E’ corretto chiamarlo latte?
Benché per legge con il termine “latte” si possa identificare solo la bevanda ottenuta per secrezione delle ghiandole mammarie, il latte di soia prende tale nome dall’utilizzo che attualmente se ne fa: il latte di soia viene infatti ampiamente utilizzato come sostituto del latte animale in caso di intolleranza al lattosio (lo zucchero presente nel latte che chi è intollerante al lattosio non è in grado di metabolizzare); in caso di allergia alle proteine del latte o in caso di dieta vegana quindi totalmente priva di prodotti animali.
Caratteristiche del latte di soia
Questo latte vegetale viene ottenuto dalla soia, una leguminosa i cui semi vengono messi a macerare in acqua per alcune ore, procedimento alla fine del quale si ottiene questa bevanda dal colore biancastro simile al latte.
Pro e contro
- Presenta caratteristiche diverse rispetto al latte vaccino: ha un contenuto proteico simile, ma inferiore di carboidrati e grassi (quantitativo simile a quello del latte parzialmente scremato);
- è spesso arricchito di calcio per sopperire alla sua mancanza, rappresentandone un’ottima fonte.
- essendo un prodotto derivante dalla soia, ne possiede una sostanza, la lecitina di soia, in grado di fungere da emulsionante: quest’azione viene esercitata anche nel nostro corpo, permettendo una migliore gestione dei grassi e soprattutto del colesterolo
- contiene sostanze chiamate fitoestrogeni, il cui nome deriva dalla loro somiglianza con gli estrogeni umani. Queste sostanze sono in grado di mimare in parte l’azione degli estrogeni a livello del corpo umano ed è su queste sostanze che si concentrano molte delle contraddizioni inerenti alla soia: se infatti da un lato, proprio per la presenza di questi fitoestrogeni, i prodotti a base di soia rappresentano un buon alleato durante la menopausa riducendone alcuni sintomi e prevenendo l’instaurarsi di patologie quali osteoporosi e ipercolesterolemia, dall’altro lato sono anche numerosi gli studi che associano il consumo frequente della soia e dei suoi derivati con effetti completamente opposti.
Latte di soia nei bambini: si o no?
E per quanto riguarda i bambini? La parola chiave è moderazione: le linee guida in età pediatrica consigliano prudenza nella somministrazione di prodotti a base di soia in età infantile dato che alcuni studi hanno evidenziato possibili effetti negativi causati dai fitoestrogeni sullo sviluppo ormonale.
Sarebbe opportuno variare il più possibile i latti vegetali che il bambino assume, scegliendo ad esempio tra quello di avena e di mandorle, così come variare i prodotti di origine vegetale che assume.
Per di più, senza saperlo, troviamo già la soia in molti prodotti alimentari industriali, sotto forma di olio, proteine e lecitina. C’è inoltre da dire che il latte di soia è carente (se non fortificato), di calcio e di vitamina D, nonché di vitamina A, elementi essenziali durante lo sviluppo ed è al contrario ricco di una sostanza, l’acido fitico, definito come un fattore antinutrizionale in quanto può legare alcuni minerali, come calcio, magnesio, ferro e zinco e limitarne l’assorbimento.
La dott.ssa Pantaleoni si occupa con passione di educazione alimentare, scrivetele per un piano alimentare personalizzato senza drastici sacrifici e rinunce
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