
Ho messo al mondo i miei figli in un mondo libero dove chi studia e lo merita può ambire a realizzarsi nella vita, un mondo in cui chi ha sogni può spendersi per avverarli e intraprende una strada e se poi sbaglia, può ancora rimettersi in gioco e provare ancora, qui in Italia, ma anche altrove, ovunque nel mondo.
Mio figlio sogna di giocare nei Lakers, i miei figli tifano Bayer Monaco. I miei figli sono stati cresciuti cittadini del mondo, un mondo libero, con le porte aperte per loro e per tutti bambini del mondo e per tutti i sogni del mondo.
Ho sempre cercato di crescerli facendo in modo che si guardassero intorno avendo l’orizzonte sul mondo intero, non sulla nostra città, non sulla nostra Italia, ma sul mondo.
Ho insegnato loro che tutti i bambini del mondo meritano di desiderare un futuro migliore, ho letto loro libri sulla guerra, come Akim corre, o Fu’Ad e Jamila, libri crudi ma adatti a loro perché capissero di essere nati nella parte di mondo fortunata. Sono una di quelle mamme che alza la voce quando a tavola, davanti ad un piatto che non gradiscono i bambini si lamentano, una di quelle che ricorda loro che ci sono bambini che di cibo non ne hanno solo per il fatto di essere nati nella parte di mondo sfortunata.
Ascolto discorsi razzisti ogni giorno in TV, sento gente dire che non hanno diritto, che non li vogliamo qui, come se gli immigrati fossero il problema di questo paese, come se impedendo loro di venire in Italia, l’Italia potesse tornare ad essere un paese migliore.
Che diritto abbiamo noi di decidere che non posso venire? Che diritto abbiamo di scegliere chi può venire a vivere nella parte di mondo fortunata e chi no? Che diritto abbiamo di dare una possibilità ai bambini come Akim che scappano dalla guerra, ma non a quelli che scappano dalla fame?
Ma, siamo sicuri che siano gli immigrati il problema di questo paese?
Quando troviamo sacchetti di immondizia ai lati delle strade, carte, lattine, sigarette lasciate cadere nelle nostre strade, possiamo davvero dare la colpa agli immigrati? Io dico che tanti, troppi italiani si sono imbruttiti: hanno smesso di desiderare il bene comune, di rispettare quello che hanno perché scontato, perché un diritto! Non sono gli immigrati il problema dell’Italia e abbassarsi ai più beceri razzismi non fa altro che imbruttire ancora di più i cittadini italiani.
Sono indignata perché non voglio che i miei figli ascoltino questi discorsi: i nostri bambini sono nati in un mondo dove il razzismo era bandito, un mondo dove tutti i bambini sono uguali, bianchi, neri, cinesi, tutti… tutti uguali!
Abbiamo letto loro libri e raccontato che i bambini sono tutti uguali perché ci crediamo, loro ci hanno guardato negli occhi e noi abbiamo promesso loro che possono fidarsi del diverso, che diverso è sinonimo di arricchimento culturale ed emotivo.
Sono indignata perché questa gente ha dato voce agli istinti più rozzi, ignoranti e volgari e il risultato è che tutti si trincerano dietro le loro finestre dietro alle tende di raso delle loro belle case e credono di averne diritto.
Beh, c’è una novità: oggi Theresa May ha dichiarato “Stop ad europei in cerca di lavoro. Avremo il controllo dei confini”, Boom!! Improvvisamente voi e i vostri figli siete diventati il sud di qualcun altro, siete diventati gli immigrati non graditi di qualcun altro! Come ci si sente ora?
Io non voglio che i miei figli crescano in un mondo così. Non voglio che abbiano porte e confini da attraversare, voglio che a tutti i bambini del mondo sia consentito sognare una vita migliore, diritti, quelli basilari, come la scuola, il cibo, le cure mediche indipendentemente dalla parte di mondo in cui sono nati!
Si, occorre regolamentare i loro arrivi, si occorre che tutti i paese sia disposti ad accoglierli, si, si si!
Ma non possiamo chiudere le porte!
Non possiamo perché questo processo non si fermerà perché il desiderio di una vita migliore è legittimo e lo è indipendentemente dall’essere fuggiti da una guerra o dalla fame.
Lo è perché ogni essere umano deve avere diritto di sognare un futuro migliore. Perché se lo neghiamo a loro, lo neghiamo anche ai nostri figli!
Ho insegnato loro a credere che siamo tutti uguali, ma lo siamo davvero solo se tutti hanno possibilità di credere, sperare, lottare in un mondo migliore.
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