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    E se li accettassimo per quello che sono?

    28 Novembre 2017

    Credo che una delle cose più difficili per un genitore sia quella di accettare i propri figli per quello che sono, smettere di proiettare aspettative su di loro e riconoscere che sono delle persone, diverse da noi, con emozioni e desideri e aspirazioni diversi dai nostri e lasciare che siano quello che sono.

    Non è facile per noi genitori che spesso non solo riponiamo in loro aspettative, ma tendiamo anche ad idealizzarli per certi aspetti, aspettandoci che siano o si comportino rispecchiando la visione edulcorata che abbiamo di loro. L’errore più frequente è quello di credere di conoscerli: li abbiamo partoriti (parlo delle mamme), li abbiamo cresciuti noi, sappiamo perfettamente che reazioni attenderci da loro nel contesto in cui siamo abituati a viverli, ma ci siamo mai chiesti come invece si comportano quando noi non ci siamo? Ci ha mai sfiorato il dubbio che in contesti completamente diversi, come la scuola, possano comportarsi in modo del tutto diverso?

    La verità è che non li conosciamo più di tanto.

    E in assoluto, non sappiamo dove andranno e cosa saranno, quindi possiamo anche smettere di fantasticare sulla loro vita, immaginando di sapere noi cosa vogliono fare ed essere da grandi, perché non lo sappiamo. E il fatto di avere il privilegio di vivergli accanto, non ci da alcun diritto di opzione sulle loro scelte, ma al contrario ci da il dovere di sforzarci di lasciare che si esprimano, anche se quello che esprimono non è quello che ci aspettiamo. E se succede, se deludono le nostre aspettative, dovremmo sforzarci di non farglielo pesare, evitando così di renderli insicuri: perché hanno il diritto di essere quello che sono.

    La loro autostima si gioca molto sul rapporto con noi genitori: da come li accogliamo  colgono un messaggio sul loro essere giusti o sbagliati. E questo vale per noi, ma anche per gli altri adulti di cui si fidano: nonni, insegnanti, ecc.. Bisognerebbe trovare la forza di lasciarli fare, anche se sbagliano (purché non corrano pericoli, ovviamente) affinché imparino che le azioni hanno conseguenze (che non sono le punizioni dei genitori) ma possono essere conseguenze nei rapporti tra coetanei, nelle dinamiche scolastiche, sportive, ecc..

    Mentre scrivo questo post, che è nato dall’idea di raccontarvi il libro Rosso. Una storia raccontata da Matita de Il Castoro Edizioni, mi rendo conto di quanti errori io stessa faccia con i miei bambini: è come se non facessi altro che dire loro di colorare nei bordi. Ma dov’è il confine tra libertà di espressione ed educazione? Noi genitori dobbiamo pur indirizzarli su come ci si comporta in società, no? La verità è che anche su questo siamo i primi a sbagliare, perché l’educazione non si inculca a suo di prediche, si trasmette con l’esempio. E questa è la parte più difficile da accettare: dobbiamo essere quello che vorremmo che i nostri figli fossero. Dobbiamo esigere da noi stessi per primi, prima di chiedere a loro: loro ci imiteranno, come sempre. E se avremo la capacità di dare il giusto esempio e di guardare i nostri figli oltre le apparenze e i pregiudizi, potremmo scoprire che sono capaci di cose bellissime: magari non quelle che immaginavamo, ma comunque bellissime.

    E’ quello che accade nel libro che vi racconto oggi, Rosso in cui i protagonisti sono dei pastelli a cera e in particolare il pastello rosso, che anziché scrivere rosso, come tutti si aspettano, scrive blu.

    Tutti si interrogano sul da farsi, tutti hanno la loro opinione sul perché e sul come risolvere il problema

    e mentre tutti danno una mano, rosso si sente sempre più inadeguato e infine sbagliato.

    E la cosa più triste è che si sforza tantissimo di essere come gli altri lo vorrebbero, si presta a tutte le cure suggerite dagli altri, ma niente, non riesce ad essere come gli altri si aspettano.

    Finché un giorno qualcuno gli chiede finalmente di fare quello che sa fare: Rosso non crede alle sue orecchie, davvero qualcuno è disposto ad accettarlo per quello che è e addirittura ha bisogno di lui e di quello che lui sa fare ma che per gli altri è così sbagliato?

    Finalmente Rosso capisce di essere blu. E tutti come per incanto finalmente si accorgono delle sue potenzialità e del suo enorme valore, accettandolo e apprezzandolo per quello che è.

    Un libro che mi ha fatto riflettere tantissimo.

    Che dovrebbe farci riflettere tutti.

    Regalatevelo e leggetelo con i vostri bimbi, affinché sappiano che non devono per forza essere quello che noi ci aspettiamo che siano.

    Educazione Libri per bambini di 5 anni Libri per bambini di 6 anni libri per bambini di 7 anni Libri sulle emozioni
    by Federica 
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    About Federica

    Appassionata di libri per bambini, mamma di due maschietti di 8 e 11 anni. Program Manager per lavoro e inclinazione personale: amo programmare, organizzare e non sto mai ferma! Tra Roma e Genova, cresco i miei figli cercando di educarli al bello, dai libri all'arte, alla buona cucina.

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