
Sono sincera. Se chiedete a qualunque mio conoscente d’infanzia di descrivermi raccontandovi le mie passioni, state certi che la lettura non rimbalzerà sicuramente tra i primi posti! Il feeling con i libri, quello vero, forte e autentico, si è creato solo una volta terminati gli studi. Sarà perché il percorso formativo che permette di arrivare a svolgere la professione di psicologo, condito da infiniti manuali teorici, è davvero interminabile (e se c’è qualche collega tra di voi, sposerà appieno queste mie parole!), sarà anche che, purtroppo, nell’attività di studio, non sono mai rientrata nella categoria “spugne” che assorbono tutto al primo colpo (mi rivolgo a tutti coloro che invece ne fanno parte e dico: avete tutta la mia invidia!!!). Così le ore sui libri sembravano non finir mai, tanto da rendermi così satura che non mi passava nemmeno per l’anticamera del cervello di “ributtarmi” su un libro anche nei momenti di svago. Insomma, ero arrivata a sviluppare una vera e propria allergia nei confronti dei libri!
Le cose sono radicalmente cambiate quando ho terminato l’infinita saga di verifiche, interrogazioni ed esami universitari; in quel momento si è acceso un entusiasmo inaspettato dentro di me, che mi ha portata pian piano a collezionare libri su libri, di ogni genere, tutti sempre riconducibili al mio ambito professionale (in fin dei conti, come dico sempre io, la psicologia è onnipresente!).
Lavorando ho poi imparato a conoscere i libri anche da un’altra prospettiva. Le parole che si leggono non risultano mai fini a se stesse in quanto raccontano sempre delle emozioni vissute dai personaggi delle storie e questo permette a chi legge di conoscere realtà differenti dalla propria e allo stesso tempo aiutano a riflettere e conoscere un po’ di più anche il proprio mondo, esterno, ma soprattutto interno.
Se ci pensiamo, noi raccontiamo storie e a loro volta, inevitabilmente, le storie raccontano di noi. Ciò che accade quando leggiamo rappresenta un fenomeno inconscio, lontano dal nostro controllo razionale. I racconti riescono sempre ad emozionarci e ad insegnarci cose anche senza che ce ne accorgiamo.
Spesso nel mio lavoro mi trovo ad essere ripetitiva nel dire che non è tanto importante cosa diciamo, ossia il contenuto, quanto il come lo trasmettiamo! Uno stesso messaggio possiamo recepirlo in modo differente se questo ci viene trasmesso in maniera direttiva o se lo cogliamo all’interno di una storia narrata. Questo accade perché, come accade per altri “strumenti” che amo in modo particolare come i disegni, le fotografie e il gioco, i racconti consentono di proiettare i propri vissuti e sentimenti e, nel caso dei libri, di assorbire anche quelle che sono le dinamiche della storia, gli atteggiamenti, le emozioni e le reazioni dei personaggi. Questi vengono interiorizzati e resi propri, entrando a far parte del proprio bagaglio di vita.
La lettura dunque può rappresentare un potente mezzo mediante il quale dar voce alle proprie emozioni e ai propri sentimenti, che con le sole parole farebbero fatica a essere esternati.
Pochi giorni fa ho avuto l’opportunità di seguire un interessante webinar tenuto da una collega fiorentina, un altro esempio di chi ha reso la propria passione uno strumento di lavoro. Questo spazio mi ha permesso di arricchire il mio bagaglio di conoscenze in merito alla cosiddetta “libroterapia”, soprattutto in termini storici. Questa tipo di approccio ha infatti origini non recentissime: già negli anni ’40 del 900 veniva utilizzata per il trattamento di disturbi nervosi e nel corso del tempo si è data sempre più importanza alla scelta di letture “ad hoc”, scelte e mirate in base all’obiettivo che si desiderava perseguire. Mi è piaciuta in modo particolare la concezione presente attualmente che sottolinea la consapevolezza della “messa in moto” dei propri vissuti quando si legge, come se leggere permettesse di intraprendere “un viaggio dentro di sé”, che reputo essere sempre il viaggio più bello, profondo ed emozionante che si possa fare dal momento in cui è un viaggio che non finisce mai ed è quello che più di ogni altro permette di crescere.
Ma come può la lettura farci crescere e compiere un’analisi così profonda di noi stessi?
Ogni storia narra di esperienze ed emozioni provate dai personaggi coinvolti ed è inevitabile il processo di immedesimazione che siamo chiamati ad esperire. Questo ci permette di entrare nella parte più intima del personaggio per poi tornare sempre a essere chi siamo con una maggior conoscenza non solo della storia letta, ma anche della nostra.
Una domanda che mi arriva di frequente a lavoro è “ma esiste un elenco di libri consigliato per… rivolto a…che parla in modo efficace di…” ebbene no, o meglio, esiste… ma è un po’ come dire “esiste un vestito che indossato sta bene a ognuna di noi?” Rispondetevi da sole! Non è da prenderlo in maniera negativa questo no, perché sottolinea una delle caratteristiche più belle dell’essere umano… ossia l’essere unico! Ciò che può star bene a me può non star bene a qualcuna di voi e viceversa. Lo stesso accade per i libri. Esistono testi che possono toccare certe mie corde, per le esperienze che ho vissuto, per la personalità che mi contraddistingue e la stessa identica lettura che può coinvolgere me, può lasciare indifferenti altre persone.
Per questo voglio dire alle mamme, spesso interessate a trovare letture “adatte” per i propri bimbi, “chi più di voi conosce i vostri bimbi?” Risposta scontata vero?!
Allora magari prima di pensare a quale lettura dedicata magari ad una tematica specifica potrebbe “funzionare” nei confronti del vostro bimbo o della vostra bimba, ricordatevi che voi siete il loro primo modello di riferimento e dunque la loro prima e principale fonte di messaggi, contenuti e informazioni. Ciò significa che vi basterà intraprendere quel famoso viaggio di cui parlavo prima, quel meraviglioso viaggio dentro di voi, che vi consentirà prima di tutto di conoscere maggiormente voi stesse e per poi permettervi di accompagnare nel migliore dei modi il vostro bimbo nel suo viaggio. Ovvero quando avrete chiara la tematica che volete affrontare con il vostro bimba/vostra bimba, non fermatevi lì, provate a compiere un passo in più; pensate qual è il messaggio che vorreste che passasse attraverso la storia che gli leggerete o che leggerà in autonomia. Una volta che sarete riuscite in questa impresa, diventerà più facile per chi vi consiglierà, indirizzarvi verso le letture più adatte a voi!
Ma vedrete che ci saranno anche circostanze in cui non avrete nemmeno bisogno di farvi consigliare e la risposta alla fatidica domanda “quali libri mi consigliate per…” non sarà mai stata così semplice!
“…come se leggere permettesse di intraprendere “un viaggio dentro di sé”,
che reputo essere sempre il viaggio più bello,
profondo ed emozionante che si possa fare…”
Psicologa Michela Cerina
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