

Ho idea che ci stia sfuggendo qualcosa. Siamo attentissimi a mantenere le distanze nei luoghi pubblici, al supermercato facciamo frettolosamente il giro delle corsie per non restare più di qualche secondo accanto ad altre persone, pur indossando sempre la mascherina, non usiamo i mezzi pubblici, non affolliamo i ristoranti che anche se i tavoli sono messi in modo da garantirci una distanza di 2m dal vicino, non ci sentiamo tranquilli, a meno di stare all’aperto.
Ecco, mi domando allora se non ci stia sfuggendo qualcosa.
Mi domando come mai non ci ribelliamo alla scelta della scuole di garantire la presenta a classi di 20 bambini accontentandoci di un metro di distanza da bocca a bocca. Ma che vuol dire?
Ma voi ci stareste 6-8 ore a distanza di 1 m da bocca a bocca dai vostri colleghi ?
Io lo so che i nostri bambini e ragazzi hanno tanto bisogno di tornare a scuola, di stare in mezzo ai loro compagni, di fare scuola normalmente, che non possiamo tenerli in casa e pensare di proteggerli dalla vita stessa di cui bramano da mesi, ma è questo il modo giusto o ci sta sfuggendo qualcosa?
Perché quando si tratta dei nostri figli che sono il bene più prezioso dovremmo accontentarci e non avere voce in capitolo?
Personalmente non ho ricevuto ancora alcuna comunicazione dalla scuola circa le modalità di ripresa delle lezioni e già questo è irritante, domattina chiamerò e chiamerò ogni giorni finché non avrò le risposte cui penso di avere diritto.
Voi siete nella mia stessa situazione? La vostra scuola vi ha illustrato le modalità di ripresa delle attività? Siete tranquilli rispetto alle scelte fatte?
Ho la sensazione che ancora una volta i nostri bambini/ragazzi siano quelli sacrificabili. Apriamo le scuole pensando già che saremo costretti a richiuderle, si tratta solo di capire quando. E questo non è giusto.
Delle misure preventive adeguate, laddove non è stato possibile trovare spazi adeguati per sdoppiare le classi, come quella di mandare a scuola in presenza solo il 50% degli alunni, mantenendo la DAD per il restante 50%, sarebbe stato un piano molto più sensato e a lungo termine. In queste condizioni non stiamo scegliendo la via più saggia e oculata, ma li stiamo mandando allo sbaraglio, sapendo che presto, prestissimo ci ritroveremo al punto di partenza.
Vogliamo parlare poi dei mezzi pubblici e del fatto che mancando i mezzi per poter portare gli studenti a scuola mantenendo le norme sul distanziamento, invece di procurarci nuovi mezzi o cambiare orari di ingresso a scuola, abbiamo pensato di aumentare la capienza a 80%. E il distanziamento che fine fa?
Ovviamente voglio sperare in un miracolo, magari il vaccino arriva davvero entro fine anno, prima dei picchi influenzali, ma nel frattempo mi addolora davvero vedere che gli studenti e i loro diritti sono ancora una volta l’ultimo dei pensieri.

Da noi hanno fatto i lavori in un piano che fungeva da deposito e poi hanno cambiato gli orari di ingresso e di uscita e anche da dove entreranno i ragazzi
meno male! Tutte iniziative molto importanti. Da noi nulla ancora… per questo sono agitata e in ansia….
Cara Federica, non mi trovi pienamente d’accordo. Penso che purtroppo con questo virus dovremmo imparare a convivere, prendendo sicuramente le necessarie precauzioni, ma al contempo riprendendo anche la vita normale. I nostri ragazzi hanno bisogno di tornare a scuola! La scuola dove va il mio bimbo ha avviato delle modifiche per consentire una buona distanza tra i banchi, in qualche caso ha sdoppiato le classi, organizzato la mensa su turni: questo dovrebbe aiutare a garantire una maggiore tutela dei nostri bimbi.
È pur vero che i bimbi stessi, quando vanno al parco, quando giocano in strada, quando si trovano nel cortile condominiale prestano (almeno per bimbi che vedo io) poca attenzione alla distanza perché è proprio la modalità di interazione dei piccoli a non prevederla.
Io non credo che stiamo sacrificando la loro salute, credo anzi che stiamo facendo il possibile per restituire loro una parvenza di normalità di cui hanno bisogno.
Non sono dell idea che apriremo le scuole sapendo già di doverle chiudere (se non per le elezioni), spero che affronteremo la nuova ondata di Covid con migliori precauzioni e maggiore serenità (che non vuol dire leggerezza) dimostrando che conosciamo il nemico e che sappiamo affrontarlo. E dico tutto questo da mamma “fragile”…
Ciao Laura, grazie per la tua testimonianza. Sono contenta che la tua scuola si sia mossa per fare degli interventi concreti. Forse è per questo che non puoi comprendere la mia ansia difronte all’immobilismo della mia scuola…
Non sono state fatte modifiche, non sono stati allocati altri ambienti, quello che posso aspettarmi, conoscendo la capienza attuale delle classi, è che applichino il requisito minimo, ovvero mantenere una distanza di un metro da bocca a bocca. Il che mi pare davvero insufficiente. Per il resto ovviamente sono d’accordo con te: i miei figli hanno bisogno di tornare in classe.
Che la scuola sia ignorata, bistrattata e negletta sono d’accordo. Purtroppo però io non credo ci siano alternative alle lezioni in aula.
Mia figlia si appresta a iniziare la quinta con le competenze di una bambina di terza. Durante il lockdown non ha avuto diritto alla Dad per problemi “della scuola delle insegnanti e delle famiglie”, ergo è stata abbandonata.
Non va meglio nelle media del grande, dove i ragazzi che erano soli a casa perché i genitori lavoravano fuori (e da noi dove tante famiglie trovano occupazione nella piccola e grande distribuzione questa situazione è più che comune) spesso non si collegavano alle pochissime ore di lezione per problemi di connessione reali o inventati. Ai genitori che non sapevano cosa fare, le insegnanti rispondevano che in questa fase toccava alle famiglie seguire i figli nel percorso scolastico. Insomma, belle parole e basta.
Non ti nascondo di avere paura, pure so che non c’è un’alternativa valida alla scuola in presenza. E del resto, l’idea che i miei figli perdano un altro anno di scuola mi fa ancora più paura.
Ciao cara, anche io sono preoccupata per le lacune lasciate dall’esperienza di questi ultimi mesi. Speriamo che si riesca davvero a contenere la risalita dei contagi e i nostri figli riescano a recuperare quanto perso.