
Viaggiare fa bene ai bambini è una cosa di cui son convinta da sempre, per questo non ho mai avuto paura di affrontare viaggi con i bimbi anche quando questo significava portarsi dietro la casa intera. Sono tanti gli studi che avvalorano questa teoria descrivendo i benefici che viaggiare ha sullo sviluppo intellettivo dei bambini.
Viaggiare significa innanzi tutto spensieratezza, quindi riposo dalle attività quotidiane e possibilità di godere di tempo speso a giocare, ma anche cambiare contesto sperimentando scenari e situazioni inusuali, il che influenza positivamente l’abilità di giocare ad inventare soluzioni e sperimentare situazioni in modo creativo. E’ quello che i miei bambini sperimentano quando d’estate si trasferiscono dai nonni al paese, vivono situazioni, attività e contesti completamente diversi dai loro, arricchendo così il loro bagagli di esperienze a 360 gradi.
I miei bambini sono animali sociali: sono di quelli che non solo rispondono se qualcuno sul treno chiede loro qualcosa, ma sono spesso loro i primi ad interagire con le persone, di qualunque e se da un lato questo approccio mi spaventa, dall’altro mi rendo conto che viaggiando i bambini si allenano a relazionarsi con gli altri a concentrare la loro attenzione su cose diverse dal solito, che possono essere un modo di vestire, un atteggiamento, una situazione nuova e diversa.
Numerosi studi dicono che nuove esperienze e cambiamenti hanno un impatto positivo sulla creatività dei bambini, perché permettono loro di osservare le cose da una diversa prospettiva ampliando i loro orizzonti. Uno studio condotto dall’Università dell’Indiana indica che anche solo il pensiero di destinazioni lontane può aumentare la creatività, ecco perché non solo viaggiare fa bene ai bambini, ma anche pianificare la vacanza, desiderarla con loro, creare aspettative, coinvolgerli nella scelta degli itinerari e nella definizione delle attività da fare. Io cerco sempre di coinvolgerli, pianificando con loro quando possibile, ma soprattutto rendendoli partecipi sulle scelte creando aspettativa su quello che faremo o quello che vedranno: facciamo il conto alla rovescia, fornisco loro informazioni e aneddoti sui luoghi che visiteremo.
Viaggiare fa bene ai bambini anche perché migliora la capacità di concentrazione: vi siete mai fermate ad osservare cosa sono in grado di fare in spiaggia con un po’ di sabbia e qualche sassolino, o in montagna con fiori, fili d’erba e sassetti? Uno studio condotto dall’Università dell’Illinois ha evidenziato che attenzione e concentrazione nei bambini aumentano già solo dopo i primi 20 minuti trascorsi nella natura. Inoltre, essere circondati dalla natura abbassa la pressione sanguigna, riducendo lo stress con effetti benefici anche su disturbi dell’attenzione e iperattività.
Senza contare che viaggiare fa bene a tutta la famiglia: interrompere la routine quotidiana, con la frenesia che la caratterizza fatta di doveri e responsabilità tra scuola e lavoro, significa anche avere più tempo gli uni per gli altri e quindi rafforzare il legame tra genitori e figli. Le vacanze sono una delle occasioni che la famiglia ha di trascorrere unita del tempo di qualità. Per noi che, con un nuovo compagno, siamo famiglia da poco, vacanze significa creare legame, cementare delle unioni che stanno nascendo e hanno bisogno di rinforzi per crescere sane. Viaggiare fa bene ai bambini anche perché permette loro di accumulare ricordi di esperienze piacevoli, che riaffioreranno negli anni, a ricordare momenti familiari idilliaci.
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