Ricordo di aver letto il post di Serena “Quei meravigliosi due” quando Filippo aveva appena compiuto due anni e la sua parola preferita era “no”. Era questo periodo qui. Leggendo il post pensavo, si, ha ragione è così, i terrible two sono un’occasione e non una sventura, non è poi così tragico gestirli, se hai abituato tuo figlio al dialogo e all’empatia riesci a farlo ragionare. In effetti io ci riuscivo. Quando provava a saltellare sul posto cantilenando il suo capriccio, io gli dicevo col sorriso sulle labbra “anche se si canta e si balla, si fa sempre come dice?” e lui “la mamma”.
E con una risata e un abbraccio tutto si risolveva.
Perché uso il tempo passato?
Perché adesso quando provo ad usare quella espressione “anche se si canta e si balla, si fa sempre come dice?” la risposta è “NO, no si fa come dice mamma, NO!” E infatti raramente si fa come dice mamma, almeno non alla prima richiesta.
Si passa dall’armonia all’improvvisa crisi di pianto, esasperata, esagerata, immotivata, la parola giusta è amplificata. Si, quando un bambino attraversa questo particolare momento della sua crescita (perché io ci ho creduto alla storia che questa è una fase e che poi passa) vive tutto in maniera amplificata, è capace di offendersi a morte per un gesto o una parola, cose insignificanti diventano per lui ragione di vita.
E allora vediamo cosa suggerisce Serena (che adoro): Non aspettatevi che si ricordi dei vostri divieti, (e allora che parlo a fare?) il suo cervello obbedisce ad un unico irresistibile comando interiore “sperimentare”.
Il bambino non è in grado di fare previsioni per il futuro, non può capire che ci possono essere gravi conseguenze per le sue azioni. Noi dobbiamo dargli regole precise (sulle cose davvero importanti e pericolose) e poche spiegazioni. “NO, NON SI FA!”. E questo mi può anche piacere perché superata una certa soglia di pazienza, mi scoccio a dare spiegazioni, quindi ben venga il “non si fa. Punto!”
Sere ci ricorda di non etichettare, perché sono le azioni ad essere sbagliate, cattive e non i bambini. Ok, evitiamo di dirgli Caaattivo! (come dice lui).
Non ricorriamo a ricatti morali “questa cosa fa dispiacere alla mamma”, non chiediamogli di promettere cose che non può mantenere, se non vuole smettere di giocare, inutile fargli promettere che tra 5 minuti smetterà perché anche se dice di si, non è in grado di prevedere che tra 5 minuti avrà ancora voglia di giocare.
Serena suggerisce di provare a sfidarlo, o di provare con l’umorismo, per allentare la tensione. Tutte cose che richiedono una lucidità mentale e soprattutto una dose infinita di PAZIENZA.
Io concordo eccome. Io voglio continuare ad empatizzare anche se mi rimane difficile soffrire perché un fusillo è rimasto senza sugo o perché ho messo io il tappo alla bottiglia non immaginando che avrebbe voluto metterlo lui.
E mi rimane difficile essere disponibile e collaborativa se mi dice che non vuole salire a casa e io gli concedo di rimanere seduto infondo alle scale ad aspettare papà che sta parcheggiando la macchina e appena io arrivo in cima alle scale inizia a piangere disperatamente gridando “mamma, perché sei andata via, vieni a prendermi, voglio stare con te!” Le questioni son due O SEI FUORI O SEI IMPAZZITO. Che poi è uguale.
Si, ci vuole pazienza, ma non certo per tornare giù a prenderlo, cosa che si può scordare per quanto mi riguarda, ma per accoglierlo con empatia quando arriva su e non riesce a smettere di piangere e continua a ripetere “perché mi hai lasciato lì?” come se avessi appena tentato di sbarazzarmi definitivamente di lui.
Ci vuole pazienza, mia nonna lo diceva sempre “COI FIGLI CI VUOLE PAZIENZA”, santa donna lei che di pazienza non ne aveva più molta, ma forse da giovane ne aveva avuta, eppure se n’è andata prima che io capissi il senso profondo delle sue parole e potessi chiedergli : Dove si compra?!?! Come si impara?!!?
Sere conclude lasciandoci la promessa che passerà.
Io ci credo. Ma Sere, scusami, so che tu vivi con un bambino amplificato e per te questo ormai è pane quotidiano, ma se una mamma comune mortale dice che questi sono giorni meravigliosi o frequenta poco il figlio duenne o il suo duenne non è ancora stato rapito dagli alieni come è successo a mio figlio! Me lo ridate?!
Nell’attesa, IO SPERIAMO CHE ME LA CAVO.
Stesse scene a casa mia. Ci sono dei momenti che Miriam mi tira fuori delle urla disumane!
Sono validissimi i consigli di Serena, altro che! E molte volte me lo ripeto come un mantra: “Stai calma, stai calma, stai calma!”, ma quando si tira troppo la corda poi si spezza, eh!
Voglio fortissimamente credere alla storia che si tratti di una fase, perchè questa figlia duenne in piena crisi adolescenziale priva di ciclo mestruale già mi ha snervato!
