Prendo spunto dal post di piattinicinesi, Mio figlio non legge, per raccontare un po’ del nostro amore per i libri.
Io non sono mai stata una lettrice assidua. Sono di fondo una persona incostante, capace di sfornare una torta ogni 3 giorni per settimane e poi smettere di farne per mesi, un periodo ho la passione per le torte rustiche e poi mi dimentico anche in che reparto vendono la pasta sfoglia.
Anche per la lettura ho dei picchi in cui mi pare di non riuscire a stare senza un libro sul comodino e altre volte in cui invece non riesco a leggere manco il giornale!Spero che mio figlio non prenda da me!
Filippo ha 2 anni, ha avuto il suo primo libro a 6 mesi, un libro gioco morbido, ma pur sempre un libro!
Da allora leggiamo, guardiamo, ci raccontiamo un sacco di libri, storielle, favole classiche e non e meravigliosi albi illustrati!
Filippo adora i suoi libri, a volte sparisce rintanandosi davanti alla libreria e io non lo disturbo. Altre volte mi chiede di leggere qualcosa. Altre volte sono io che mi propongo. Di certo c’è il nostro momento serale, prima di addormentarci. La lettura e le coccole diventano tutt’uno poco prima di dirci Buonanotte. Nella mia borsa del cambio non mancano mai un paio di libri, ieri ad esempio eravamo in fila in ospedale e mentre alcuni bambini guardavano la TV e altri si annoiavano, lui era seduto in braccio a me a farsi leggere “I musicanti di brema”.
E poi ci succede di ripensare ai protagonisti dei nostri libri e di attingervi in situazioni quotidiane per trarre spunti, per cercare di comprenderle meglio. Sorprendentemente è Filippo stesso a creare dei collegamenti tra le storie e il suo vissuto. E quando succede, sento che il libro ha assolto a questa sua funzione catartica. A volte mi sorprendo di come le storie vengano elaborate nella sua mente, di come a distanza di tempo, riesca a tirare in ballo particolari a me sfuggiti e collocarli in un contesto simile.
E’ davvero molto bello questo suo amore per i libri.
E poi ci succede di ripensare ai protagonisti dei nostri libri e di attingervi in situazioni quotidiane per trarre spunti, per cercare di comprenderle meglio. Sorprendentemente è Filippo stesso a creare dei collegamenti tra le storie e il suo vissuto. E quando succede, sento che il libro ha assolto a questa sua funzione catartica. A volte mi sorprendo di come le storie vengano elaborate nella sua mente, di come a distanza di tempo, riesca a tirare in ballo particolari a me sfuggiti e collocarli in un contesto simile.
E’ davvero molto bello questo suo amore per i libri.
Questo servirà a garantirmi che tra qualche anno leggerà spontaneamente grandi tomi? No, assolutamente. Né me lo aspetto.
Mi piacerebbe che questo amore per i libri durasse, che lo aiutasse a trovare le parole quando gli mancano, ma anche solo ad estraniarsi, a sentire emozioni.
I suoi libri sono una nostra passione.
Per adesso.
Poi chissà…
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