Questa estate, durante la mia vacanza in Sicilia, mi sono innamorata di Palermo, sono rimasta affascinata dalla sua architettura, dai suoi mercati, ma anche dalle sue contraddizioni. Non ho avuto il tempo di esplorarla come avrei voluto, ma mi son ripromessa di tornarci ancora e ancora…
Nel frattempo in rete, ho conosciuto due splendide donne palermitane: Alessia, aka Moltiplicatomamma e Clarissa Vintage de La Stanza degli armadi, entrambe nate e cresciute a Palermo poi hanno fatto scelte di vita diverse: Alessia è tornata a Palermo per viverci, Clarissa vive a Milano, non ho resistito e ho chiesto loro di raccontarmi Palermo e le loro scelte di vita.
Alessia: Sono Alessia, alias MoltiplicatoMamma, un nome che mi sono inventata circa due anni fa, quando ho deciso di aprire un blog dedicato alle mamme (e perché no, anche ai papà che, con mia enorme sorpresa mi frequentano assiduamente sul web: viva i papà moderni!). Il mio blog nasce dal desiderio di raccontare episodi esilaranti di una vita stravolta dall’arrivo di due pupi in contemporanea. Catapultata su Gemellandia, io non ero più io. Ero una mamma, una mamma al quadrato. Una mamma con mille passioni, una mamma con una vita densa di lavoro, amici, viaggi. Una mamma che tutt’a un tratto si trovava in maternità forzata, senza tempo per gli amici e agli arresti domiciliari – fra tiralatte, pannolini, ciucci, bavette e pagliaccetti (tutto in duplice copia, grazie).
Clarissa: Ragazza vintage, mamma e avvocato nella vita precedente. Amo il mare, il verde, le gonne a pieghe, la cioccolata, i pomodori, i jeans e le ballerine, l’autunno e i film thriller. Fotografo tutto da quando avevo nove anni e ho l’abitudine di camminare guardando in alto alla scoperta di meraviglie nascoste. Odio la liquirizia, i carciofi, i pantaloni a vita alta e l’inquinamento.
Quanto tempo hai vissuto a Palermo?
Alessia: Sono nata a Palermo e qui ho vissuto fino alla laurea. Ho poi fatto un master a Roma e ho iniziato a lavorare a Milano. Dopo alcuni anni ho deciso di “tornare alle radici”. Con il mio eterno fidanzato, ora marito e padre instancabile dei gemelli, siamo tornati a vivere nella nostra città, un po’ impauriti da quello che il futuro in Sicilia ci avrebbe riservato. Dopo qualche anno posso dire che ci è andata bene, gemelli inclusi 😉
Clarissa: Sono palermitana, nata e cresciuta a Palermo, dove ho vissuto fino ai miei 27 anni. Vivo a Milano, ho due bimbi piccoli e nella vita precedente ero un avvocato di diritto societario. Dopo la più classica delle avventure che la legge italiana permette che capitino alle lavoratrici madri (parlo di demansionamento dopo la prima gravidanza e di licenziamento al compimento dell’anno del secondo figlio) e dopo gli attimi difficili di disorientamento che ne sono seguiti, ho iniziato a parlare di moda vintage, la mia passione da quando ragazzina ma allora non si chiamava così, era solo riciclo, aprendo il mio blog. Beh, che dire, ora sono blogger e sono felice!
Descrivi Palermo con 3 parole
Alessia: Palermo è la città dei contrasti per eccellenza… quindi mi bastano 2 aggettivi, per descriverla: Palermo è insieme luminosa e buia…
Clarissa: Contraddittoria, Forte, Solare.
Perché hai deciso di viverci?
Alessia: Credo che noi siciliani abbiamo delle radici profonde che alla fine non riusciamo mai a recidere. Probabilmente è colpa di queste radici se, in fondo, non riusciamo a stare bene da nessuna parte: a Palermo perché siamo costretti a lottare per ogni cosa, anche dovuta, fuori perché ci manca Palermo.
Perché te ne sei andata?
Clarissa: Amo Palermo ma mi stava stretta, quindi dopo la laurea ho deciso di lasciarla. Sono passata per Roma, città di mio padre e di mio nonno, dove ho vissuto per un paio d’anni facendo un corso post universitario (e divertendomi parecchio, ammettiamolo!) ma il mio bersaglio era Milano, dove sapevo che avrei trovato il lavoro che cercavo e l’ho trovato. La mia “fortuna” è stata aver voluto un lavoro che a Palermo non avrei trovato ed andarmene è stata una scelta naturale per seguire i miei desideri.
