
Quello che vorremmo più di tutto noi genitori in questo momento è poter dare un po’ di serenità ai nostri bambini, dare loro una parvenza di normalità anche mentre tutto intorno è anormale, sappiamo che ci vorrà tempo per un ritorno alla “normalità” che per mesi la vita che conoscevamo non sarà possibile, loro non hanno un orizzonte così ampio e meno male, loro sanno e probabilmente si ripetono che se fanno i bravi e rispettano le regole “andrà tutto bene”.
Noi che invece guardiamo lontano dobbiamo impegnarci ogni giorno perché vada tutto bene già adesso, mentre siamo tutti a casa, con questa nuova opportunità di riscoprire la lentezza, che è un bene preziosissimo e con essa il gusto di giochi che avevamo dimenticato per mancanza di tempo lento, di momenti leggeri che non avevamo il tempo di goderci. E così abbiamo preso a fare dolci, quasi ogni giorno, per la gioia di Edoardo, il goloso della situazione e anche di Filippo che ha scoperto il gusto della colazione con il ciambellone, la sera guardiamo film accoccolati sul divano, facciamo colazioni lente e ci abbracciamo e baciamo molto più di prima.
Sorprendentemente i miei bambini sembrano sereni, hanno i momenti di agitazione che capisco sia dovuta al bisogno di scaricare energie, ma non si lamentano mai. Filippo ogni tanto capta qualche parola sulla scuola dalla TV e allora da voce alle sue paure chiedendo “mamma, ma davvero pensi che la scuola non riaprirà?” e mi tocca dirgli la verità, dirgli che lo ritengo molto improbabile perché anche quando tutto sarà passato dovremo comunque stare molto attenti per un po’, e quindi comunque sedere distanti dagli altri, evitare contatti troppo stretti e la scuola non è un luogo dove è facile garantire tutto questo.
Non so quanto gli manchino i suoi amici, ringrazio il cielo che tutto questo sia capitato in un epoca in cui la tecnologia ci permette di essere tutti vicini anche se distanti, in cui con gli amici puoi chattare , sentirli al telefono e persino vederli in video chiamata. Forse tutto questo lenisce un po’ la sofferenza per questa vita forzatamente reclusa, unito al fatto che i ragazzi sono comunque molto impegnati con la scuola.
Dopo un primo momento di smarrimento, la scuola si è ben organizzata con una piattaforma da cui i ragazzi possono in autonomia scaricare e caricare file di lavoro, trovano link a video lezioni e inseriscono i loro elaborati realizzati su word, power point o foto di disegni e quant’altro. Filippo mi sembra molto cresciuto, non ha avuto bisogno del nostro aiuto che per la fase di avvio, ora lavora autonomamente col suo PC e anche questo credo sia un aspetto molto interessante da non sottovalutare per il futuro della scuola: ora che i nostri ragazzi sono diventati per forza di cosa così bravi e tecnologici, forse vale la pena davvero pensare ad una didattica più moderna.
Persino il piccoletto, in terza elementare usa la stessa piattaforma, anche se con il nostro aiuto ed è molto felice quando può svolgere i compiti direttamente sul PC, cosa che per la verità gli è concessa poco perché giustamente le sue insegnanti preferiscono che continuino ad usare i quaderni mandando poi foto dei compiti svolti. E ci mancherebbe che non fosse così, sono ancora piccini e non devono perdere l’allenamento con la scrittura e lo svolgimento dei compiti su carta. Per ora.
Organizzazione scolastica a parte, sono molto orgogliosa dei miei ragazzi e del fatto che non si lamentino mai, hanno capito molto meglio degli adulti evidentemente, che non si può uscire, neanche andare in cortile a giocare un po’ col pallone. Hanno capito che tutto finirà prima se facciamo i bravi e restiamo dentro. Lo speriamo tutti.
Hanno imparato ad andare molto più d’accordo, si sono inventati giochi nuovi, come il “seduti-pong” una specie di ping pong da seduti, facendo rimbalzare una piccola pallina e usando le ciabatte come rete, hanno costruito un canestro di cartone che hanno appeso alla porta della camera con il quale fare qualche tiro per ricordarsi come si fa e ricordarsi che presto torneranno a tirare ad un canestro vero

Edo ha riscoperto il gusto di giocare con i Lego, con cui passa tantissimo tempo, stiamo imparando a costruire muri solidi alternando i mattoni da 1 e quelli da 2… son cose che possono servire nella vita, no?

Filippo legge di nuovo quello che gli piace: da quanto era iniziata la scuola media non aveva più tempo per leggere quello che piace a lui perché la prof di italiano assegna loro dei libri da leggere e tra compiti e impegni sportivi, non riusciva più a leggere i suoi preferiti. Ora sta leggendo Harry Potter, il quinto libro se non sbaglio. Era fermo li. Ieri mi hanno chiesto il Nintendo Labo che avevano ricevuto in regalo un anno fa e del quale avevano montato solo un paio di giochi: hanno passato il pomeriggio a montare la macchina fotografica subacquea, da soli, divertendosi un mondo a scoprire il mondo sottomarino e a fotografare gli strani e pericolosi pesci incontrati sott’acqua.

Non chiedono di uscire, né credo servirebbe uscire a fare quattro passi nel quartiere per regalare loro un po’ d’aria, avrebbero bisogno di una corsa, di un pallone, di incontrare i loro amici, non di quattro passi nostalgici. Quelli possono bastare a noi che siamo vecchi, ma a loro aumenterebbero oltre che il rischio, solo l’amarezza.
Sono davvero bravi, io mi lamentavo spesso del fatto che non collaborano volentieri ai lavori di casa, che non tengono in ordine la loro stanza, che mettono il muso se chiedo loro di apparecchiare o sparecchiare, ma più passano i giorni, più mi rendo conto che questi atteggiamenti stanno passando, che questa convivenza forzata ci sta regalando una maggiore consapevolezza di cosa significhi essere famiglia e collaborare tutti.
Ora che non ci sono pressioni dall’esterno, ora che non abbiamo più fretta di correre, ci è stato regalato del tempo per rivalutare e rafforzare i nostri rapporti, per tenerci più stretti già che i soli abbracci che possiamo concederci sono quelli tra di noi.
E per il resto, speriamo passi presto. Per loro che meritano di tornare a correre sui prati. E per noi tutti.

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