Lei è innamorata dei libri per bambini, ma lei non si limita a leggerli, lei li anima: nelle sue mani i personaggi, le storie, i libri per bambini prendono forma e colore e diventano magia… conoscete il blog Nuvole in scatola? Lei è Elisabetta Pittana e oggi si racconta per AmoLeggerti.
Ciao Elisabetta, prima di tutto voglio tu sappia che ti stimo e ammiro moltissimo, che i personaggi che riesci a tirar fuori dai tuoi libri son stupendi davvero! Sei una fonte di ispirazione!
Elisabetta, raccontaci quali sono le occasioni di lettura con tuo figlio?
Le attività preferite da mio figlio sono saltare sul letto, rincorrermi fingendo che io sia un mostro da combattere e leggere.
Considerato che sono pigra come un bradipo sotto anestesia, leggo tutte le volte che posso.
Avete dei rituali tipo la lettura della buonanotte?
Leggere è uno dei pochi modi per convincere mio figlio che è arrivata l’ora di andare a nanna.
Se chiedo “Andiamo a nanna?” la risposta è “Nooo!” (mi sono sentita dire sì una volta sola, ma forse era un’allucinazione). Se invece gli dico “Scegli tre libri”, in genere l’unica protesta è: “No, oggi scelgo QUATTRO libri”.
Il rituale è: due libri sul divano, poi ci si mette il pigiama e si legge l’ultimo a letto. E sì: i libri diventano spesso quattro, o cinque, o sei.
A che età hai iniziato a proporre libri a tuo figlio?
Praticamente da subito, però con poco successo. Probabilmente non avevo scelto i libri giusti.
Il problema è che la cultura del libro per bambini è poco diffusa: nella maggior parte delle librerie l’offerta è scarsa e di bassa qualità e io pensavo che fosse tutto lì.
Poi ho seguito un corso per lettori volontari in biblioteca, ho scoperto il gruppo La biblioteca di Filippo su Facebook e mi si sono aperte le porte dell’infinito e meraviglioso mondo degli albi illustrati per bambini.
Dai 18 mesi in poi, mentre io scoprivo titoli, autori e case editrici, mio figlio si è scoperto un “ascoltatore di libri per bambini” appassionato, ogni giorno di più.
Che età ha ora e qual è il suo libro preferito?
Il Piccolo T ha tre anni e per il momento è figlio unico.
Era presente alla mia prima esperienza da lettore volontario in biblioteca e a ogni libro che iniziavo si alzava in piedi urlando “Il mio libro preferito!”.
Difficile, quindi, individuarne uno solo (ma non è così per tutti gli amanti dei libri, a qualsiasi età?).
A 18 mesi adorava “L’uccellino fa…”, a due anni “Oh, no, George!”, a due e mezzo mi ha fatto leggere fino allo sfinimento “Tutti in coda” e “Buongiorno Postino”, mentre ora sa a memoria i libri di Julia Donaldson e Axel Scheffler.
Quali sono le caratteristiche che un libro per bambini deve avere perché tu lo definisca un bel libro?
Non dev’essere scontato, come tutte le cose belle.
Le canzoni che ti sembra di aver già sentito, le donne dai lineamenti perfetti, i quadri che sembrano fotografie, i film in cui fin dalla prima scena sai già che i due protagonisti si sposeranno: sono tutte cose che possono attirare di primo acchito, ma poi annoiano presto.
Un bel libro ha qualcosa di inaspettato, sia nella trama che nelle immagini. Perfino nel font, a volte.
Un bel libro non è didascalico. Non spiega, trasmette. Non ti parla delle emozioni: te le fa provare.
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Naturalmente ho amato anche libri con una bella trama ma tradotti male (ne ho trovati parecchi, purtroppo), o scritti bene ma con illustrazioni banali, o addirittura libri scritti in Comic Sans. Però non dirlo troppo in giro.
Quali sono secondo te i benefici della lettura ad alta voce?
Potrei dirti che la lettura ad alta voce attiva le sinapsi tra i neuroni e sviluppa le capacità cognitive e lessicali, ma siccome sono una mamma e non una psicopedagoneuroqualcosa, posso dirti quali benefici ho potuto testare io.
