
Fare amicizia con le emozioni, questo l’obiettivo che mi son prefissa quando ho deciso di giocare con le emozioni insieme al mio piccoletto. Ritengo molto importante educare l’intelligenza emotiva dei bambini, provare a far conoscere loro le emozioni, educarli a dare loro un nome, a conoscerle per poi padroneggiare sia quelle belle che quelle meno belle. Vorrei insegnare loro che tutte le emozioni sono giuste e accettabili, ma devono essere riconosciute e gestite. E’ un lavoro lungo, un percorso di crescita, cui noi genitori dovremmo imparare a fare più attenzione.
A Filippo, a suo tempo, avevo iniziato con il libro Questa è la mia faccia, edito da Franco Cosimo Panini e il memory delle emozioni di Home Made Mamma e mi ero divertita con lui ad imitare le espressioni rappresentate sulle faccine.
I nostri giochi avevano dato i loro frutti, confermati nel tempo e approfonditi con la lettura di un altro libro, per bambini più grandi dal titolo Oggi mi sento così e la realizzazione di un orologio delle emozioni.
Con Edo ho voluto iniziare il percorso in modo diverso, sia perché essendo due persone diverse non mi pareva giusto usare lo stesso approccio, che anzi per una materia così difficile deve essere personalizzato sulla sensibilità del bambino e sui suoi gusti e interessi affinché venga interiorizzato davvero. Sia perché lui purtroppo ha già fatto amicizia con una emozione “negativa”: la paura del buio.
Ho voluto iniziare quindi la sua avventura nel mondo delle emozioni usando dei personaggi che avevo creato iniziato a creare per Filippo e che ho voluto ora completare per lui.
Sono il signor Marrabbio, il signor Felice e il signor Triste
le nostre marionette per giocare con le emozioni
Ognuno di loro impersona una emozione attraverso espressioni del viso chiare e inequivocabili.
A tal proposito, mi ha molto impressionato la facilità con cui Edo ha dato un nome alle loro espressioni già dalla primissima volta che le ha viste, segno che devo aver fatto un buon lavoro! 😉
Il Signor Marrabbio è il primo che ho realizzato, il mio preferito per una questione affettiva. Ho cercato di rendere la tensione dello sguardo con le sopracciglia, gli occhi, i denti digrignati. E’ brutto, lo so, ma considerate che l’ho cucito a mano e son molto molto incapace…!
Il Signor Marrabbio ci serve per parlare di rabbia, lo mostro ad Edoardo per evidenziare con la mia faccia, i tratti che lo caratterizzano e che esprimono il sentimento della rabbia, giochiamo ad imitarne le espressioni, le imito io, poi ci prova lui…
A volte quando vede che mi sto arrabbiando con lui o con il fratello, prende questa marionetta e mi dici “labbia mamma?” o anche “pinimoddo?” che vuol dire “adesso fai il finimondo?”, che è il mio modo di dire loro che la pazienza è finita e sta per arrivare l’urlo di Tarzan.
Il Signor Felice, bello, colorato, positivo, appena lo vediamo ci contagia immediatamente e immediatamente sorridiamo…
A volte ci raccontiamo che il Signor Felice è contento perché a scuola ha giocato con i bimbi, ha mangiato una cosa che gli piace, ha ballato la sua canzone preferita. Il Signor Felice interviene a volte, quando dopo che ho faticato a convincerlo a fare una cosa che non aveva voglia di fare, per gratificarlo e congratularsi con lui lodandolo per aver fatto la cosa giusta. Perché fare la cosa giusta contagia buonumore!
E infine il Signor Triste, poverino lui è sempre dispiaciuto perché la mamma è andata via stamattina e non l’ha accompagnato all’asilo o perché Filippo non lo lascia giocare con i suoi giochi…
A volte è dispiaciuto perché la mamma è stanca e vorrebbe che i suoi bimbi la ascoltassero e loro non lo fanno…
Il Signor Triste dura poco, pochissimo… perché quasi sempre arriva e porta un abbraccio e un sorriso… Perché la tristezza si può spiegare, se ne può parlare e quando ne parliamo e ci sentiamo capiti, magicamente sparisce!
Che ne dite delle nostre marionette per giocare con le emozioni? Suggerimenti su come usarle?
Sei stata bravissima, e molto paziente, a crearli!
Bell’idea dare un nome e un volto alle emozioni con i 3 signori: i bambini imparano molto prima con il gioco che con spiegazioni astratte 🙂
E’ vero! Lo capisco da come lui stesso interagisce con questi personaggi, come li cerca e li indossa al momento opportuno. Davvero una idea riuscita! Me lo dico da sola! 😉
Mi hai dato un’idea: invece dei cartoncini I pupazzi, sono più “caldi” anche per far parlare anche bambini e bambine a scuola. Grazie
Emanuela, son felice se riesco a dare spunti interessanti alle mamme, tanto più una maestra perché di quell’idea ne potranno beneficiare tanti bimbi…
mamma mia sono tenerissime e bellissime. non ho parole.
Grazie! ^_^
Sempre bello leggerti! c’è un premio per te da ritirare nel mio blog http://lecosedimysa.blogspot.com/2014/03/liebster-blog-award.html
^_^ Grazie!
Anche noi abbiamo giocato con le emozioni, ma lo abbiamo fatto sfogliando questo bellissimo libro: Emozioni di Mies Van Hout. Peraltro requisitomi dalla maestra di Fede che ne ha proprio fatto una lezione!
Giro il tuo post alla suddetta maestra!
Cercherò il tuo libro. Che brava maestra!
Anche io penso che sia davvero importante educare l’intelligenza emotiva, ci vuole pazienza e tempo ma secondo me gli stiamo dando degli strumenti importanti! Bellissima l’idea delle marionette, noi, sempre a proposito di emozioni, abbiamo da poco finito di leggere un bellissimo libro: “Sei folletti nel mio cuore” di R. Corallo e adesso staimo costruendo il nostro librod elle emozioni