
Dante il camaleonte è appena arrivato in città per fare una sorpresa alla sua amica Mimì. Mimì deve essere cresciuta con Dante in campagna prima di trasferirsi in città: chissà come erano ricche di sorrisi e complicità le loro giornate li in campagna, a sgranocchiare pannocchie e arrampicarsi sugli alberi, e come debba sentirsi solo Dante senza di lei. E oggi deve proprio essere uno di quei giorni in cui Mimì manca particolarmente a Dante, se ha deciso di raggiungerla in città, armato solo di un mazzo di papaveri bellissimo.
La città è così diversa dal mondo a cui Dante è abituato, così confusionaria, caotica e come se ciò non bastasse, Dante scopre presto che Mimì non è più all’indirizzo che lui aveva, ma ha cambiato diverse case… E così di casa in casa Dante conoscerà diversi personaggi e noi con lui prima di arrivare a riabbracciare Mimì proprio quando ormai aveva perso ogni speranza di trovarla.
Appena arrivato va dal suo amico, il cane Fiocchetto, un amico di vecchia data che vive in città da tempo e che Dante trova molto cambiato: Fiocchetto mangia tofu, che Dante non sa nemmeno cosa sia, ma per fortuna ha l’indirizzo di Mimì, così Dante prende l’autobus per raggiungerlo.
Peccato che all’indirizzo che gli ha dato l’amico, Dante trovi un gruppo di studenti universitari, l’orso Sandrone, il panda, il mastino, i lupi, insomma in quella casa abitano più persone che i giocatori della SampDoca.
Mimì ha cambiato indirizzo e a quanto pare si è trasferita dall’altra parte della città, così Dante prende un taxi specificando che ha fretta, e il tassista, che fa meditazione per evitare di arrabbiarsi nel traffico, fa del suo meglio per accompagnarlo in tempo. Purtroppo anche al nuovo indirizzo Dante non trova la sua amica, perché adesso quella è la casa della pecora Coco diva di Liscagram, che gli indica il nuovo domicilio di Mimì.
Dante prende la metro per raggiungere l’altro indirizzo in un affollamento in cui le voci dei passeggeri si mescolano e si sovrappongono e Dante dispera ormai di trovare Mimì e fare in tempo a tornare a casa (peccato che non riesca ad accorgersi che Mimì è sulla stessa metro…).
Giunto al nuovo indirizzo Dante troverà un loft dove un gallo incide i suoi video per Gnutube. Ormai è scesa la notte e Dante non sa più cosa fare, non credeva sarebbe stato così difficile trovare Mimì, in paese tutti sanno dove abitano tutti, qui con tutte quelle strade, quelle case, quelle cose, nessuno sa nulla di nessuno.
E quando ormai dispera di trovarla, ecco la sorpresa, ecco l’abbraccio: è Mimì che trova lui, grazie al mazzo di papaveri, fiori comunissimi nei prati di campagna, ma così speciali per Dante e Mimì.
Abita qui Mimì racconta l’amicizia che va oltre la lontananza, racconta la volontà di trovare qualcuno che va oltre le difficoltà, gli ostacoli pratici e la distanza. Abita qui Mimì racconta che si può volersi bene anche quando ci si allontana perché si va a vivere lontano, racconta che quando si è condiviso tanto, come per Dante e Mimì, il tempo e la distanza non cancellano i ricordi, semmai li rendono più forti e più importanti.
Devo dire che Abita qui Mimì mi ha coinvolto in prima persona: quando sono arrivata a Roma mi sentivo anche io come Dante un po’ smarrito, mimetizzata in una realtà dove nessuno mi vedeva, dove sembrava che tutti vivessero senza preoccuparsi nemmeno del vicino di casa. Col tempo ho scoperto che non sempre è così, ma un po’ mi ci sono abituata.
Ma al di là della romantica storia, Abita qui Mimì si fa amare per le belle illustrazioni, per il gioco della ricerca di Mimì tra le pagine del libro, quasi ogni volta a sfiorare Dante, mentre si vorrebbe avvertirlo e dirgli “voltati, eccola è lì” e poi le chicche, simpatiche soprattutto per noi adulti, disseminate qua e là, come le riviste “Frogue” e “Bestia moderna” a casa della modella, il manifesto del “Signore degli Agnelli” a casa degli studenti e varie altre.
Insomma Abita qui Mimì è un albo molto carino, che vi consiglio per i bambini dai 5 anni in su.
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