I conflitti madre-figlio sono quasi all’ordine del giorno, inevitabilmente si discute con i propri figli quando combinano qualche guaio o quando non fanno quello che diciamo noi o come diciamo noi. E spesso siamo dure nel rimproverarli, con l’effetto di renderci antipatiche o peggio odiose… e qualche volta forse anche i nostri bambini hanno pensato come Joseph “Voglio un’altra mamma!”
Voglio un’altra mamma! racconta la storia di Joseph un intraprendente bambino di cinque anni che forte della sua autonomia, decide di prendere da solo un libro nella libreria.
peccato sia troppo in alto, peccato che il libro cada rompendo un vaso della mamma.
Troppo intraprendente a detta di sua madre, che spesso si ritrova a doverlo sgridare per le sue birichinate.
Lui che vorrebbe essere chiamato Grifone, poter essere un meraviglioso grifone! Volare nell’immensità del cielo blu e magari non sentirsi mai più chiamare testone, anzi, razza di testone! Come sempre lo chiama la mamma – e ora anche il papà, il nonno, la nonna…uff- ogni volta che ne combina una…
Ora so che verrò rimproverato. La mamma ha un’altra voce quando è arrabbiata. “Non sono proprio contenta di te mio piccolo testone! Lo sai che non si sale sulle scale a cinque anni!” “Te l’ho già detto mille volte Non mi ascolti proprio mai!”
Non voglio sentire! Non voglio sentire!
Esagera sempre mia madre. Se avessi le ali me ne andrei volentieri lontano da qui!
E le situazione esplode con Joseph che dichiara “Mi dici sempre di no! Non posso mai fare niente. Sei cattiva e io voglio un’altra mamma!”
Ma siamo sicuri che sia davvero quello che vuole?
La mamma lo sfida a farsi accudire da una mamma che potrebbe fare al caso suo, una mamma tricheco che vive sui ghiacci del Polo Nord.
“Pensaci bene Joseph, tu vuoi un’altra mamma e io non ne posso più delle tue birichinate”
Joseph ha le lacrime agli occhi, ma non si scusa. Se ne va fuori.
E mentre è li sotto il suo castagno preferito, mamma tricheco appare davanti a lui “Sei tu la mia nuova mamma?” Mamma Tricheco lo porta sul suo dorso mentre si arrampica sul ghiaccio, scivola su e giù con Joseph che si diverte come un matto, insieme girano come su una giostra. Poi Joseph va a conoscere i cuccioli di mamma Tricheco e mentre il sole inizia a tramontare Mamma Tricheco gli annuncia che può dormire con loro per la notte, mentre lei veglierà su tutti loro.
Improvvisamente l’incanto finisce e Joseph sente freddo, inizia a sentirsi solo e ad avere nostalgia di casa.
Per fortuna proprio in quel momento la mamma chiama “Joseph hai tenuto il broncio abbastanza, vieni a casa!”
La pace è fatta!
Un libro molto tenero, che farà sperimentare ai nostri bambini cosa vuol dire trovarsi un’altra mamma per qualche minuto, se siamo fortunate si immedesimeranno scoprendo che non vogliono un’altra mamma ma solo essere capiti, aiutati a fare da soli, accettati per quello che sono, intraprendenti, curiosi.
Un libro che farà riflettere noi mamme su quanto a volte siamo poco empatiche e ci dimentichiamo che è molto più importante incoraggiare l’autonomia dei nostri bambini, anche a costo di qualche danno, piuttosto che rimproverarli se provano a fare da soli.
Una nota a parte meritano sicuramente le illustrazioni, dolcissime nella loro delicatezza, il pastello usato per realizzarle rende delicato il racconto, quasi etereo, come se si volesse in punta di piedi raccontare i mutamenti dell’animo di Joseph e i suoi voli pindarici che lo riporteranno dolcemente e coscientemente alla sua mamma, quella vera, l’unica, quella che anche se sbaglia, si mette in discussione e fa il primo passo per riportare la pace e accoglie e perdona.
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