Il primo, straordinario, è quello di condividere una passione con mio figlio (a tre anni mica posso fargli vedere telefilm americani!).
Il secondo è creare una relazione speciale, una complicità che è fortissima nel momento della lettura, abbracciati sul divano, ma va anche oltre, quando ritroviamo nella vita quotidiana particolari che ci ricordano un libro e ne citiamo un pezzetto a memoria, scambiandoci una battuta.
Il terzo, naturalmente, è che grazie ai libri riesco a convincerlo ad andare a nanna!
La tua ricetta per trasmettere ai bambini l’amore per la lettura?
Divertirsi.
Essere felici quando si apre un libro, emozionati quando lo si legge per la prima volta, eccitati all’idea di rileggere quella storia che ci è piaciuta tanto.
Se il momento della lettura è un momento per noi, oltre che per i nostri bimbi, sicuramente piacerà anche a loro.
E poi non fingersi quello che non si è.
Inutile mettersi a cantare un brano di libro se si odia cantare. Io, ad esempio, non mi sento a mio agio nel fare le mille vocine dei personaggi (poi va a finire che mi confondo e faccio parlare un elefante con la voce di rana), quindi scelgo di caratterizzare un personaggio per volta, e gli altri li leggo con la mia voce normale. Meglio essere naturali che cercare l’interpretazione da Actor Studio.
E infine, fare l’esercizio più bello del mondo: quello di vedere il libro, e il mondo intero, con gli occhi del proprio bambino, imparare di nuovo lo stupore, trasformare in gioco qualsiasi cosa (e sì, anche sopportare il Comic Sans).
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3 libri per bambini che tutti dovrebbero avere in casa.
Se posso, vorrei cambiare il punto di vista e dirti invece tre libri che dovrebbero avere in casa i genitori. Tre libri per bambini che per essere letti hanno bisogno di cambiare le proprie certezze su quello che abbiamo sempre ritenuto “libro”, di far cadere un po’ le proprie strutture e di metterci davanti alla lettura come se fosse qualcosa di completamente nuovo. Come fa un bambino, insomma.
Perché il lettore non è solo un ascoltatore, ma è colui che crea la storia. (Avrei potuto dire “Il libro gatto”, o “Aiuto, arriva il lupo!” o “Un libro” di Tullet: il concetto è lo stesso. Ho solo scelto il mio preferito).
Orso, buco!
Perché un personaggio non deve necessariamente avere la forma di un personaggio, e perché la vera protagonista di una storia è sempre l’immaginazione.
(Anche qui, vale lo stesso discorso per il più famoso “Piccolo blu e piccolo giallo”, ma “Orso, buco!” ci ha divertiti di più)
Tararì Tararera
Perché nemmeno il linguaggio può essere dato per scontato, e una storia può essere fatta di versi, di suoni, di rumori, e restare comunque una bellissima storia.
Grazie mille per questa bellissima intervista Elisabetta. Grazie Grazie! Però non posso lasciarti andare senza averti chiesto un paio di cose…
Come nascono le tue idee per dare forma ai personaggi dei libri?
Come contribuisce tuo figlio e quanto apprezza questo genere di attività?
Mio figlio contribuisce giocando! In genere preparo le mie attività prima da sola e poi gliele propongo, ma vorrei col tempo coinvolgerlo sempre di più.
Lui si diverte a scoprire che i personaggi dei suoi libri hanno una “vita” propria anche fuori dalle pagine. È uno spazio di complicità tra di noi, un modo di giocare assieme ricordando il momento della lettura, come quando ripetiamo insieme le rime di un libro.
Pensi che questo modo di vivere i libri abbia contribuito a sviluppare in lui l’amore per i libri per bambini?
Noi leggiamo tantissimi libri, ma solo per pochi mi invento un gioco (e spesso non sono quelli i suoi preferiti).
Spero che l’intervista ad Elisabetta vi sia piaciuta, ora vi invito ad andare a conoscere le sue bellissime creazioni e a scrivermi all’indirizzo mammamogliedonna@hotmail.it per partecipare anche voi ad AmoLeggerti, la rubrica dedicata a mamme e papà che amano leggere ai bambini. Vi aspetto!
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