
Quando ero bambina e giocavo con le barbie con le mie amiche, avevo le idee molto chiare sulla vita che volevo per la mia barbie (e in proiezione per me), studio, divertimento, amicizie, poi un lavoro, poi l’amore e due bambini, un maschio e una femmina.
Mi immaginavo una donna sicura di sé, realizzata sul lavoro e in casa.
Sono cresciuta con questo modello e con l’ambizione di fare, uno alla volta tutti i passi che avevo pianificato e confesso che mi piaceva un sacco l’idea della famiglia perfetta, un papà, una mamma, un bimbo, una bimba, dove tutti vivevano sereni in armonia. Era rassicurante, positiva, così perfetta, così giusta…
Son cresciuta desiderando una famiglia tutta mia, da rendere perfetta come “la famiglia del Mulino Bianco”, con un marito da amare e da cui essere amata e dei bimbi. Nel mio delirio di onnipotenza pensavo di poterla rendere perfetta…
La vita mi ha dato tantissimo, mi son sposata presto, quando l’ho scelto io, Filippo è arrivato quando mi sentivo pronta e quando l’ho scelto io, Edo è arrivato quando l’ho scelto io. Potevamo essere tutto. Gli ingredienti c’erano tutti per rendere quella famiglia perfetta.
Ma non bastano gli ingredienti. Ora lo so.
Non eravamo la famiglia perfetta, come non lo è nessuna famiglia e dietro la facciata, ogni famiglia ha le sue incomprensioni e le sue difficoltà. L’ho pensato per tanto tempo, e per tanto tempo questo, unito alle considerazioni comuni sul bene dei figli, mi è bastato. Forse, più probabilmente, non volevo arrendermi, non volevo ammettere le mie responsabilità e dichiarare di aver fallito davanti agli occhi increduli della mia famiglia e dei miei amici.
Non eravamo la famiglia perfetta, ma per molti un po’ lo eravamo e tirare giù il velo e scoprire le carte non è stato semplice: quando decidi di mettere fine ad una famiglia, fai i conti con tutti, prima di tutto con i tuoi figli, poi con la tua famiglia d’origine, poi col mondo, ma infondo davvero li fai con te stessa.
E sei costretta a prenderti le tue responsabilità: ti guardi indietro e pensi a quante volte hai scelto e se le cose sarebbero andate diversamente se avessi fatto una scelta piuttosto che un’altra. Te lo chiedi, ma se non vuoi impazzire, alla fine devi solo ammettere di aver fallito.
Devi riconoscere a te stessa che ci vuole molto di più che gli elementi perfetti a rendere una famiglia perfetta: l’amore, il rispetto, la condivisione, la complicità e più di tutto, l’essere coppia prima che genitori. L’essere moglie prima che madre. Un esame di coscienza me lo son fatto. Eccome. E mi son bocciata.
Eppure non può essere solo questo.
La famiglia del Mulino Bianco non esiste. Non ci sono le famiglie dove ci si sveglia tutti col sorriso, baci e abbracci, dove nessuno va di fretta e nessuno ha ancora troppo sonno per lavarsi, per mettere la maglia dal verso giusto, per sopportare le lamentele dei figli che litigano appena svegli.
E dunque essere o non essere la famiglia del mulino bianco non è il punto.
Il punto è che quando si è coppia, quando ci si sceglie in mezzo a mille si dovrebbe continuare a far la strada insieme, a crescere insieme, a condividere esperienze, passioni.
Invece la vita di famiglia, ti mette alla prova: è li che scopri se sei davvero fatto per stare con l’altra persona, se la sceglieresti ancora, perché crescendo succede che fai la strada insieme oppure succede che divergi e un giorno ti svegli, e poi un altro ancora, e poi un altro ancora, pensando che chi hai accanto non ha nulla più in comune con te, che le vostre vite, le vostre passioni, le vostre anime, non si intersecano più.
Non è facile da ammettere, non è facile da accettare e la famiglia del Mulino Bianco non c’entra e non è colpa di nessuno. O di tutti.
Ma quando realizzate che è così, li, in quel momento, non potete più stare insieme. Qualunque saranno le conseguenze, qualunque sarà la reazione degli altri, la delusione che leggerete sui volti dei vostri cari, non potete più.
Hai proprio ragione… Sembra che tu lo abbia scritto per me… però il fallimento lo si fa in due… perchè se anche uno fa degli errori magari senza accorgersene, sta all’altro farglieli notare e cercare di ritrovare una strada comune… ma se l’altro punta solo il dito, non cerca di capire e non si fa un esame di coscienza, è anche inutile parlare e non parlando dei problemi, non c’è più coppia, ma due singoli…
Adesso sono qui a decidere cosa voglio fare, penso di aver deciso, ma non sono sicura, mi sta facendo male e allora non c’è niente da decidere ha già deciso lui, ma ci sono momenti in cui mi chiedo se davvero buttare tutto via, poi no devo farlo per me per volermi bene… non so, sono giorni che rimando la telefonata per un primo appuntamento, non ho il coraggio di alzare quel telefono perchè so che sarà veramente la fine di quello in cui credevo… perché deve essere così difficile?
