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    DIARIO

    Di duenni, di papà, di autorevolezza e pippe mentali

    9 Marzo 2011

    Ho già parlato altre volte dei conflitti con il mio piccolo terribile duenne.
    Non parlo dei molti moltissimi conflitti che ho imparato a prevenire o a gestire.
    E mentre quotidianamente il mio cervello si arrovella nella gestione e prevenzione di sceneggiate, quando c’è il papà e provo a delegare a lui qualche attività che riguarda Filippo, ecco che mi ritrovo a vedere scene penose frutto della sua “inesperienza”e della sua mancanza di osservazione delle dinamiche mamma-figlio quando lui non è direttamente coinvolto. Mi spiego meglio: quando sono io che mi occupo di Filippo, vorrei che lui ci osservasse e rubasse qualche dritta da riapplicare quando tocca a lui. Pretesa assurda?
    Cosa accade invece?
    Accade che se vedo che sta andando in una direzione sbagliata glielo dico. Errore grave perché non si danno mai consigli non richiesti, soprattutto se sai che il papà li vivrà come una critica.
    E a volte, anche davanti a Filippo. Errore gravissimo perché immagino che questo sminuisca l’autorità del papà agli occhi del piccoletto. E se questo da un lato giova al papà che è il buono, mentre io sono la cattiva, dall’altra mi preoccupa seriamente perché temo che il papà possa non avere l’autorevolezza per farsi sentire da suo figlio, quando si tratterà di gestire cose serie. E quello che mi preoccupa di più è che il papà sembra sottovalutare questo aspetto. E’ che di fondo lui è buono e quindi si comporta da buono, rispetta il figlio, cerca di piegarsi ai suoi tempi, ma questo dà potere al piccoletto e si finisce che per fargli fare una cosa servono le urla. Insomma il papà agnellino diventa lupo. E allora, perché non prevenire? Perché non provare a fare come fa la mamma invece di perseguire il “a modo mio“, come dice lui?! Ma è giusto quello che dico? No, non lo è perché lui ha il diritto/dovere di cercare e trovare la sua strada personalissima. E allora, di che sto parlando?
    Ma a voi vengono ‘sti pensieri!?!?!
    Educazione Filippo sopravvivere ai terribili due anni
    by Federica 
    8 commenti

    About Federica

    Appassionata di libri per bambini, mamma di due maschietti di 8 e 11 anni. Program Manager per lavoro e inclinazione personale: amo programmare, organizzare e non sto mai ferma! Tra Roma e Genova, cresco i miei figli cercando di educarli al bello, dai libri all'arte, alla buona cucina.

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    Commenti

    1. rossella dice: 9 Marzo 2011 alle 15:01

      a chi lo dici….ci facciamo mille problemi…in cerca di una strada sa seguire concreta ed unica ma poi……ogni tanto si esce fuori dai binari…..e poi…..ma cosa sarà giusto??????????

      Rispondi
    2. MammaMoglieDonna dice: 9 Marzo 2011 alle 15:08

      @rossella: io non pretendo di avere le risposte a tutto. Ci mancherebbe, ci sono cose che non riesco a gestire, anzi sulle quali sbrocco talmente tanto che ormai ho perso anche la lucidità di analisi a posteriori (vedi le cene!), ma ci sono cose che invece ho risolto, cose che ho imparato a gestire e allora, perché non copiarmi?
      Magari posso scrivere una sorta di manuale d’uso/libretto delle istruzioni da consultare all’occorrenza, forse così non si sentirebbe sotto accusa.
      Ma la mia domanda è: è giusto che io voglia che lui segua la mia strada, anche se funziona? O sarebbe più giusto che lui trovasse la sua?

