

Raramente si riesce a rimanere indifferenti di fronte a racconti della shoah, soprattutto quelli che raccontano storie vere come questo, si chiama Il violino di Auschwitz e racconta una storia vera sulla shoah quella di una ragazza Eva Maria, che potrebbe diventare la nuova Anna Frank. Anna Lavatelli con fare davvero sapiente ha l’idea di far raccontare la storia ad un violino e visto che deve fare musica lo fa con capitoli che come spartiti hanno in testa le scritte solitamente poste all’inizio dei brani musicali che dicono al musicista come deve suonare, quale emozione deve trasmettere: adagio… suonato piano e con dolcezza, agitato che esprime turbamento, agitazione, grave… molto lento e solenne e così via…
Adagio
Il violino che racconta la storia è il violino di Eva Maria Levy, nuova Anna Frank, una ragazza felice che vive in una famiglia agiata in cui la musica è accompagnamento alla vita quotidiana, è famiglia, è unione e lei, appassionata di musica, riceve in dono da suo padre un violino davvero prezioso. Eva Maria se ne innamora perdutamente e il violino diventa il suo migliore amico.

Sostenuto
Finchè un giorno il vento cambia: da un giorno all’altro niente scuola, niente centri, sportivi, niente più amici, niente più vacanze. Niente più lavoro per suo padre e niente più scuola per i due ragazzi. Solo la musica continua ad allietarli: la mamma qualche volta di sera accompagnava al piano i due fratelli.
La musica spezzava le catene che li imprigionavano e li trasportava via, in un mondo dove c’erano ancora bellezza, speranza, umanità.
Agitato
La famiglia Levy segue con trepidazione le vicende della guerra, si illude che se la Germania perderà la guerra quel delirio finirà, soprattutto per loro che vivono in Italia, ma, nonostante l’armistizio, l’Italia viene invasa dai nazisti a caccia di ebrei.
Ben lungi dall’essere salvi, i Levy ordiscono un piano per fuggire dall’Italia con l’aiuto di cari amici in Svizzera. Abbandonano la loro casa con la morte nel cuore.
Eva Maria porta con se solo il suo violino, accarezza con lo sguardo tutto il suo passato e poi gli dice addio.

Angoscioso
I Levy si sposano da amici a Tradate nell’attesa di andare in Svizzera, ma vengono scoperti e portati a San Vittore e da li una mattina vennero gli autocarri e li caricarono per portarli in Germania.

Un treno merci li aspetta, senza finestrini perché nessuno potesse sapere cosa trasportassero.
Il treno si ferma solo in luoghi disabitati e senza alcun pudore e alcuna intimità i passeggeri hanno modo, seppur guardati a vista di fare i loro bisogni. Cibo scarso e niente acqua.
E all’arrivo la separazione: neanche il tempo di un addio ed Eva Maria vede allontanarsi per sempre la sua famiglia.

Grave
Grazie al suo violino Eva Maria diventa prigioniera privilegiata: può suonare durante le esecuzioni e durante le feste dei soldati e ogni volta che suona muore un po’ e di notte piange… Solo il suo violino le da sollievo: accostarselo al viso le fa sentire un po’ di calore.
Poi appoggiò l’archetto e cominciò a suonare.
Con tutta la disperazione che sentiva dentro.
Con tutto l’amore che aveva per la musica.
Con tutto il desiderio di tornare ad essere libera.
Disperato
Poi una notte il violino cade e si rompe. E’ l’inizio della fine per Eva Maria, la nuova Anna Frank che come quest’ultima muore nel campo di concentramento. Separata dal suo violino la ragazza si lascia morire.
Il violino verrà recuperato da suo fratello, unico superstite della famiglia Levy
E’ curioso che non venissi buttato via, o bruciato come legna da ardere. Ma le cose andavano così nei campi di sterminio. Si uccidevano le persone e si conservavano le cose.
Un libro intenso in cui la forza della musica prova invano a contrapporsi all’orrore senza fine della tragedia della shoah. Un libro che mi ha colpito molto, che rapisce e trasporta sulle onde delle emozioni, dapprima adagio, poi agitato, poi grave, poi disperato, come una musica straziante di cui sai già la fine ma non la vuoi sentire.
Il violino di Auschwitz è una storia vera sulla shoah ed Eva Maria è davvero la nuova Anna Frank
Spero che decidiate di comprare questo libro e di farlo leggere ai vostri figli e che diventi un nuovo diario di Anna Frank, tramandato per generazioni.
Il violino di Auschwitz, Anna Lavatelli, Le rane di Interlinea. Età consigliata 10 anni.
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