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    Liberati della brava bambina! Un regalo che dovete assolutamente farvi!

    28 Maggio 2020

    Liberati della brava bambina. Otto storie per fiorire di Maura Gancitano e Andrea Colamencini

    Cosa vuol dire essere una brava bambina?

    Noi donne del 2020 siamo convinte di esserci emancipate, di esserci affrancate dal modello della brava bambina tutta casa e chiesa: ci siamo guadagnate i nostri spazi fuori casa, possiamo uscire a cena con le amiche senza sensi di colpa, lavoriamo fuori casa, andiamo dal parrucchiere quando vogliamo, ma siamo davvero sicure che la brava bambina non si nascosta in realtà dentro di noi pronta ad emergere sotto forma di prurito inspiegabile quando meno ce lo aspettiamo..?

    Siamo cresciute con un modello in cui essere una brava bambina voleva dire non alzare la voce, non ribellarsi, obbedire ai genitori, al marito, alla società.

    Una brava bambina è calma e sottomessa. E una brava bambina, quale io devo ammetterlo sono stata, rispettando le restrizioni di due genitori molto severi nel crescermi, poi dovrebbe diventare una brava moglie, una brava madre… evitando di dire che a lei non basta, che non ci rispecchia, pena l’essere considerata strana o sovversiva.

    Io stessa ho pensato tante volte che il motivo per cui ci ho messo tanto a chiudere il mio matrimonio è che avevo paura di uscire dallo schema della brava figlia, quella che fa tutto bene: si laurea a pieni voti, inizia subito a lavorare, si sposa, mette su casa, ecc.. La mia separazione è stata la prima delusione che ho dato ai miei genitori, la volta in cui ho smesso di essere una brava bambina.

    Forse è anche per questo che questo libro mi ha colpito così tanto.

    Liberati della brava bambina, dovrebbe essere un inno da cantare alle donne perché non smettano di cercare la loro felicità

    E non a caso, nella storia e nella letteratura, tante sono le eroine passate alla storia per la loro imprudenza, la loro pazzia, il loro aver deviato dall’idea della brava bambina. Il libro “Liberati della brava bambina” ripercorre la vita di 8 eroine offrendo nuovi punti di vista, nuovi dettagli sconosciuti, riflessioni stimolanti e profonde che offrono punti di vista davvero interessanti.

    Non so voi ma io ho sempre amato la filosofia, quindi ho amato questo percorso guidato da due filosofi Maura Gancitano, Andrea Colamedici che accompagnano un pensiero critico su queste otto figure di donne, otto storie per fiorire.

    Le donne protagoniste di questo percorso sono Era, Medea, Elena di Sparta, Malefica, Difred, la protagonista del “Il racconto dell’ancella” di Margaret Atwood, Daenerys, una delle protagoniste di Games of Thrones, Morgana, Dina la figlia di Giacobbe che trova il suo spazio narrativo nel libro “La tenda rossa” scritto da Anita Diamant.

    Tutte queste figure hanno subito il peso del dominio maschile, le loro storie sono state interpretate e raccontate per millenni in chiave patriarcale mentre finalmente questo libro invita a guardare alle loro storie dalla parte delle protagoniste, così Medea non è un’infanticida, ma una donna che riprende in mano la propria vita e ciò a cui aveva rinunciato per l’amore di un uomo che voleva solo usarla, così come Era non è una moglie petulante ma una donna che per troppo tempo ha vissuto un ruolo che non poteva abbandonare vivendo nel dolore, le sue emozioni non vengono ascoltate ma ridicolizzate, costretta in un ruolo che ad altre potrebbe sembrare invidiabile, ma che in per lei è una prigione.

    “La vera protagonista del libro è la donna che attraversa le storie delle otto protagoniste come se fossero otto tappe della sua liberazione.”