Il ricordo più bello legato a Palermo
Alessia: Oddio. Non saprei proprio da dove cominciare. Ho una vita felice, piena di bei momenti. Tutti i miei ricordi più belli, in Sicilia, sono comunque legati al mare, che ci circonda, ci isola e ci dà una forza incredibile.
Clarissa: Le estati nella casa al mare, gli anni dell’università, mio padre e mia madre giovani. Le estati lunghissime iniziavano i primi di giugno, quando, finita la scuola, ci trasferivamo a casa al mare. Io e mio fratello andavamo al mare in bicicletta, facendo corse folli. In bici in costume e pareo, tenevo l’asciugamano nel cestino di paglia della mia Bianchi, che poi era la bicicletta di mia nonna. Ricordo le docce in giardino sotto uno dei fichi, le cicale nei pomeriggi dopo pranzo, i tornei di tennis, i pomeriggi con gli amici, i gelati all’anguria. Così sono trascorse tutte le mie estati dalla culla ai 18 anni.
Il momento più difficile (se ce ne sono stati)
Alessia: Andare via di casa, lasciare tutti e tutto. Sono partita con il sole e sono atterrata in mezzo alla nebbia. Davanti a me la mia vita tutta da scrivere, completamente nelle mie mani. La sensazione che tutto, ma proprio tutto sarebbe stato possibile… Davvero eccitante, vista così. Eppure, quando la mia Nuova Città si svuotava nel weekend perché i miei nuovi amici prendevano il treno e tornavano a casa… io restavo sola. Perché con il treno non sarei arrivata da nessuna parte. E di certo non potevo permettermi un aereo alla settimana. Palermo è sempre troppo lontana… 2) Tornare a casa. Lasciare un mondo dove tutto è possibile. Un mondo fatto da vita mondana, viaggi, carriera. E ritrovarsi con il foglio bianco davanti, un’altra volta. Di nuovo tutto da scrivere, questa volta però con la consapevolezza che qui non tutto è possibile. Con la speranza che gli studi e i sacrifici fossero premianti anche in una città che troppo spesso non da ragione al merito. Ma io sono fatta così, impregnata di ottimismo fino al midollo. Cioé incosciente come una scema. 3) … e comunque… se devo dirla tutta… il momento più difficile della mia vita è stato primo anno con i gemelli!
Clarissa: Il momento più difficile è stato dopo la laurea (in Giurisprudenza), quando mi sono resa conto che per fare quel che avrei voluto avrei dovuto volare via. Ero al dunque, Palermo mi stava stretta e ora avevo l’opportunità di lasciarla. Non è stata una scelta facilissima perché sapevo che si trattava di un addio, però l’ho fatta e non ne sono pentita. La nostalgia è tanta, mi mancano i miei genitori e mi manca il mare, l’enorme distesa del mare e la tranquillità che mi trasmette anche quando è in tempesta.
Qual’è la cosa che ti piace di più di Palermo?
Alessia: L’architettura della città, il mare che la bagna, l’apertura dei suoi abitanti…
Clarissa: Una sola cosa è impossibile! Di Palermo amo il colore del cielo, la confusione, le persone, il cibo. Molte, moltissime cose.
Qual’è la cosa che ti piace meno di Palermo?
Alessia: La mentalità vecchia e ottusa di chi cerca sempre una conoscenza per andare avanti.
Clarissa: In realtà più di cosa che mi piace meno, parlerei di cosa mi addolora tutte le volte che torno: la staticità mista a rassegnazione che le cose non si possono cambiare e migliorare e qui torniamo con prepotenza al perché Palermo mi stesse stretta. Ecco, io amo Palermo a tal punto da riuscire ad odiarla per le sue debolezze, alcune delle quali sono ai miei occhi talmente gravi da non volerci mai più tornare a vivere, nonostante ci siano ancora le mie radici, mio padre e mia madre. Palermo non ha capito che i privilegi si conquistano e che si lotta per mantenerli, che le cartacce non si buttano ai lati delle strade, che il turismo non arriva per magia, che il rispetto che reclama è prima di tutto il rispetto per se stessa che lei non ha. Poi ci sono i fatti gravissimi di cui tutto il mondo ha parlato, che hanno squassato la mia quotidianità perché hanno distrutto quella di famiglie a me molto vicine e questo mi ha fatto paura, troppa.
Dì alle persone che non la conoscono una cosa che non sanno di Palermo.
Alessia: Oltre al mare, Palermo è abbracciata da splendide montagne: non si può andar via da qui senza esplorare anche loro.
Non so voi, ma ho apprezzato tantissimo il modo in cui Alessia e Clarissa si sono messe in gioco veramente, hanno raccontato quello che sentono e ci hanno mostrato due facce di Palermo, una città meravigliosa nelle sue contraddizioni.
Grazie tantissimo ragazze! Grazie!
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