E’ difficile perché ti senti fallita, perché per quanto tu sappia che la responsabilità è di entrambi, non puoi fare a meno di sentirti sbagliata e soprattutto di avere paura.
Ti hanno insegnato che il matrimonio è un impegno per tutta la vita e quando l’hai preso ci credevi veramente e davanti al fallimento ti chiedi che ne sarà di te e chi potrà accettarlo e come vivrai una vita diversa da quella, che non era quella che sognavi e che è piena di incognite.
Io posso dirti che la vita è una, il cancro al seno di un anno fa me lo ha dimostrato chiaro e limpido.
Ognuno di noi ha il dovere di essere felice. Almeno di provarci. Per il resto, solo tu puoi sapere cosa fare. Conta pure su di me, se hai bisogno.
Penso di averti conosciuta nel periodo della burrasca, poi ti ho rivisita quando ” è arrivata la primavera”. Due Federica diverse, quella di oggi mi sembra felice, sicura dei affetti, serena. Lo hai realizzato quel sogno che avevi da bambina, hai solo preso la strada più lunga. Un abbraccio
Grazie Dani! ^_^
In realtà sono molto più disincantata. Non mi aspetto più la famiglia perfetta, il mio ideale è avere una famiglia felice. Che è molto diverso… ^_^
Grazie per le tue parole e per la visita! ^_^
Ciao Federica, la penso anche io come te. Per ora sto ancora lottando, non per la famiglia perfetta, ma per capire se come coppia funzioniamo. Lo sto facendo io, lo sta facendo lui, ognuno ci mette del suo, insomma. Poi le giornate brutte ci sono per tutti, ma affrontarle assieme ha senso. In solitaria no. Se devo farlo, allora tanto vale gettare la spugna e ricominciare da capo.
Non c’è niente di più brutto che essere da soli in una coppia.
Hai ragione Priscilla e finché siete in due lottate più che potete! E vi auguro con tutto il cuore che sia per sempre ^_^
Carissima, che dire.
Il Mulino Bianco non esiste e tanto meno la famiglia perfetta. Io sono cresciuta in una famiglia imperfetta, genitori che lavoravano entrambi, baby sitter che andavano e venivano come le stagioni, padre in carriera, mamma sempre di corsa. Sono ancora qui. Anzi, queste modalità mi hanno aperto al mondo, mi hanno reso (di certo!) una mamma poco chioccia e molto votata all’autonomia del mio piccolo, mi hanno reso disillusa tanto che all’amore e alla famiglia ci ho pensato tardi…
Adesso ogni giorno metto insieme i pezzi di questo puzzle infinito che è la vita. A volte riesco a fare un angolo, a volte un improvviso colpo di vento spariglia i pezzi messi insieme con tanta fatica, a volte un pugno dato sul tavolo fa saltare tutto..ma permette di trovare il pezzetto che cercavo da tempo.
E poi via, si ricomincia. Persa nelle mille incombenze di mamma, “moglie” (anche se non sono sposata), donna in carriera, ragazza che vorrebbe ancora momenti per se..a volte faccio fatica a mettere in ordine le priorità. Forse sbaglio, ma finora ho capito che se metto al primo posto la mia felicità (che spesso passa per la felicità del mio bimbo e del mio uomo)..le cose scorrono più fluide..e come per magia i pezzetti del puzzle vanno al loro posto.
Poi però..accade qualcosa..e si ricomincia da capo…L’importante è non perdere mai la voglia di ricominciare.
La mia nonna diceva “Solo la morte è per sempre. Il resto passa da ogni singolo giorno”.
Un abbraccio!
Quanto sei saggia cara.
Una cosa che ho imparato è che come dici tu, la felicità della famiglia passa dalla felicità di tutti i suoi componenti: è molto importante che ognuno possa sentirsi parte del progetto e che le priorità vengano definite insieme sulla base di quello.
Io sono all’inizio di una nuova storia e cerco di far tesoro degli errori del passato, cerco di fermarmi più spesso a controllare che i pezzi del puzzle siano tutti sul tavolo, poi comporli, si fa insieme… giorno dopo giorno… o almeno ci si prova! Quanto ha il tuo piccolo che non mi ricordo?
Il mio piccolo ha (finalmente) 5 anni. Che, diversamente da come dicono altri, non sono volati. Li abbiamo trascorsi insieme, a volte mano nella mano, a volte con sorveglianza a distanza, a volte con difficoltà, a volte con leggerezza. E se tutto andrà come deve andare, il prossimo anno saremo qui a festeggiare l’inizio della scuola!
Hai ragione… non volano, anzi!
Meglio così però, così ce li godiamo! ^_^