    Otto donne e il problema senza nome, quel malessere tutto femminile che sentiamo affiorare da dentro tutte in qualche momento della nostra vita proprio quando crediamo di essercene liberate, ma che il libro ci aiuta a comprendere a fondo attraverso queste otto storie, invitandoci sempre a porre il punto interrogativo alla fine di frasi come “si fa così”,  “è sempre stato così” che diventano “si fa così?”, “è sempre stato così?”

    “Il punto è che questa storia dura da millenni e fa parte della storia di ogni donna: ogni volta che una donna si sente in colpa per non esser stata all’altezza, per non esser stata perfetta, agisce in lei non solo il vissuto personale, ma il vissuto mai raccontato di tutte le donne che l’hanno preceduta e che non hanno potuto parlare.”

     

    Ognuna delle figure analizzate ha una storia stereotipata che ci viene raccontata da anni, Elena è la donna più bella della terra, talmente bella da valere una guerra, ma è solo bella? E’ vittima di un rapimento? E’ vittima appunto? o sceglie di diventare una principessa di Troia rifuggendo un matrimonio con un uomo poco interessante e di poco valore, per trovare una posizione di maggiore lustro in un’altra terra?

    Elena si ribella a quello che gli altri hanno scelto per lei e sceglie di lasciare il marito per seguire Paride a Troia. Il messaggio che arriva da Elena è quello di prendersi la responsabilità di essere felici altrove se dove siamo non lo siamo, l’invito di Elena è a fare più di quello che gli altri si aspettano da noi, per andare oltre le attese, oltre l’essere la moglie di, la madre di… e di superarne il senso di colpa.

    Insomma, la realtà è molto più complessa di come hanno voluto raccontarcela in questi anni, anzi, secoli e se fosse stata letta dal punto di vista delle donne certe storie sarebbero finite (o continuate) in maniera diversa. 

    Uno dei personaggi che non conoscevo e su cui mi sono soffermata a lungo è Difred, la protagonista del “Il racconto dell’ancella” di Margaret Atwood, un romanzo distopico che immagina che la vita di uno stato americano moderno venga sconvolta da un giorno all’altro da fanatici religiosi che selezionano donne in grado di riprodursi e ne fanno ancelle di facoltosi uomini, degli di proseguire la specie, così Difred è l’ancella di-Fred, costretta ad avere rapporti sessuali con lui, alla presenza della moglie e rimanere incinta per dare loro un erede.

    Difred ci ricorda costantemente che nessuna conquista ci può rendere tranquille che nulla cambierà ormai, il futuro distopico del “Racconto dell’Ancella” è proprio un agglomerato di conseguenze reali che le religioni, le culture, le tradizioni hanno voluto in talune società; distopico sì quindi, ma non poi più di tanto.

    Le otto donne raccontate in “Liberati della brava bambina” invitano proprio le ragazze a fare questo Liberati dal destino di essere per forza un angelo del focolare (ma se vuoi esserlo, fallo!), di parlare a bassa voce, di non fare facoltà scientifiche. Una rivoluzione da mettere in atto ogni giorno, con le parole e con gli esempi. Fin dal mattino, quando le figlie escono di casa, dicendo loro “Fai la brava. Ma non troppo”, come avrebbe detto Morgana alla sua.

    Liberti della brava bambina è un invito, a liberarsi dai preconcetti, dalle aspettative degli altri, un invito ad essere se stesse, donne forti e coraggiose come solo le donne sanno essere.

    Leggetelo! -> Liberati della brava bambina. Otto storie per fiorire

    Potrebbero interessarvi anche:

    Il racconto dell’ancella

    La tenda rossa

    Se volete abbonarvi ad Audible per ascoltare questo audiliolibro o tanti altri, potete farlo a questo link: Audible

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    by Federica 
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    About Federica

    Appassionata di libri per bambini, mamma di due maschietti di 8 e 11 anni. Program Manager per lavoro e inclinazione personale: amo programmare, organizzare e non sto mai ferma! Tra Roma e Genova, cresco i miei figli cercando di educarli al bello, dai libri all'arte, alla buona cucina.

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