Infatti quello che mi viene da pensare è “se fa così a 2 anni, che farà a 16?!!?”
In bocca al lupo, lo dico a te ma me lo auguro anch’io. Le scene che descrivi con Fili in preda ad una crisi isterica perchè un fusillo è rimasto senza sugo o perchè voleva chiudere l’acqua che invece hai chiuso tu, sono anche per noi pane quotidiano!
Passerà (deve pur passare)…
Carino il blog della mia omonima (l’articolo che hai linkato e citato è molto interessante) magari lo metto tra i preferiti!
@Sere: mettilo tra i tuoi preferiti! Ti sarà utile. Io sto pensando di appenderne una copia in ogni stanza della casa, come promemoria!
Oh mamma come ti capisco! Stesse scene, stesse reazioni… a volte anch’io mi chiedo dove si trovi tanta pazienza. Quando sono così (a Tia succede quando è stanco, verso sera), qualsiasi cosa noi facciamo è sbagliata e allora, come te che ti rifai le scale quando ti reclama mentre prima voleva papà, anch’io mi rifiuto di dargliele tutte vinte, nonostante le sue proteste. Il problema è che quest’anno Tia di anni ne compie 4!! Aiutoooo!!
@Lizzi: dimmi che ha cominciato dopo però.. ti prego, non può durare così a lungo ‘sta fase!?! Sennò che fase è!?
P.S. Io non me le sono rifatte le scale! Ci mancherebbe!
Messo tra i prefiriti!
ti capisco e sono d’accordo con quello che scrivi. per quanto mi riguarda ho avuto una fase davvero terribile, da sfinimento fisico, subito dopo l’estate (23 mesi). saranno le vacanze con i nonni, saranno appunto i terrible two sempre più vicini ma voleva davvero fare SEMPRE il contrario di quello che volevo io. un esempio per tutti: una volta non voleva entrare in macchina e allacciare e cinture di sicurezza, quando siamo arrivati gliele ho slacciate per falro scendere e gli è venuta una crisi tremenda di pianto perchè non voleva scendere! quello è il momento però in cui ho realizzato: lo fai apposta, non c’è nessun altro motivo. perchè sai, quando provi a mettergli le scarpe e lui protesta e la nonna ti dice che forse sono scomode le scarpe… tu per un pò lo scrupolo te lo fai (anche se davanti alla nonna non lo dai a vedere). comunque il problema è stato risolto – diciamo in realtà attenuato, è questa la parola più corretta – fissando poche regole su cui essere intransigenti (si mangia a tavola, si dorme nel letto, si allacciano le cinture in macchina e si mettono le scarpe per uscire) su tutto il resto ho cercato di prevenire i capricci: non vuoi cambiare il pannolino sul fasciatoio? bene lo cambiamo in piedi, non vuoi sederti nella vasca da bagno? bene, fai la doccia. cose di questo tipo. non dico che non faccia più capricci, non sarebbe possibile, ma diciamo che non li fa in continuazione. un altro modo che ho per fargli fare certe cose è lasciargli credere che sceglie lui o che le sta facendo da solo. tipo vestirsi: vuoi metterti da solo i pantaloni? poi in realtà io lo aiuto ma lui è convinto che se li sta mettendo da solo. o magari fargli scegliere la felpa che deve mettere. ho notato che così fa (quasi) tutto molto più volentieri. in realtà ho visto che è molto positivo lasciare che provi a fare le cose da solo, sotto tanti punti di vista. e addirittura l’altro giorno ha scelto lui il supermercato in cui andare a fare la spesa dopo l’asilo :-D. non ha fatto neanche un capriccio e ha ripetuto per tutto il tempo ‘scelto io’. insomma, sono piccoli stratagemmi… certo non la soluzione a tutti i problemi ma un aiuto in più. concludo raccontando quello che mi ha detto il mio capo quando gli raccontavo che voleva fare sempre il contrario di quello che volevo io: “ne avrai ancora per i prossimi 15 anni, e poi passa”. temo che sia vero!
@CosmicMummy: faccio così anche io, cerco in tutti i modi di prevenire e quando sono lucida e ci riesco, va tutto bene. Salvo imprevisti imprevedibili (vedi storia del fusillo).
15 anni!?!?! Aiutooooo!
si si ma infatti non è che sia un metodo infallibile… soprattutto siamo noi a non essere infallibili! diciamo che col tempo impariamo a gestire questi capricci sempre meglio… però che fatica!
@CosmicMummy: era proprio sulla fatica che cercavo solidarietà.. davvero a volte vorrei poter comprare qualche briciolo di pazienza in più…
come ti capisco…io che di pazienza non ne ho più……sigh!
ehi ma non ti sei accorta che proprio il tuo post mi ha ispirato e che ti ho citata….ci ho messo la frase di tua nonna! bella!
@simply: si che l’ho capito… Ti mando un bacione!
anche io posso dirti che passerà, il problema è trovarsi nel vortice dell’uragano ^_^
Ehmmm Tia ha comunque un carattere particolare… non fa testo! 😉