo pieno e lo si fa con impegno, amore, dedizione, quello nobilita quanto è più di tanti lavori.
Penserò a quello che mi hai scritto, grazie!
Federica, poi raccontaci come è andata, i tuoi pensieri, quello che ti ha lasciata perplessa e quello che magari ti è piaciuto… in bocca la lupo, a presto!
bella idea!
Apprezzo molto il coraggio…e dico sul serio. Io non ce l’ho e non so se è un bene. Non sai quante volte ho pensato di buttarmi in qualcosa che non mi facesse essere dolo una mamma e una moglie. Ma poi queste due figure hanno sempre prevalso…forse perché di far chissà che carriera non mi è mai importato più di tanto dal momento che il mio sogno e sempre stato quello di fare la moglie e la mamma…banale??? Può essere ms tant’è…ora però mi sono buttata nella vendita diretta dei prodotti Yves Rocher ma l’ho fatto proprio perché mi permette di lavorare tranquillamente da casa senza nulla togliere a Riccardo e Francesco…vedremo dove mi porterà. Ti capisco benissimo ma penso tu abbia fatto bene a buttarti…nella vita, credo, sia sempre meglio avere rimorsi che rimpianti e poi, alla fine, se proprio non ti ci ritrovarsi puoi sempre tornare indietro no??? Ti abbraccio forte e un bacione
Grazie Fabri!! Sei un tesoro!
Io apprezzo molto le donne che riescono a fare una scelta come la tua.
Io non potrei stare senza una mia entrata, mi conosco, non mi piace chiedere, neanche alle persone che amo…
Le tue parole hanno smosso ricordi ed emozioni. Prima di diventare tre volte mamma lavoravo in una multinazionale, lavoro appagante, ma avevo chiesto il part time perché sentivo forte il desiderio di continuare a studiare per specializzarmi in psicoterapia sistemico familiare. Sai che mi rispose il mio capo/donna? Che se volevo il part time lo avrei dovuto cercare in fabbrica come operaia? E lo disse con un tono così dispregiativo da graffiarmi l’anima. Ho immaginato come sarebbe potuto diventare quel posto dopo la nascita di un figlio. Così, sostenuta da mio marito, ho dato le dimissioni.
A te auguro il meglio, convinta che tu sappia prendere le tue soddisfazioni lavorative senza calpestare la famiglia. Goditi anche la trasferta, nuove prospettive, la certezza che i tuoi bimbi faranno tesoro del tempo con i nonni. Ti abbraccio
Grazie Mammamari, la tua testimonianza è davvero scoraggiante. Orribile vedere certi atteggiamenti da parte di altre donne.
Che peccato che chi non abbia famiglia o comunque abbia fatto scelte diverse dalle nostre, non possa quanto meno far lo sforzo di capirci!
Grazie per il tuo messaggio!
Fatti aiutare in casa da una signora e scrivi sul blog solo se hai voglia magari tutto questo stress e’ dovuto al fatto che il lavoro e’ nuovo. Certamente riuscirai a trovare il tuo equilibrio. In bocca al lupo!
Grazie Angela,
la persona per casa la cercherò di sicuro dopo le vacanze, così non posso continuare… Crepi il lupo!
Ti leggo e leggo di me e quanto mi fa paura perché nemmeno io sono disposta a mettere in secondo piano la mia famiglia nel modo più assoluto ma ho paura che continuare su questa strada lo farà diventare inevitabile. Dimmi come ne possiamo uscire senza farci male!
Maria Elena, chiedendo aiuto! Io non sono brava a farlo, anzi direi che preferisco schiattare piuttosto che riconoscere di aver bisogno di altri, ma è ora di prendersi un aiuto, che possa alleggerirci delle incombenze pratiche e lasciarci spazio vitale.
Io mi son rassegnata a questo passo. E oggi ho visto una persona.
E’ quello che forse faremo noi con l’arrivo di settembre perché un altro anno così e ci lascio le penne!
