– Si, se son stati buoni si.
… (silenzio)
– Non mi piace questa cosa che in cielo ci vanno solo quelli buoni. Io che sono così e così che fine faccio?
E ancora…
– Io non voglio andare in cielo!
– Amore non ci pensare, manca tantissimo tempo…
– Allora sai che faccio mamma? Da oggi in poi non mangio più.
– Come non mangi più?!
– Si, perché per crescere grandi bisogna mangiare? Allora io non mangio così rimango sempre sempre così!
E ancora…
– Filippo per favore non farmi arrabbiare che ho un mal di testa tremendo, se continua a crescere muoio!
(silenzio)
– Mamma, facciamo così che noi siamo sempre cattivi, così in cielo non ci andiamo mai, eh!?
Ho sbagliato qualcosa!?
Aridanghete… non hai sbagliato niente, penso sia normalissimo che all’età di Filippo si cominci a fare certe domande (come pure Miriam è ossessionata da questa cosa… non fa altro che chiedere del nonno che non c’è più, come è successo, come ha fatto a volare… ).
E’ la vita. E fai bene a parlarne…
una cosa: direi che in cielo ci finiscono tutti, anche se non si è proprio buoni buonissimi…
Eh si, mi sa che non mi conviene fare distinzioni, altrimenti arriveranno domande ancora più difficili…
Sono d’accordo com Micaela, nulla di cui preoccuparsi. Solo evita il discorso sui buoni, che ai bambini mette un’ansia da prestazione allucinante 🙂
Mi sa che hai ragione!! ^_^
Grazie. Attraverso tuo figlio mi hai regalato un sorriso stamane. Ieri è stata una giornata tosta e sorridere ora e tornare alla normalità mi ci vuole 🙂
Che succede? Sono contenta di averti regalato un sorriso… potessi fare di più..!
Mio figlio è stato molto più pragmatico. Un giorno, con la faccina tutta contristata, mi ha detto “io non voglio morire”.
bello! chiaro e deciso!
ma sai che sono nella stessa situazione….che argomento difficile da trattare con i figli!!!
vero!
Forse hai sbagliato..può essere che hai fatto il mio stesso errore: credere che i bambini possano comprendere il senso di “manca tantissimo tempo”. Non lo capiscono. Sai come ho rimediato? Un sera che è capitato ancora di parlare di morte le ho detto che: “ma figurati, mica si muore per sempre. Quando muori poi nasci un’altra volta, ridiventi piccola e si ricomincia tutto da capo” ecc. aggiungendo tanti altri particolari divertenti, parlando dello spazio e così via, in modo da distrarla e portarla su un’altra dimensione gioiosa. Un abbraccio – Graziana
bellissima la tua storia, un po’ buddista, ma bellissima… forse un giorno anche io troverò il coraggio di spiegargli che ci sono diverse opzioni sul dopo-morte…
ma per ora resto vaga!
…scusa, ma ho scordato di raccontarti la sua reazione: era certamente divertita, ma poi mi ha chiesto “ma allora dov’è il nonno?” (il nonno lei non lo ha mai conosciuto, e sa benissimo che morto). Ehmm, a quel punto ho farfugliato qualcosa, e abbiamo cambiato argomento …forse ho sbagliato ancora, ma io quel faccino triste non lo voglio vedere!
e ci credo!
Spiegargli la morte, temo, non sia cosa facile. Lui è di una dolcezza infinita.
Raffaella
vero, è dolcissimo il mio bambino…
che tenerezza…
come si fa a spiegare ai bimbi la morte??
Io tremo già all’idea di quando Sofia comincerà con queste domande 🙁
infatti… e per ora rimaniamo sul vago, come vedi!
ahhah!
invece mio figlio vuole andare in cielo (tiè! scusa il gesto superscaramantico) perchè vuole vedere la nonna paterna,e tante persone che con il passare del tempo ci hanno lasciato…ultima la gatta di mia madre…anzi devo pubblicare un post che ho scritto in merito…ciao
e io lo leggerò volentieri! Un bacio
Matteo aveva l’età di Filippo quando, non so come, siamo arrivati anche noi allo stesso discorso.
Io Sono atea e non mi sentivo di dirgli del paradiso, però l’ho visto così spaventato dal fatto che ad un certo punto della vita si possa morire che ho DOVUTO mettere da parte i miei convincimenti e dirgli che chi muore va in cielo. Ma lui comunque era spaventato e alla fine mi fa: “Mamma ma se vai prima tu in cielo, mi prometti di aspettarmi vicino alla porta finchè non arrivo pure io?”
Mi vengono i lacrimoni anche adesso a raccontarlo …
e ci credo!! Che tenero!!!
Beh, i bambini sanno davvero come metterci in difficoltà, soprattutto quando si tratta di spiegare argomenti difficili anche per noi!
vero. E tu immagino lo sappia bene!