      Rispondi
    3. regina87 dice: 9 Marzo 2011 alle 15:44

      Stessa, identica situazione! Con l’esperienza e dopo i mille errori fatti, so come prevenire le classiche sceneggiate da capriccio isterico. Le vedo già, nella mia mente, prima che accadano, e so come deviare. Non sempre, ma a volte ci riesco! Lui no! Prima gli dà e lascia fare di tutto, poi, quando vede che la situazione stà degenerando, toglie. Conseguenza: urla da rompitimpani del Nano e urla per sgridarlo di Lui. E poi mi dice “Non dà retta. E’ troppo viziato. Non sa fare a stare in mezzo alla gente.” Conclusione: la colpa è mia che faccio i salti mortali per evitare le situazioni critiche, mentre invece dovrei lasciarlo fare per permettergli di sbagliare e, invece di spiegargli l’errore (tanto non capirebbe, o meglio, non mi ascolterebbe), sgridarlo alzando la voce! *-* Da quì si vede chi passa 24 ore con il Nano e chi ne passa solo 4/5.

      Rispondi
    4. Micaela dice: 9 Marzo 2011 alle 15:45

      respira!

      Rispondi
    5. CosmicMummy dice: 9 Marzo 2011 alle 16:09

      non so, non voglio dare un consiglio come se sapessi esattamente come comportarmi perchè non è così. secondo me è giusto che ci siano degli obiettivi condivisi, delle regole su cui si è d’accordo e su cui non si transige (non c’è niente di peggio di 2 genitori che mostrano al figlio di pensarla in maniera diversa) ma il modo con cui applicarle secondo me può essere personale… io comunque ogni giorno racconto a mio marito dei capricci di nostro figlio e del modo in cui sono stati ‘superati’, e lo stesso fa lui con me. ovviamente non in sua presenza!
      la cosa invece che mi accorgo è deleteria, e devo dire mi urta abbastanza, è quando una terza persona si intromette. quando lui fa capricci davanti ai nonni, o ad altre persone, ecco che loro si sentono in dovere di ‘dare una mano’, parlandogli, cercando di convincerlo con le chiacchiere che così non deve fare, o peggio ancora scherzando sul suo comportamento, facendo finta di piangere anche loro… guardacaso in quelle situazioni tutto precipita ed è praticamente impossibile che la scenata finisca. possibile che non si accorgano che i capricci sono una questione fra mamma/papà e bambino e nessuno deve intromettersi???

      Rispondi
    6. MammaMoglieDonna dice: 9 Marzo 2011 alle 20:26

      @regina87: dal tuo racconto evinco che anche il tuo maritino è un po’ presuntuosetto, sbaglio?
      Devo ammettere che il papi non giudica mai il mio operato, anche quando urlo e sbraito, mai mi giudica. Però non gli va di prendermi ad esempio o di ascoltarmi quando cerco di indicargli la mia via.
      @Micky: fiu.
      @CosmicMummy:anche io gli racconto i capricci e anche il modo in cui li affronto, ma difficilmente lui poi li mette in pratica! La questione nonni è delicatissima, io non so come farei se li avessi sempre tra i piedi.
      Pensa che mio padre, che adoro, quando mi sente incazzata perché Fili non vuole mangiare, mi dice “mandalo qualche giorno da me, che lo faccio mangiare io, con me mangia” E’ una soluzione?! Per riposarmi, forse, ma non per affrontare la cosa!

      Rispondi
    7. CosmicMummy dice: 10 Marzo 2011 alle 15:18

      si ma poi credo che se mangiasse tutti i giorni dal nonno, passata la novità, farebbe capricci anche lì! quando ero piccola non volevo mangiare, mia madre era disperata, poi una volta tanto andavo da mia nonna che mi preparava le lasagne, le polpettine e le patatine, c’erano tutti i miei cugini (che mangiavano molto più di me) e io mangiavo tutto. così i miei nonni chiedevano a mia madre “ma perchè tu cosa le cucini?” come se il problema fosse che lei cucinava male…

      Rispondi
    8. MammaMoglieDonna dice: 11 Marzo 2011 alle 09:42

      @CosmicMummy: per questo dico che sono inopportuni a volte! Te l’ho detto, l’unica cosa per cui gioverebbe sarebbe il mio riposo mentale!

      Rispondi

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