Maria Elena, tu sei tornata a lavoro full time?
E come ti sei organizzata?
E’ vero, è solo questione di equilibrio =)
Difficile da trovare… ma basta aver ben chiara la scala delle priorità! ^_^
Cara, abbiamo scelto questo post per la nostra top of the post della settimana.http://chevitafarelamamma.blogspot.it/2014/06/top-of-post-11-settimana-9-14-giugno.html?m=1
Buona giornata!
Grazie! Sei (siete) carinissima!!!!
grazie a Viviana per averti scelta nella sua top della settimana…. ero in ferie e questo interessantissimo post mi era sfuggito! Io sono mamma full time un po’ per scelta e un po’ perché il posto di lavoro che avevo, come è successo a tante prima di me, non esisteva più al momento del rientro e mi hanno offerto di fare i turni…. che con 3 figli è impensabile. La storia è lunga e mi è venuta voglia di raccontarla…. (scriverò sul blog!) Comunque vedo che non riusciamo ad essere serene… quando si lavora si vorrebbe stare di più a casa. Quando si sta a casa si vorrebbe lavorare… Credo tu abbia fatto la scelta giusta, alcune opportunità si presentano una volta sola nella vita e bisogna coglierle al volo. Con il tempo si trova l’equilibrio. Ma la domanda che mi assale è…. quando succedere ai papà di avere tutti questi pensieri? Arriveremo mai ad avere mariti che per vera scelta prenderanno i part time, i riposi di allattamento, i permessi per malattia, la “paternità” facoltativa…. ? (premetto che mio marito dopo il primo figlio ha fatto le ore di allattamento al mio posto per godersi la bambina ma, ahimè, è stato licenziato…. è l’unico permesso in cui i datore di lavoro può licenziare il padre senza conseguenze…..) Ora vado a scrivere il post! hehehehe
E quando lo scrivi linkati qui che non voglio perderlo!
Avevo letto di sfuggita il post, proprio perchè in quei giorni ero in trasferta anche io, la prima dopo il rientro dalla maternità.
Durante il viaggio ho pensato spesso alle parole che avevi scritto riguardo ai lati positivi della trasferta e io ne ho trovati davvero pochi.
Sarà che ero a Firenze nei due giorni più caldi dell’anno, sarà che erano giornate piene di lavoro, che il frecciarossa ha fatto il solito ritardo e mi sembrava di non arrivare più a casa, ma io, a parte qualche soldo in più in busta paga, la colazione a buffet e l’aria condizionata in camera da letto, non ne ho trovati molti altri.
E’ da un po’ che ho capito che questo lavoro non mi piace più e che sono momentaneamente “parcheggiata” qui, una società nella quale lavoro da anni, un ambiente di sole donne la maggior parte mamme, perchè mi è stato concesso il part time, il contratto e bla bla…insomma le classiche cose che ti fanno sentire sicura ma che non ti rendono felice ed appagata.
E qui inizia il dilemma: inizio a mandare in giro il mio CV con la speranza/paura di trovare una società che mi offra quello che mi fa sentire appagata professionalmente ma che tolga ancora più tempo alla famiglia? Oppure mollare tutto e fare la mamma a tempo pieno? O altro ancora rimanere dove sono e cercare un’appagamento “mentale” in altro modo?
Al momento una delle soluzioni che ho trovato è quella di iscrivermi nuovamente all’università, studiare questa volta quello che mi piace ed interessa davvero, senza l’ansia dello sbocco professionale, farlo con la sola passione, ritagliandomi allo stesso tempo un pochino di tempo per me…
CI riuscirò? Mi renderà più felice?? Bah …vedremo 🙂
Io te lo auguro Rebecca! La cosa certa è che ognuna di noi deve indagare dentro se stessa quello che può renderla davvero felice… Io ancora non lo so, ma cerco di ritagliarmi momenti felici ogni giorno, ogni ora, ogni minuto e di vedere solo il lato positivo in tutte le cose.